L'ex pilota francese è deceduto a causa di una doppia emorragia cerebrale che non ha lasciato scampo a uno dei sopravvissuti degli anni più pericolosi e affascinanti della Formula 1 e dei campionati Sport, gli anni 60-70. Lascia la moglie Jacqueline Cevert (sorella di François Cevert) e i figli Julien e Anthony.
Beltoise, dopo aver debuttato nelle formule minori sia nell'automobilismo che nel motociclismo, scelse di proseguire la carriera su quattro ruote sino ad arrivare in Formula 1, dove riuscì a vincere il Gran Premio di Montecarlo nel 1972. Nella massima serie a ruote scoperte corse per i team Matra e BRM.
Il transalpino riuscì a togliersi maggiori soddisfazioni nelle categorie prototipi, conquistando in carriera prestigiose vittorie quali la 1000 km del Nürburgring, di Brands Hatch e di Buenos Aires, ma anche una 6 Ore di Watkins Glen. Nel 1971, alla 1000 km di Buenos Aires, in Argentina, ecco l'episodio più triste della carriera di Beltoise: il francese era intento a spingere il proprio prototipo lungo il tracciato per riportarlo ai box, dopo essere rimasto senza benzina. Ignazio Giunti stava sopraggiungendo proprio in quell'istante e tamponò il prototipo del francese, perdendo tragicamente la vita.