Benvenuti nella sezione dedicata a Cuore da Corsa

Discussioni ed approfondimenti sull'inserto di Autosprint curato da Mario Donnini

da Pisy » 25/12/2009, 17:56

Grazie degli auguri Marione e delle bellissime parole, tanti auguri anche a te e a tutti i compagni di Gpx. E' bello gustarsi le corse con i tuoi biglietti riservatissimi.
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da Uitko » 26/01/2010, 18:16

Alla data odierna siamo arrivati alla rispettosa cifra di ben 58 CDC archiviati in pdf!
Colgo l'occasione per chi ci ha dato finora una mano a scannerizzarli  ;)
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da Jackie_83 » 26/01/2010, 18:44

aspetta a ringraziarci Boss, ne mancano ancora 89! :asd:
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da Racer Cek » 26/01/2010, 18:59

[quote="Jackie_83"]
aspetta a ringraziarci Boss, ne mancano ancora 89! :asd:
[/quote]


é vero Jackie,non siamo neanche a metà!!!! :D
"A Buenos Aires c'era una parabolica che in prova si prendeva col pedale del gas a fondo corsa,in gara forse:dipendeva dal carico di benzina a bordo e da quanto quel giorno ti importasse sopravvivere davvero" (J.Watson)
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da Jackie_83 » 26/01/2010, 21:25

[quote="Racer Cek"]
[quote="Jackie_83"]
aspetta a ringraziarci Boss, ne mancano ancora 89! :asd:
[/quote]


é vero Jackie,non siamo neanche a metà!!!! :D
[/quote]

Fonderemo lo scanner prima di arrivare alla fine mi sa :asd:
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da eugenio70 » 14/04/2010, 17:02

Caro Donnini
sono Eugenio Zigliotto. Mi presento con nome e cognome perchè noi giornalisti siamo obbligati a metterci sempre il nome e la faccia quando scriviamo qualcosa.("Niki" mi capirà!).
Dal 1968 al 1982 ho fatto l'inviato alle corse per Autosprint, sotto la direzione di Marcello Sabbatini ( Il solo ed unico vero Direttore di questo giornale). Ho seguito un pò di tutto: Dalle iniziali gare in salita, all'Europeo Turismo, all'Europeo 2 litri, all Europeo F.2, al Mondiale sport, alla F.1. Per anni ho usato lo pseudonimo "Tito Zogli" perchè legato come "firma" contrattualmente durante la settimana ad un altro editore.
Ad animare me come tutta la pattuglia di allora di AS: Marco Magri, Carlo Cavicchi, Lepoldo Canetoli, Giancarlo Cevenini, Franco Lini, fino a tutti i collaboratori, c'era un solo  propellente: la passione. La sincera ammirazione per chi praticava uno sport senza eguali per ardimento e coraggio, e l'ambizione di raccontare le relative misconosciute gesta ad un numero sempre più grande di persone.
Considerato che AS quando fu fondato (credo a memoria nel 1961) da Renata Anselmo, una fotografa appassionata di gare in salita non arrivava 3000 copie in ciclostile, e che quando ce ne andammo per finire a Rombo, la tiratura si aggirava attorno alle 300.000 copie, credo che l'obiettivo sia stato raggiunto.
Ma non è questo il motivo perchè interrompendo una riservatezza che mi sono imposto da quando ho chiuso di seguire attivamante le corse ( anche quando nei tuoi pezzi storicamente poteva esserci un miglior approfondimento da parte chi di come, come si suole dire, "c'era"!) mi sono deciso a scriverti.E' solo che volevo testimoniarti che la tua "passione" ed il tuo talento sarebbero state anche allora un passaporto sufficiente per essere parte degli "soldati" di Marcello.
La consacrata amicizia che a Lui mi legava, assieme avevamo giocato anche la carta della televisione, mi autorizza a dirtelo senza tema di smentite.
Per il resto chiunque abbia dei quesiti su come e perchè le corse di F.1 in questi ultimi 50 anni, da sport per pochi intimi siano diventate mediaticamente inferiori solo al calcio, e perchè a volte gli editori debbono prendere decisioni impopolari ( oggi io stesso sono editore!) credo di poter riferire cose abbastanza di prima mano. Anche se non con la penna "felice" di Mario nel rendere le nostre lontane cronache il  "mito" di CDC.
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da Baldi » 14/04/2010, 17:46

