
Secondo Ecclestone, la sterzata ecologista, in vigore dal 2013, andrebbe infatti a discapito dello show perché gare più silenziose avrebbero meno presa sul grande pubblico. “Ho parlato con numerose persone di diversi ambiti, e penso che ci siano due cose davvero importanti per la F1: una è la Ferrari, l’altra è il rombo delle macchine. La gente lo ama e ne è entusiasta. Nemmeno io credevo contasse così tanto. Se si domanda a una persona che per la prima volta assiste a un gran premio cosa l’ha colpita positivamente di più, risponde il rumore”.
Conseguenza del calo di interesse da parte dei tifosi sarebbe poi la fuga delle tv, che potrebbero decidere di non acquistare i diritti della F1. “Questi cambiamenti sono destinati a diventare terribilmente pesanti per la categoria. Sono sicuro che gli organizzatori perderanno una grossa fetta di pubblico e che noi perderemo la copertura televisiva”, sottolinea Bernie.
Il presidente della FIA vorrebbe invece una F1 più vicina ai temi dell’ambiente. “Lui non è un promoter e non deve vendere il prodotto F1. Onestamente su questo siamo un po’ ai ferri corti, io non vedo ragioni di cambiare. Abbiamo il KERS e si è pensato che questo avesse risolto il problema che il campionato non fosse abbastanza attento all’ambiente”, rincara la dose il boss.
Ecclestone si allinea così alle perplessità già espresse dal presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo e dal numero due della Mercedes Norbert Haug sul V4 turbo da 1.6 litri . E adesso prova a far cambiare idea a Jean Todt. Tra i due però non corre certo buon sangue.