Ogni appassionato di Formula 1 attende la stagione in arrivo come un bambino che vede formarsi lo zucchero filato sul bastoncino in mano al venditore per poi constatare che nulla è cambiato. eppure si difende a spada tratta contro coloro che proferiscono le Verità scomode: "...una volta c'era più spettacolo!"; "...le gare americane sono più combattute!"; "...non ci sono i sorpassi del motociclismo" e altre sentenze del genere.

Tutto vero purtroppo! E noi che snobbiamo il miliardario, doppato e violento calcio perché ormai sport snaturato, forse dovremmo fare un mea culpa, riconoscere la realtà delle cose ed arrenderci di fronte ad altre categorie che di spettacolo e tecnica ne hanno da vendere. Provate ad immaginare solo per un attimo una bella corsa con un centinaio di sorpassi! Non sapremmo dove girare la testa! Ce ne basterebbero 80, anche 50... sicuramente già 30 ci manderebbero in estasi".

D'altra parte tutto questo lo sappiamo perfettamente, eppure la F1 ci piace ancora... e tanto! Ha un potere immenso, oscuro ed inspiegabile per trattenerci al suo cospetto; attenti e soggiogati con quanto ci fa balenare davanti agli occhi. In ogni caso il problema rimane intatto.

Per porre rimedio ed aumentare la spettacolarità si parla di apportare modifiche sostanziali come liberalizzare maggiormente i regolamenti, di consentire motori con un frazionamento libero, di introdurre tutta l'elettronica possibile e via dicendo.

Tutto fumo negli occhi!

Ci pensate? Un bel via perfetto frutto di launch control ormai affidabili e precisi che ricalca a carta carbone le prove; un trenino immutabile con grandi distacchi direttamente proporzionali alla potenza economica dei team e delle grandi case abbinate; i tifosi che pregano inutilmente in qualche ritiro a variare (di poco) le cose; un arrivo cadenzato di tante auto isolate; un gioire di sponsor, un congratularsi per l'avanzatissima tecnica, le industrie contente per i risultati compatibili con gli investimenti effettuati.

Che tristezza! Andiamo a vederci gare di superturismo!

Lo spettacolo è dato da gare combattute, dal primo all'ultimo giro e senza tatticismi o limitazioni di sorta (come il consumo) che finirebbero solo per frenare le chances di qualcuno.
Da sorpassi possibili in ogni momento in pista, sia pure con una certa dose di azzardo, e non solo ai box. Da una certa livellazione delle prestazioni che permetterà gare combattute, con tanti pretendenti alla vittoria, col pilota che tornerà a contare di più, e un allargamento a più squadre della zona punti.

Tutto qui?

Sicuramente no. Ottenere tutto questo è più facile a dirsi che a farsi e i correttivi non possono che interessare ogni sfaccettatura dei regolamenti sportivi e tecnici. Inoltre le grandi case automobilistiche vogliono che la F1 resti campo di sperimentazione tecnica ai più alti livelli. In ogni caso la tecnica, le piste, le procedure e i regolamenti sportivi dovrebbero essere modificati pesantemente per ottenere tutto questo, molto al di là di quello che è già programmato. Ecco una serie di idee atte a livellare tutti i teams e migliorare lo spettacolo delle gare.

TELAIO: Il peso minimo imposto ha come conseguenza una ricerca esasperata su materiali leggerissimi e costosissimi per alleggerire ogni componente ed utilizzare della zavorra per bilanciare meglio le vetture. I top teams, a fronte di spese pazzesche, riescono a realizzare auto con peso-piuma e sfruttare zavorre consistenti giovandosi di innegabili vantaggi sulla concorrenza meno ricca. Se il peso minimo fosse innalzato in modo considerevole (di 2-300 Kg) diminuirebbe sensibilmente tutto il vantaggio di utilizzare materiali ultra avanzati perché contrappesi pesanti sarebbero utili fino ad un certo punto. Per intenderci 100 Kg di zavorra possono dare vantaggio rispetto a chi ne possiede solo 20; ma 300 non molto nei confronti di chi ne avrebbe 220. Si potrebbero calmierare in parte i costi perché i materiali avanzati sarebbero molto meno utili e soprattutto verrebbe meno un forte elemento di discriminazione tra i top teams e gli altri. Inoltre l'aumento del peso minimo permetterebbe di innalzare i limiti di resistenza agli urti con innegabili vantaggi per la sicurezza.