[quote="eugenio70"]
Caro Donnini
sono Eugenio Zigliotto. Mi presento con nome e cognome perchè noi giornalisti siamo obbligati a metterci sempre il nome e la faccia quando scriviamo qualcosa.("Niki" mi capirà!).
Dal 1968 al 1982 ho fatto l'inviato alle corse per Autosprint, sotto la direzione di Marcello Sabbatini ( Il solo ed unico vero Direttore di questo giornale). Ho seguito un pò di tutto: Dalle iniziali gare in salita, all'Europeo Turismo, all'Europeo 2 litri, all Europeo F.2, al Mondiale sport, alla F.1. Per anni ho usato lo pseudonimo "Tito Zogli" perchè legato come "firma" contrattualmente durante la settimana ad un altro editore.
Ad animare me come tutta la pattuglia di allora di AS: Marco Magri, Carlo Cavicchi, Lepoldo Canetoli, Giancarlo Cevenini, Franco Lini, fino a tutti i collaboratori, c'era un solo  propellente: la passione. La sincera ammirazione per chi praticava uno sport senza eguali per ardimento e coraggio, e l'ambizione di raccontare le relative misconosciute gesta ad un numero sempre più grande di persone.
Considerato che AS quando fu fondato (credo a memoria nel 1961) da Renata Anselmo, una fotografa appassionata di gare in salita non arrivava 3000 copie in ciclostile, e che quando ce ne andammo per finire a Rombo, la tiratura si aggirava attorno alle 300.000 copie, credo che l'obiettivo sia stato raggiunto.
Ma non è questo il motivo perchè interrompendo una riservatezza che mi sono imposto da quando ho chiuso di seguire attivamante le corse ( anche quando nei tuoi pezzi storicamente poteva esserci un miglior approfondimento da parte chi di come, come si suole dire, "c'era"!) mi sono deciso a scriverti.E' solo che volevo testimoniarti che la tua "passione" ed il tuo talento sarebbero state anche allora un passaporto sufficiente per essere parte degli "soldati" di Marcello.
La consacrata amicizia che a Lui mi legava, assieme avevamo giocato anche la carta della televisione, mi autorizza a dirtelo senza tema di smentite.
Per il resto chiunque abbia dei quesiti su come e perchè le corse di F.1 in questi ultimi 50 anni, da sport per pochi intimi siano diventate mediaticamente inferiori solo al calcio, e perchè a volte gli editori debbono prendere decisioni impopolari ( oggi io stesso sono editore!) credo di poter riferire cose abbastanza di prima mano. Anche se non con la penna "felice" di Mario nel rendere le nostre lontane cronache il  "mito" di CDC.
[/quote]

Innanzitutto un grande benvenuto nel nostro sito perchè la cosa mi onora e sicuramente ci onora tutti quanti.
:)
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da Niki » 14/04/2010, 19:22

Minchia! Pure Zigliotto! Benvenuto di sicuro.
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da Jackie_83 » 14/04/2010, 20:51

Benvenuto pure da parte mia, è un onore averla sul nostro Forum :)

Spero di avere il piacere di leggere spesso suoi interventi
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da sundance76 » 14/04/2010, 21:06

Sono felicissimo dell'arrivo di Eugenio Zigliotto!! Il "ghiaccio bollente da ricongelare" di Gilles a Jarama '79 (due testacoda), è una delle "invenzioni" di Zigliotto su AS!!

Ho subito un quesito che sfiora il gossip: si dice che la trasformazione miliardaria della F1 tra la fine degli anni '60 e l'inizio dei '70 fu dovuta anche all'iniezione di capitali prevenienti dalla mega-produzione del film "Grand Prix" (e questo è assodato e riconosciuto) ma anche dai "proventi" della Grande Rapina al Treno, raccontata proprio da Mario in un memorabile e documentatissimo CDC.

Nell'ambiente, questa voce trovava qualche fondamento?

