Sul settimanale Autosprint di questa settimana, c'è una interessante intervista a Niki Lauda di Mario Donnini, già autore della rubrica Cuore da Corsa, in occasione dei festeggiamenti per il 60° compleanno del megacampione austriaco.
Nell'intervista si parla del passato, sia personale che agonistico di Niki, della Formula 1 di allora e di oggi. Pubblichiamo uno stralcio dell'intervista che potrete leggere integralmente su Autosprint che, complice la stessa, si avvia quantomento ad eguagliare possibili record di copie vendute stabiliti in passato in occasione di eventi eccezionali. Un grazie a Mario Donnini per questa ulteriore perla che allevia in parte le sofferenze dovute a quello che, per via dei governanti e delle case costruttrici, è diventata la Formula 1 attuale.
M.D.: Analizzando la tua carriera, da 60enne, qual'è stata la corsa più bella di tutte?
N.L.: Okay, ti rispondo da uomo della mia età. La mia corsa più bella resta quella in cui Merzario mi ha salvato la vita. Il Gp di Germania 1976, al Nurburgring, sulla Nordschleife. Se Arturo non avesse fatto quello che ha fatto, scendendo di macchina, correndo verso la mia monoposto in fiamme e tirandomi fuori con immenso coraggio da quel rogo, adesso niente intervista di Autosprint e nessuna festa a Ibiza.
M.D.: Qual'è stata la miglior monoposto che hai guidato in F.1?
N.L.: La Ferrari 312 T2 del 1976
M.D.: Niki, chi è stato il tuo compagno di squadra più forte?
N.L.: Enzo Ferrari