
La Corea del Sud ha infatti rialzato il livello di tensione con quella del Nord attribuendole in sede di consiglio di sicurezza dell’ONU la responsabilità del recente affondamento, per mezzo di un siluro, della nave corvetta Cheonan in cui sono rimasti uccisi 46 marinai. Pyongyang ha risposto minacciando “severe misure di rappresaglia”. “Se scoppierà la guerra, ovviamente non ci andremo,” ha rimarcato Ecclestone ai microfoni dei giornalisti in Turchia. Secondo fonti rese note dal finlandese “Turun Sanomat”, la situazione politica avrebbe già rallentato ulteriormente la costruzione della pista.
E i team si stanno regolando di conseguenza: non solo la FOTA non sarebbe intenzionata a spedire il materiale anticipatamente in Corea se non ci sarà la garanzia dello svolgimento della gara, ma addirittura la maggior parte dei team non avrebbe prenotato i biglietti aerei e le camere d’albergo per il proprio staff, pur avendolo fatto per le successive gare in Brasile e ad Abu Dhabi. Se il GP di Corea dovesse saltare, tra il Gran Premio del Giappone e quello del Brasile si verrebbe a creare un’insolita pausa di ben quattro settimane.