In quel CDC, c'è anche un box d'approfondimento in cui Marcellone raccontava di essersi astenuto dal pubblicare un dossier circostanziato, ma senza nessuna prova che dimostrasse ciò che veniva raccontato...
"Chi cerca di conoscere il passato capirà sempre meglio degli altri il presente e il futuro, e non soltanto nel nostro piccolo mondo di effimere quanto amate frenesie corsaiole." G. C.

https://www.youtube.com/watch?v=ygd67cDAmDI
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da jeanpierresarti » 14/04/2010, 22:01

anch'io sono entusiasta di questo Nuovo Arrivo!!! ogni mercatino delle auto storiche compreso Monza-intereuropa vado alla ricerca di numeri vecchi di Autosprint!
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da Littlewomen » 19/04/2010, 13:09

Carissimo Eugenio Zigliotto,
grazie per la Sua stupenda lettera - la considerò così, non messaggio freddamente elettronico, ma lettera in senso classico - perché, oltre alle cose vere e stupende che dice, mi dà l'occasione per raccontarLe/Vi un paio di cose.
Voi Giornalisti (e non noi) dell'Autosprint Anni '70 e di Rombo, dall'aprile 1981 in poi, siete stati semplicemente meravigliosi. Non avevate proprio nulla dei validi mestieranti in senso classico, direi proprio di no, ma qualcosa di diverso e molto di più: eravate sacerdoti laici, piuttosto, e trasmettevate non solo e non tanto notizie, ma calore, curiosità, scosse vivificanti, amore per la polemica intellettualmente onesta, il fascino della sfida militante accanto alla passione rigorosa per uno sport maschio, caldo ma crudele.
Tanti, tantissimi di noi, Eugenio, in quell'epoca ruggente erano invisibilmente in redazione e in comunione con Voi, anche se potevate solo immaginarLo. Perché la Vostra stupenda avventura non si viveva solo nella lettura dei Vostri pezzi, ma già una o due sere prima a casa nostra, pensando, immaginando come sarebbe stato il prossimo numero del Vostro giornale.
Andavamo dall'edicolante e per strada eravamo già lì con Voi, guardavamo nelle rastrelliere dei giornali per cercare se ci fosse la fresca, nuovissima copertina col magico rettangolo rosso di AS o la testata di Rombo ammiccante al ciclo Otto, e già il cuore mancava un colpo.
Poi, sì, c'era l'emozione di leggerVi o rileggerVi e perfino il sapere che il martedì il giornale non era arrivato era lì per lì adrenalinico, perché, si sa, il piacere stesso era anche nell'attesa e prolungare l'attesa prolungava il piacere.
E c'era pure un che di misterioso, di fascinosamente alchemico nel risultato del vostro lavoro.
Marcellone, Lini, Zigliotto, ma che so, ma pure Canetoli o Bonaventura Franco erano, eravate, ministri di culto per me e per tanti, tra i cui fumiganti incensi era dolce naufragare. Ma anche imparare. Cominciare a porsi domande importanti.
Sì, io Eugenio Zigliotto lo ho adorato.
La sua cartolina, il suo Memo post Gp lo divoravo, cercavo di viverlo e respirarlo perché sapevo che non era solo leggere, quello, ma anche il filtro giusto per penetrare realtà che mi arricchivano da adolescente e che nello stesso tempo mi lasciavano voglioso di una replica, della prossima puntata, di un appuntamento ulteriore.
Ho adorato perfino l'Eugenio Zigliotto che ebbe il coraggio di assestare una sberla a Michele Alboreto nel 1984, credo in Canada, nella polemica post-Monaco. Poi col Michele 40enne sono diventato amico e ho amato anche lui ma in quel momento, a metà anni 80, Alboreto era il simbolo dell'establishment Rosso e Zigliotto l'emblema del coraggio di dare la notizia e dell'onestà tetragona di prendere una posizione. Quasi sempre controcorrente, scomoda, grazie anche alle rotte magiche del nostromo Marcellone.
Foste proprio Voi, nel 1987, a farmi debuttare nel giornalismo, con quello stupendo concorso per rookie di penna che fu "Rombo-Futuro". Mi piazzai terzo su non so quanti partecipanti e da allora eccomi qui.
E posso smettere di frequentare una redazione, smettere perfino di prendere uno stipendio, ma con la testa e col cuore, Eugenio, sono e resterò per sempre uno dei Vostri. Pur avendo ben chiaro dentro di me che i Maestri restano Maestri, coi quali, come sta accadendo ora, è piacevole e sorprendente dialogare, ma pur sempre chiarendo che chi viene dopo deve dare del Lei a chi c'era da prima, col rispetto dovuto a chi sapeva (e sa) stupendamente interpretare il suo ruolo e la sua professione.
Poi, con gli anni, ho imparato che il giornalismo è come il pugilato. Offre sfide strappacuore e molte volte degli strani verdetti. Sto imparando ad accettarli, e chissà, forse tra qualche secolo magari riuscirò anche a diventare abbastanza furbo per addomesticarli (anche se sinceramente spero di no), ma non è importante questo, in fondo.
Ora conta solo dirLe , caro Eugenio, che quel briciolo di poesia che Lei e quelli della Sua coraggiosa pattuglia mi e ci avete regalato, quello no, non lo perderò mai. Insieme al gusto di preservarlo tra le cose più preziose che si portano dentro.
Grazie di Cuore e un forte, fortissimo abbraccio.
Mario
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da sundance76 » 19/04/2010, 13:47

