In molti, ieri mattina, si sono ritrovati nel centro della parte antica di Nizza, davanti alla cattedrale di Sainte Réparate, per dare l'ultimo saluto a Jules Bianchi, sfortunato pilota di Formula 1 deceduto il 17 luglio a causa di un'infezione contratta nelle ultime settimane all'ospedale di Nizza. (continua...)

Bianchi si trovava in coma da nove mesi a causa del grave incidente al Gran Premio del Giappone del 5 ottobre 2014, che gli provocò un danno assonale diffuso al cervello.

Fuori dall'edificio sacro, ai lati della porta, ecco due raffigurazioni di Jules, il quale si presentava sorridente in tuta Marussia e con il casco sotto braccio. Centinaia i mazzi di fiori ai lati della porta principale. A consentire l'entrata della bara nella cattedrale - arrivata pochi minuti dopo le dieci del mattino - due colonne di transenne. Inutile sottolineare quanta gente fosse presente per l'ultimo saluto a Jules. Il feretro - una bara semplice, sobria e senza drappi celebrativi al di sopra - è stato portato all'interno della cattedrale da famigliari e amici stretti del venticinquenne membro della Ferrari Drivers Academy.

Tra i presenti alla cerimonia molti colleghi di Bianchi, tra i quali Nico Rosberg, Nico Hulkenberg, Romain Grosjean, Felipe Massa, Marcus Ericsson, Daniil Kvyat, Daniel Ricciardo, Adrian Sutil, Sebastian Vettel e Lewis Hamilton. Presente anche Alexander Wurz, presidente della GPDA, Grand Prix Drivers Association.

Non ha voluto mancare all'ultimo saluto a Bianchi anche Jean Todt, presidente della Federazione Internazionale dell'Automobile. Proprio il vertice della FIA ha reso noto nella giornata di ieri che il numero utilizzato in Formula 1 dal connazionale è stato ritirato in via definitiva e nessuno potrà mai più possederlo sulla propria vettura nella classe regina del Motorsport.

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