
Le polemiche di alcuni politici e comitati cittadini, che lamentano una distruzione dei parchi dell’Eur e un elevato rischio di speculazione edilizia a margine dell’organizzazione del Gran Premio, sembrano aver infastidito persino Mr. E, che ha deciso dunque di chiarire come stanno veramente le cose. “Tempo fa parlai con Maurizio Flammini,” racconta. “Ancora non sapevo se avremmo rinnovato l’accordo con Monza: davanti a un ‘no’ sarei rimasto spiazzato. Non potevo correre rischi, Maurizio mi offriva un’alternativa.”
Dunque, solo un modo per esercitare pressione su Monza nella trattativa per il rinnovo del Gran Premio d’Italia. Ma c’è di più: “Non c’è alcun contratto. Loro volevano una lettera, io gliel’ho mandata. In questi termini: non avremo altri interlocutori che voi. Ma il contratto è una cosa diversa e a questo saremmo dovuti giungere più avanti. Penso che Flammini sia sempre in attesa dei permessi. Io questo aspetto non lo conosco e nemmeno mi interessa: so che c’è un progetto ampio e logico, ma non ha nulla a che fare con me.”
“Monza? Ha un contratto e noi lo rispetteremo, lo sa pure Maurizio. Non possiamo nemmeno scavalcare l’ACI. Normalmente un Paese ha un solo GP. La Spagna fa eccezione perché lì ci sono condizioni speciali. Dovrò chiedere all’ACI se l’idea di due prove in Italia piaccia o meno. Quando Flammmini avrà tutto pronto, me lo dica. A quel punto torneremo a sederci davanti a un tavolo.”
Frasi importanti, che tornano a sollevare dubbi sulla reale consistenza del progetto del Gran Premio di Roma e portano i diretti interessati a fare un netto passo indietro rispetto alle dichiarazioni trionfalistiche degli ultimi periodi. Primo fra tutti il sindaco Gianni Alemanno che, distante da quei “complimenti a Flammini per i risultati che ha portato e spero che il Gran Premio di Roma possa partire nel 2012,” dichiarati lo scorso settembre quando Roma annunciò di aver firmato un contratto quinquennale con la FOM, oggi ritratta.
“Entro la fine dell’anno dobbiamo definire la situazione e fare una proposta concreta,” spiega il primo cittadino. “Poi firmeremo il contratto. C’è la disponibilità di Ecclestone, ma ancora non è stato definito nulla. Sarebbe stato grave se fosse stato firmato un contratto senza passare per il Consiglio comunale e senza avere avuto le dovute autorizzazioni. Dopo questi passaggi di trasparenza e democrazia, se tutto va bene, andremo da Ecclestone a firmare.”
Risponde Maurizio Flammini: “Dal 9 novembre si apre in Campidoglio la conferenza dei servizi e poi tutto il procedimento amministrativo. Entro fine dicembre si spera di andare in Consiglio comunale. Il GP farà affluire 2,5 milioni di turisti e incrementerà l’occupazione di 19 mila unità. Si stima inoltre che la ricaduta economica sul territorio sarà di 1,8 miliardi l’anno. Eppure si è subito cominciato a mugugnare e sollevare obiezioni pretestuose, che sono state ampliamente smentite. E’ dimostrato, tra le altre cose, che due gare nella stessa nazione hanno sempre portato più pubblico.”
Ma non tutti i dati sono concordi sulla posizione di Flammini. Secondo l’ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza, il GP nella città eterna rischia di avere una ricaduta disastrosa sull’economia dell’Autodromo Nazionale e dintorni: si perderebbero 2000 posti di lavoro, 350 milioni di euro solo di immagine e brand più 10 per l’indotto turistico. Il rischio, dunque, è che non si crei un nuovo flusso di ricavi, ma che lo si sposti semplicemente da Monza a Roma. Mettendo in dubbio la sopravvivenza di entrambe le gare.