Grandioso Mario!!! Ti sei rivolto a Zigliotto, ma mi sono sentito completamente coinvolto e "compreso" nel leggere la descrizione delle stesse identiche sensazioni e sentimenti che anche io provavo!! E che a volte provo ancora adesso, seppur molto più raramente...
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da madfilt » 19/04/2010, 15:18

ho letto e riletto la risposta di Donnini a Zigliotto, e più la leggo e più resto stupito che una " penna " di tale bravura e passione sia stata allontanata dal settimanale motoristico italiano per antonomasia...
Credo che, purtroppo, da un po' di tempo a questa parte molte cose, nel nostro Paese, girino decisamente al contrario.
P.S. mi sovviene della passione motoristica di Zigliotto, oltre che per i suoi notevoli articoli, anche per il suo cimentarsi in pista con le auto storiche. Era una Flaminia Zagato, se non ricordo male, davvero bella e veloce. Chissà se la possiede ancora e se ancora le fa assaggiare l' asfalto dei circuiti?
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da eugenio70 » 19/04/2010, 17:15

Caro Mario
mi hai risposto con una lettera personale e quindi, con lo stesso tono di una lettera ad un amico, desidero risponderti. Ovviamente non solo a Te ma anche a tutti coloro che hanno saputo apprezzare le parole di incoraggiamento che ho voluto indirizzarti.
Come noterai mi permetto di darti del Tu, sia per diritto di età, sia perchè Tu possa ricordarti che tra colleghi si usa così. E credo che nessuno possa negare che Tu sia un vero collega, partendo dal presupposto che sei anche un vero giornalista. E lo hai abbondantemente dimostrato!
Non nascondo l'imbarazzo nel vedere che per la nostra "pattuglia di As" di tanti anni fa, ci sia ancora qualcuno che la ricorda con piacere. Segno che forse quello che facevamo aveva un senso.
Personalmente credo per l'onestà e la sincerità intellettuale che ci ha sempre contraddistinto. D'altronde se non fosse stato così non si sarebbe lavorativo con "Marcellino". Un Direttore, posso testimoniare, con tanti difetti, ma sicuramente sempre pronto a schierarsi a favore dei suoi uomini. Non fosse altro in nome di quella "passione" e indipendenza che lui stesso reclamava per se, di fronte a tutti : da Ferrari, alla CSAI, allo steso Luciano Conti.
Un personaggio che ai tifosi dell'epoca, forse diceva poco, ma che come editore di As, è stato  unico e, forse, la vera "chiave" del nostro successo.
In pochi altri casi al mondo nelle 'editoria, infatti, è esistito un editore che non ha mai messo parola sulla linea del giornale da lui finanziato. Magari per il contratto che inizialmente aveva offerto a Sabbatini. Uno stipendio minimo, ed un tanto ad ogni copia venduta. Un'idea che alla fine fece di As un business incredibile, visto che dalle poche copie che tirava quando Conti lo rilevò, arrivò a vendere tanto da finanziare la nascita di una vera Casa editrice: "Il Borgo" inclusa tipografia autonoma, e capricci come "Il Guerin Sportivo"!
L'iddilio dell'OK indiscriminato alle replica di Sabbatini, (se Conti tentava di esercitare una minima pressione): " le tirature aumentano quindi vuol dire che la gente approva ciò che pubblico", finì agli inizi degli anni'80.
Da un lato il giornale subiva la massiccia concorrenza dei grandi quotidiani e della TV; che avevano scoperto quanti soldi si poteva raccogliere in pubblicità andando nella  direzione voluta dal potere, meglio degli sponsor che avevano scoperto la F.1 come veicolo trainante per i consumi più incredibili ( Per Sabbatini era un'offesa gravissima dirgli che si poteva anche lavorare in questa direzione. Lo so per esperienza diretta visto che di "Telesprint" e poi " Rombo TV" ero anche il produttore, inteso come quello che cercava i soldi, dato che la TV commerciale è offerta gratis al pubblico, oltre che il co-conduttore!). Dall'altro Conti , in accordo con Ferrari, si era buttato a capofitto nell'impresa autodromo di Imola e conseguente G.P. di San Marino. Io stesso mediai il primo incontro tra Ecclestone e Conti al ristorante "San Domenico " di Imola.