AERODINAMICA: Il vero problema della mancanza dei sorpassi in F1 è dovuto paradossalmente alla grande evoluzione dell'aerodinamica che, pur avendo caratteristiche che rasentano la perfezione, impedisce il sorpasso annullando gli effetti benefici della scia perché l'auto che segue perde aderenza in quanto si trova aria disturbata. Infatti, anche una piccola differenza nel flusso d'aria che colpisce la vettura, ha effetti importanti e l'auto che riceve aria "sporca" non riesce a trovare il necessario carico verticale. Basterebbe porre dei consistenti correttivi per "peggiorare" l'aerodinamica sminuendone l'influenza con forti riduzioni dell'efficienza degli alettoni (soprattutto sull'anteriore) aumentando di conseguenza l'importanza dell'aderenza meccanica dovuta a telaio, meccanica e sospensioni. Nel contempo bisognerà mantenere il divieto di sospensioni attive o correttori d'assetto (facilmente individuabili). Ad esempio all'epoca delle minigonne le auto viaggiavano con pochissima ala e non venivano penalizzate in nessun modo da chi precedeva per la minore importanza dell'efficienza aerodinamica (soprattutto sull'anteriore) rispetto alla meccanica. In ogni caso la scia tornerebbe ad essere utile e faciliterebbe maggiormente i sorpassi, inoltre l'inseguitore potrà stare più vicino all'auto davanti e avere maggiori chances di attacco e sorpasso anche in momenti oggi considerati impossibili.

FRENI: Praticamente perfetti, garantiscono spazi di frenata troppo piccoli per permettere ai piloti di osare con probabilità di successo magari affidandosi alle proprie capacità di funambolismo. Appare impossibile trovare una soluzione per diminuire l'efficacia dei freni in carbonio; anche imponendo freni in acciaio la ricerca riuscirebbe in poco tempo a recuperare. L'intervento non dovrà limitarsi solo ai freni; nella frenata sono complici anche i pneumatici che assecondano le frenate più critiche e intervenire anche su questi potrebbe far aumentare sensibilmente gli spazi di frenata. Comunque, permettendo di fruttare la scia, verranno aumentate le probabilità di attacco in frenata al di la di ogni modifica ai freni. Inoltre con aerodinamiche "peggiori" si dovrà frenare molto prima perché le velocità di percorrenza delle curve saranno molto più basse rispetto alle velocità in rettilineo. Le auto moderne infatti consentono di mantenere tempi sul giro impressionanti proprio grazie alla tenuta in curva. La soluzione è quella di aumentare la differenza tra le velocità massime e quelle di entrata in curva per incrementare gli spazi di frenata e questo grazie a interventi che interessino freni, pneumatici, aerodinamica e tracciati.

MOTORI: Liberalizzare il frazionamento servirebbe solo a far lievitare i costi con l'esordio di nuovi motori aumentando il divario tra i top teams e gli altri. E' proprio l'esatto opposto di quello che servirebbe. Fare in modo di calmierare la loro evoluzione stabilizzando i regolamenti per molti anni permetterebbe di livellare le potenze e fare in modo che anche i più grandi investimenti diano vantaggi limitati. Avere un range di potenze entro i 50/70 CV tra i migliori motori e i peggiori contribuirebbe a livellare le forze in campo. In ragione degli interventi negli altri settori volti a diminuire l'efficienza aerodinamica e in frenata, sarà bene avere potenze più basse delle attuali, ma fino ad un certo punto.

