da eugenio70 » 19/04/2010, 17:15
Caro Mario
mi hai risposto con una lettera personale e quindi, con lo stesso tono di una lettera ad un amico, desidero risponderti. Ovviamente non solo a Te ma anche a tutti coloro che hanno saputo apprezzare le parole di incoraggiamento che ho voluto indirizzarti.
Come noterai mi permetto di darti del Tu, sia per diritto di età, sia perchè Tu possa ricordarti che tra colleghi si usa così. E credo che nessuno possa negare che Tu sia un vero collega, partendo dal presupposto che sei anche un vero giornalista. E lo hai abbondantemente dimostrato!
Non nascondo l'imbarazzo nel vedere che per la nostra "pattuglia di As" di tanti anni fa, ci sia ancora qualcuno che la ricorda con piacere. Segno che forse quello che facevamo aveva un senso.
Personalmente credo per l'onestà e la sincerità intellettuale che ci ha sempre contraddistinto. D'altronde se non fosse stato così non si sarebbe lavorativo con "Marcellino". Un Direttore, posso testimoniare, con tanti difetti, ma sicuramente sempre pronto a schierarsi a favore dei suoi uomini. Non fosse altro in nome di quella "passione" e indipendenza che lui stesso reclamava per se, di fronte a tutti : da Ferrari, alla CSAI, allo steso Luciano Conti.
Un personaggio che ai tifosi dell'epoca, forse diceva poco, ma che come editore di As, è stato unico e, forse, la vera "chiave" del nostro successo.
In pochi altri casi al mondo nelle 'editoria, infatti, è esistito un editore che non ha mai messo parola sulla linea del giornale da lui finanziato. Magari per il contratto che inizialmente aveva offerto a Sabbatini. Uno stipendio minimo, ed un tanto ad ogni copia venduta. Un'idea che alla fine fece di As un business incredibile, visto che dalle poche copie che tirava quando Conti lo rilevò, arrivò a vendere tanto da finanziare la nascita di una vera Casa editrice: "Il Borgo" inclusa tipografia autonoma, e capricci come "Il Guerin Sportivo"!
L'iddilio dell'OK indiscriminato alle replica di Sabbatini, (se Conti tentava di esercitare una minima pressione): " le tirature aumentano quindi vuol dire che la gente approva ciò che pubblico", finì agli inizi degli anni'80.
Da un lato il giornale subiva la massiccia concorrenza dei grandi quotidiani e della TV; che avevano scoperto quanti soldi si poteva raccogliere in pubblicità andando nella direzione voluta dal potere, meglio degli sponsor che avevano scoperto la F.1 come veicolo trainante per i consumi più incredibili ( Per Sabbatini era un'offesa gravissima dirgli che si poteva anche lavorare in questa direzione. Lo so per esperienza diretta visto che di "Telesprint" e poi " Rombo TV" ero anche il produttore, inteso come quello che cercava i soldi, dato che la TV commerciale è offerta gratis al pubblico, oltre che il co-conduttore!). Dall'altro Conti , in accordo con Ferrari, si era buttato a capofitto nell'impresa autodromo di Imola e conseguente G.P. di San Marino. Io stesso mediai il primo incontro tra Ecclestone e Conti al ristorante "San Domenico " di Imola.
Per questo il "Generale Sabbatini" ed i suoi soldati ( Per lui uscito dalla scuola militare della Nunziatella era questa la sua visione della redazione) si trasferirono in massa a Rombo, inseguendo la sirena che Callisto Tanzi e la Parmalat potessero essere il nuovo "Conti". Idea pessima visto come è andata a finire all'imprenditore parmense.
Ad essere onesti però Sabbatini in quella nuova F.1 era diventato uno Don Chisciotte e noi i suoi Sancho Panza. Essendo io quello più esposto all'esterno della redazione nella mia veste di inviato alle corse, ed a volte per la produzione, lo ripetevo in continuazione: " Direttore non puoi più pensare di reggere la concorrenza di Tv, Quotidiani Sportivi e no, con il solo entusiasmo di Zigliotto, Canetoli, Bonaventura e qualche altro, oltretutto facendo lo stesso giornale di vent'anni fa, quando i nostri lettori le notizie di prima mano, (e Tu Mario, come altri, me lo testimoni), le avevano solo il martedì e , quel che più conta, solo da Autosprint. Bisogna cambiare! Adeguarsi ai tempi. Magari come fanno i nostri nuovi concorrenti di As, pronti subito a mettersi a favore di vento, pur sapendo di tradire così lo spirito della bandiera che per tanti era stato il precedente AS".
D' altronde per Luciano Conti quello che stava perdendo economicamente con il cambio di rotta del suo giornale, veniva ampliamente compensato dal business Imola, e della società appositamente creata, all'interno dell'ACI Bologna, per sfruttarlo fino in fondo.
Marcello, pur fiutando la sconfitta, però non voleva sentire ragione. La Brabham di Ecclestone era sponsorizzata principalmente dalla Parmalat, e noi attaccavamo il Boss inglese definendolo il "Padrino" per essere, sempre nel nome dell'indipendenza e del rispetto ai lettori, dalla parte di Ferrari nella guerra contro la FOCA!
A distanza di anni, lo giustifico. Cambiare avrebbe significato per Lui, e per i suoi "soldati" rinunciare ad un modo di fare il giornale, che oltre ad aver aperto le porte del magico mondo dei "Cavalieri del Rischio" a decine di migliaia di nuovi appassionati, aveva alimentato la sua credibilità anche sul fatto di non avere mai avuto dei padroni e di aver sempre lavorato secondo coscienza e non secondo convenienza.
Un modo di essere che nella avanzante F.1 miliardaria, di Ecclestone, Montezemolo & Co aveva la stessa valenza del Cavaliere che in sella a Ronzinante e armato della sua picca andava contro i mulini a vento nell'immortale capolavoro di Cervantes.
Fu allora che conscio che un'epoca era finita, e che in quella nuova io non avrei avuto molto spazio, visti i miei trascorsi e la decisa volontà di esservi sempre e comunque coerente, decisi di mettermi da parte.
Scusa il lungo sfogo, ma è per dire che l'unico sprazzo di luce, capace di ricordare ai tifosi un mondo oggi inimmaginabile, è stato proprio, a mio modo di vedere, il tuo "cuore da corsa".
Quindi, anche se da editore a volte debbo capire che il mondo va avanti e non indietro, poso solo incoraggiarti e dirti di non mollare. Qualcuno che sa, e saprà, apprezzare il Tuo lavoro, se svolto con passione, coerenza ed onestà, ci sarà sempre. E come diceva il Manzoni anche se per un solo lettore, ne varrà sempre la pena.
Ciao
Eugenio Zigliotto
P.S. in una prossima occasione, se ti farà piacere così come spero ai Tuoi fans, ti racconterò anche la verità sul mio scontro con Alboreto!