Per questo il "Generale Sabbatini" ed i suoi soldati ( Per lui uscito dalla scuola militare della Nunziatella era questa la sua visione della redazione) si trasferirono in massa a Rombo, inseguendo la sirena che Callisto Tanzi e la Parmalat potessero essere il nuovo "Conti". Idea pessima visto come è andata a finire all'imprenditore parmense.
Ad essere onesti però Sabbatini in quella nuova F.1 era diventato uno Don Chisciotte e noi i suoi Sancho Panza. Essendo io quello più esposto all'esterno della redazione nella mia veste di inviato alle corse, ed a volte per la produzione, lo ripetevo in continuazione: " Direttore non puoi più pensare di reggere la concorrenza di Tv, Quotidiani Sportivi e no, con il solo entusiasmo di Zigliotto, Canetoli, Bonaventura  e qualche altro, oltretutto facendo lo stesso giornale di vent'anni fa, quando i nostri lettori le notizie di prima mano, (e Tu Mario, come altri, me lo testimoni), le avevano solo il martedì e , quel che più conta, solo da Autosprint. Bisogna cambiare! Adeguarsi ai tempi. Magari come fanno i nostri nuovi concorrenti di As, pronti subito a mettersi a favore di vento, pur sapendo di tradire così lo spirito della bandiera che per tanti era stato il precedente AS".
D' altronde per Luciano Conti quello che stava perdendo economicamente con il cambio di rotta del suo giornale, veniva ampliamente compensato dal business Imola, e della società appositamente creata, all'interno dell'ACI Bologna, per sfruttarlo fino in fondo.
Marcello, pur fiutando la sconfitta, però non voleva sentire ragione. La Brabham di Ecclestone era sponsorizzata principalmente dalla Parmalat, e noi attaccavamo il Boss inglese definendolo il "Padrino" per essere, sempre nel nome dell'indipendenza e del rispetto ai lettori, dalla parte di Ferrari nella guerra contro la FOCA!
A distanza di anni, lo giustifico. Cambiare avrebbe significato per Lui, e per i suoi "soldati" rinunciare ad un modo di fare il giornale, che oltre ad aver aperto le porte del magico mondo dei "Cavalieri del Rischio" a decine di migliaia di nuovi appassionati, aveva alimentato la sua credibilità anche sul fatto di non avere mai avuto dei padroni e di aver sempre lavorato secondo coscienza e non secondo convenienza.
Un modo di essere che nella avanzante F.1 miliardaria, di Ecclestone, Montezemolo & Co aveva la stessa valenza del Cavaliere che in sella a Ronzinante e armato della sua picca andava contro i mulini a vento nell'immortale capolavoro di Cervantes.
Fu allora che conscio che un'epoca era finita, e che in quella nuova io non avrei avuto molto spazio, visti i miei trascorsi e la decisa volontà di esservi sempre e comunque coerente, decisi di mettermi da parte.
Scusa il lungo sfogo, ma è per dire che l'unico sprazzo di luce, capace di ricordare ai tifosi un mondo oggi inimmaginabile, è stato proprio, a mio modo di vedere, il tuo "cuore da corsa".
Quindi, anche se da editore a volte debbo capire che il mondo va avanti e non indietro, poso solo incoraggiarti e dirti di non mollare. Qualcuno che sa, e saprà, apprezzare il Tuo lavoro, se svolto con passione, coerenza ed onestà, ci sarà sempre. E come diceva il Manzoni anche se per un solo lettore, ne varrà sempre la pena.
Ciao
Eugenio Zigliotto

P.S. in una prossima occasione, se ti farà piacere così come spero ai Tuoi fans, ti racconterò anche la verità sul mio scontro con Alboreto!
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