PISTE: I tracciati si stanno uniformando verso una precisa tipologia. Le nuove piste e quelle modificate (ultimo caso Hockenheim) assomigliano sempre più allo stile Hungaroring e la tendenza futura è purtroppo sempre questa per "imbrigliare" le prestazioni delle auto ma impossibilitando di fatto i sorpassi. Piene di chicanes, sono tutte un continuo accelerare e frenare, stanno sparendo le curve in appoggio e i grandi rettilinei che rendevano utili le scie per effettuare i sorpassi ed esaltavano l'abilità e il coraggio di guida. Sperando che almeno Spa resti invariato, la strada da seguire è anche quella di curare una maggiore varietà tra i tracciati per avere tipologie molto diverse tra loro e consentire la ribalta, di volta in volta, di auto sempre diverse. In ogni caso diventa basilare ridurre le prestazioni delle monoposto che altrimenti, nei tracciati "di una volta" sarebbero solo pericolose.

GOMME: I piloti vorrebbero un ritorno alle slick e se non hanno ragione loro... Potrebbe essere un passo verso auto comunque potenti, aerodinamicamente stabili in ogni condizione ed aderenza affidata soprattutto a meccanica e pneumatici. Tuttavia bilanciare le caratteristiche delle gomme e delle potenze installate è la strada vincente per creare una tipologia di auto difficile ma divertente da guidare nello stesso tempo. Tutto questo per valorizzare i piloti più abili che potrebbero contare maggiormente sulla loro bravura indipendentemente dal mezzo a disposizione.

PIT STOP: Molto criticati, in realtà non mutano la sostanza delle cose, anzi. Prima della loro introduzione si vedevano i soliti trenini immutabili nei quali le posizioni erano congelate sin dal via. Se non si può sorpassare e non c'è livellamento di valori... tanto vale. Almeno le soste consentono talvolta di vedere auto top dietro ad altre provare a superarle. Purtroppo molto spesso, con la situazione attuale, anche la migliore auto ha difficoltà a sorpassare la peggiore del lotto con la conseguenza che la tattica diventa essenziale trasformando piloti e team manager in tanti ragionieri con calcolatrice al seguito. Ma se fosse possibile concretamente il sorpasso le soste aumentano lo spettacolo decisamente.

In sintesi...

Con minore potenza diminuisce il rischio, con rettilinei sufficientemente sfruttabili la scia torna ad essere importante. Diminuendo la velocita di percorrenza delle curve rispetto alla massima ed aumentando gli spazi di frenata, gli attacchi diventano possibili e saranno nuovamente sicure molte di quelle curve sostituite da insipide chicanes in nome della prudenza.

Meno tecnica, pur sempre presente ma non preponderante o comunque non troppo vantaggiosa per i top teams; auto più stabili meccanicamente e meno esasperate; tracciati "old style". I piloti si divertirebbero e conterebbero maggiormente, i sorpassi sarebbero possibili, le spese sarebbero contenute e anche i piccoli teams potrebbero fare la loro bella figura. In ogni caso vincerebbero sempre i migliori gratificando sponsors, industrie e soprattutto... NOI!

Tutto molto semplice quindi?

Direi proprio di no. A prescindere dalla innegabile difficoltà di calibrare tutti questi mutamenti teorizzati in modo organico e veramente efficace, la verà difficoltà consiste nella reale possibilità che si voglia veramente un cambiamento di questo genere.
Le grandi case che appoggiano i principali teams investono moltissimo ma vogliono anche avere un congruo ritorno. Non importa l'entità dell'investimento se i risultati raggiunti sono adeguati alle aspettative.
Con un livellamento tra le squadre e la diminuzione dell'importanza della forza economica, rispetto all'abilità del pilota, della squadra o dell'estro progettuale, aumenta il rischio del fallimento dei colossi automobilistici.
E ciò è qualcosa di intollerabile. Meglio una F1 che premia gli investimenti e che dia un certo vantaggio a chi sta puntando in alto.

Per ora molte case stanno entrando in F1, ma solo una può vincere e non è detto che ci si stanchi presto. Per non far scoppiare questa bella bolla di sapone imperativo sarà favorire un continuo ricambio per rimpiazzare i delusi in modo da non ritrovarsi un gigante nel deserto come l'Audi a Le Mans.
Sarei curioso di vedere la F1 tra 10 anni.