SPECIFICHE TECNICHE

MOTORE

Tipo

Ferrari aspirato versione 036

cinque valvole per cilindro

Sistemazione

Posteriore/centrale longitudinale

Cilindrata

3498 cm3 (3500 cc)

Numero di cilindri

12

Numero di valvole

48

Angolo cilindrata

65°

Monoblocco

In ghisa

Teste

In lega leggera

Distribuzione

Due assi a camme in testa

per bancata

Alimentazione

Iniezione elettronica con

due iniettori per cilindro

Potenza max

Oltre 600 cavalli

Regime max

12.500 giri/min

Potenza specifica

171,5 CV/litro

Velocità massima

320 km/h

Alesaggio

84.00 mm

Corsa

52.60 mm

Rapporto compressione

corsa/alesaggio

11,5:1

Vm (Vel. Media pist.)

m/sec

23.8

V (Vel. Media pist.)

m/sec

38.3

Acc. Max pist. M/sec2

65.200

Pme kg/ sec2

12.6

Prodotto pme · Vm

300.0

Carburante

Agip Petroli

Iniettori carburante

Weber Marelli

Sistema iniezione

carburante

Weber Marelli

Lubrificante

Agip Petroli

Candele

Champion Ø 10 mm

TRASMISSIONE

Cambio

Ferrari longitudinale

Velocità

7 rapporti + Retromarcia

Peso cambio

55 kg

Tipo

Semiautomatico sequenziale

a gestione elettronica

Alberi motore

Ferrari

Trazione

Posteriore

Riduzione finale

A coppia conica

Differenziale

Autobloccante Zf

 



SCHEDA TECNICA

Telaio

Monoscocca in materiali compositi e fibra di carbonio.

Passo

2.830 mm

Altezza

950 mm

Lunghezza

4.400 mm

Larghezza

2.130 mm

Carreggiata

anteriore

1.800 mm

Carreggiata

posteriore

1.675 mm

Ruote anteriori

25,0-10,0 x 13

Ruote posteriori

26,0-15,0 x 13

Frizione

Pluridisco. Automotive Products a 3 dischi 5,25 pollici di diametro, operata idraulicamente da un sistema a servocilindro anulare coassiale nella campana della frizione.

Cuscinetti

delle ruote

Anteriore a rulli conici in doppia fila; posteriore a rulli conici in doppia fila.

Sospensione

Anteriore

A ruote indipendenti, bracci trasversali, barra di torsione.

Sospensione

Posteriore

A ruote indipendenti, bracci trasversali, molla elicoidale.

Sospensioni

Ferrari a quattro ruote indipendenti.

Ammortizzatori

Ferrari idraulici telescopici.

Sterzo

A cremagliera.

Elettronica

Magneti Marelli ccontrollano le unità che incorporano l’elettronica riguardante il telaio, motore ed acquisizione dati. Magneti Marelli provvedono anche il controllo di tensione dell’alternatore, sensori, l'analisi di dati e sistemi di telemetria.

Carrozzeria

In materiali compositi. Monoscocca in materiali compositi.

Alettoni

In fibra di carbonio, elementi principali e correttori di assetto regolabili davanti e dietro.

Raffreddamento

A liquido. Circolazione forzata. Due radiatori laterali.

Serbatoio del

carburante

Due laterali e uno centrale in tessuto gommato Atl all’interno della struttura principale. Capacità di 200 litri.

Lubrificazione

Forzata a carter secco con uno scambiatore di calore dell’olio. Il serbatoio dell’olio è incorporato nella campana della frizione tra motore e cambio.

Radiatori

Ferrari.

Sistema di

Sicurezza

La vettura è dotata di estintori per l’abitacolo e il vano motore; è montato anche un sistema di aria d’emergenza per il pilota.

Pneumatici

Goodyear radiali.

Ruote

Monoblocco fuse in lega leggera, fissaggio con dado centrale.

Anteriore e posteriore 13”

Freni

Impianto idraulico, anteriori e posteriori a disco autoventilanti in carbonio.

Cerchi

In lega metallica.

Radio

Magneti Marelli.

Batteria

Magneti Marelli.

Strumenti

Elettronici

Magneti Marelli.

Peso monoposto

(con acqua e olio)

505 kg

Peso monoposto

con pilota

730 kg in griglia di partenza.

Rapporto

peso/ potenza

0,841 kg/cv al netto.

 

CONCLUSIONE

Ferrari 639: la monoposto rivoluzionaria

 

È giusto considerare la Ferrari 639/640 aspirata una delle monoposto simbolo del progresso tecnologico e umano della Storia della Formula 1? Personalmente, credo che quest’affermazione possa essere accettata da tutti. Cerchiamo di trarre alcune considerazioni globali puntando a comprendere in maniera più approfondita il significato tecnologico e storico di questa vettura. Consapevole dei propri limiti umani e tecnologici, la Scuderia Ferrari decise di dare una svolta epocale all’intero apparato strutturale tagliando i ponti con il recente e illustre passato. L’ingaggio del progettista britannico John Barnard portò a un cambiamento radicale all’interno della Casa di Maranello, segnando il corso del suo futuro riconducibile sino ai giorni nostri. Barnard impose i suoi metodi lavorativi, sulla carta corretti e vincenti, rivoluzionando la struttura tecnica della Ferrari e schierando una monoposto rivoluzionaria in ogni settore, concentrando le sue principali innovazioni nell’aerodinamica e nel cambio semi-automatico. Mai un progettista avrebbe pensato all’introduzione definitiva di un simile particolare come il cambio azionato con leve dietro al volante. Il progetto 639-640 non risultò sufficientemente competitivo da controbattere le formidabili prestazioni dell’accoppiata McLaren-Honda che, in quel periodo, dominava in lungo e in largo la scena dei Gran Premi. Ma i concetti di base ideati da Barnard non si rivelarono errati come si potrebbe pensare: nella Stagione 1990, l’evoluzione del modello “640”, siglato Ferrari 641/641-2, risultò il più competitivo del lotto arrivando persino a sfiorare il Titolo Mondiale con il “Professore” Alain Prost. Questa monoposto portò inoltre all’affermazione di un pilota del calibro di Nigel Mansell, che si guadagnò il titolo di “Leone d’Inghilterra” con i suoi memorabili numeri in pista. A mio giudizio personale, al termine di questo lungo dossier, possiamo dire di trovarci di fronte ad una delle monoposto simbolo dell’innovazione strumentale e della rivoluzione tecnologica del passato. Sarebbe più corretto considerare questa vettura una sorta di disegno “pionieristico” che ha tracciato ai progettisti del settore la via da seguire in un’Era di transizione dall’abbandono dei propulsori sovralimentati alla reintroduzione dei motori aspirati: l’inizio dell’Era tecnologica in Formula 1.

 

 

Sopra: Nigel Mansell e la Ferrari 640 a Le Castellet (Francia), monoposto con la quale il pilota britannico divenne il “Leone d’Inghilterra” e icona leggendaria per i tifosi del Cavallino Rampante;