da Baldi » 15/08/2010, 15:12
[quote="jerry64"]
[quote="Norisring"]
E molto in anticipo, penso, sui tempi in merito alle strategie di comunicazione...cbhissà oggi cosa farebbe con i social network!
Sguinzaglierebbe decine di collaboratori per scoprire come si parla di lui, della Rossa, se ci sono fughe di notizie, commenti inopportuni...e s'inca z z erebbe esattamente come allora, anzi di più, a causa della ''libertà'' del web.!!
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E aggiungerei che, nella sua mentalita' di uomo pragmatico e a modo suo coerente, certe recenti "chicche" gestionali - tipo il contratto rinnovato a Kimi nonostante l'intenzione di farlo fuori per il 2010, o il Fisichella "terzo pilota stipendiato ma a piedi" nell'assurda speranza che i regolamenti prima o poi concedano la terza vettura o il ritorno dei test privati - non le avrebbe certamente fatte passare liscie.
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Io penso che Ferrari sia stato anche molto meglio di come lo è stato dipinto ma anche molto peggio.
Era un personaggio pubblico, esposto continuamente, come tale, alla opinione pubblica, nel bene e nel male, senza sosta.
Celebrato e "lisciato" dai tanti che, come al solito, sono sempre pronti a salire sul carrozzone dei vincitori... quegli stessi che sono anche i primi a puntare il fucile contro...
E qui il Personaggio tende sempre a dividersi.
Ad avere un lato, un aspetto "pubblico" e ufficiale ma anche a nascondere certe sue sfaccettature private anche solo per una sorta di autodifesa.
A cavalcare la gloria e i tributi della gente e a chiudersi a riccio quando il vento sembra spirare spietatamente (e spesso ingiustificatamente) contro.
Perchè il "pubblico" celebra ma impietosamente accusa o va a scavare anche sugli aspetti più propriamente personali con una bramosìa inarrestabile e criminalmente violentatrice.
A questo punto è difficile porsi di fronte all'uomo (più che al personaggio) con uno spirito acritico, obiettivo e pronto anche a comprendere davvero e pure a giustificare quelle che possono essere state le sue "carognate" (perdonatemi il termine) che in una lunga vita di passione, di sacrifici, di immensi dolori professionali e personali ma anche di dovere verso se stesso, i dipendenti e una azienza , avrà fatto.

C'è un'unica differenza tra me e un pazzo: io non sono pazzo. (Salvador Dalì)