Indycar Series 2009

GP2 Series, Rally, Nascar, Cart, IRL, Superbike, MotoGP etc etc

da Elio11 » 28/10/2009, 12:09

Ritornano gli aggiornamenti con la Indycar  :)

Partiamo dall'atto Finale, Homestead.


Indycar – Franchitti in pole ad Homestead

Sarà Dario Franchitti a partire dalla pole position nella prova finale della Indycar Series. Il pilota scozzese ha preceduto i due rivali nella corsa al titolo: il compagno di squadra Scott Dixon partirà dal secondo posto, mentre Ryan Briscoe è terzo. “Ottenere il punto aggiuntivo per la pole è buono, e (10 ottobre), ma il lavoro duro comincia adesso perché Ryan (Briscoe) e Scott (Dixon) sono proprio lì, e ci sono un paio di altri ragazzi che ho visto durante le libere essere molto, molto forti in vista della gara“, ha detto Franchitti. “E’ stato difficile oggi trovare il setup giusto per far sì che la vettura fosse pronta per le qualifiche“, ha detto Briscoe. “Sono sicuro che domani sarà un’escalation di tensione. E’ sicuramente un grande affare, un affare enorme per me. Ma mi sento pronto. So che ho una concorrenza molto dura. I ragazzi di Ganassi sono stati molto veloci in qualifica, e so che saranno molto forti in gara. Quindi sarà una battaglia dura, ma penso di poter fare una buona gara, e spero di poterli battere.” Male è andata invece al suo compagno di squadra Helio Castroneves, che è stato coinvolto in un incidente durante le libere nel tardo pomeriggio e si è dovuto qualificare con la sua T-car. Partirà undicesimo. Tra gli altri piloti è emerso Ed Carpenter, costantemente tra i più veloci durante le sessioni di prove libere, e che scatterà dal quarto posto (pareggiando la sua miglior qualifica in carriera, ottenuta in Michigan tre anni fa). “Sono davvero contento di questa qualifica“, ha detto Carpenter. “Ero fiducioso di entrare nella top 10, ma già dalle libere eravamo nella top 5. Sarà una gara interessante, tutti lotteremo nel traffico su una pista impegnativa. E’ divertente giungere su una pista così difficile e trovare il giusto setup per avere una buona macchina. Penso che un sacco di persone sperano di vedere i tre contendenti per il campionato lottare ruota a ruota fino alla fine, ma non credo che succederà. Penso che chi avrà la macchina migliore andrà a vincere, e sinceramente penso che abbiamo delle buone chance.” Il debuttante sulla seconda vettura del Newman Haas Lanigan Racing Alex Lloyd partirà dalla terza fila, affiancato dal compagno di squadra Graham Rahal. “Siamo tutti molto entusiasti della nostra posizione di partenza“, ha detto Lloyd. “Ho avuto la fortuna di vincere qui Indy Lights. Correre qui su una vettura Indycar è diverso rispetto a una vettura Indy Lights, ma allo stesso tempo è bello avere una certa esperienza con la pista. E’ fantastico essere di nuovo in competizione. Adesso vogliamo andare là fuori ed essere in grado di provarci. Ci sono alcune cose che ho bisogno di imparare, ma allo stesso tempo penso che possiamo in corsa possiamo stare davanti.” I piloti dell’Andretti Green Racing (all’ultima gara con questa denominazione prima del rimpasto societario) sono rimasti a metà schieramento, anche se si sono dichiarati concentrati sul setup per la gara. I migliori sono stati Danica Patrick e Marco Andretti, che partiranno dal settimo e ottavo posto, davanti al leader della classifica per i rookie Raphael Matos (Luczo Dragon).

Griglia di partenza:

Pos  Driver            Team                Speed

1.  Dario Franchitti  Ganassi              212.696
2.  Scott Dixon        Ganassi              212.160
3.  Ryan Briscoe      Penske              212.137
4.  Ed Carpenter      Vision              211.769
5.  Alex Lloyd        Newman/Haas/Lanigan  211.702
6.  Graham Rahal      Newman/Haas/Lanigan  211.653
7.  Danica Patrick    Andretti Green      211.258
8.  Marco Andretti    Andretti Green      210.884
9.  Raphael Matos      Luczo Dragon        210.834
10.  Mario Moraes      KV                  210.819
11.  Helio Castroneves  Penske              210.658
12.  Tomas Scheckter    Dreyer & Reinbold    210.453
13.  Justin Wilson      Coyne                210.420
14.  Dan Wheldon        Panther              210.407
15.  Tony Kanaan        Andretti Green      210.315
16.  Sarah Fisher      Fisher              210.174
17.  Milka Duno        Dreyer & Reinbold    210.020
18.  EJ Viso            HVM                  209.773
19.  Hideki Mutoh      Andretti Green      209.623
20.  Mike Conway        Dreyer & Reinbold    208.971
21.  Ryan Hunter-Reay  Foyt                208.536
22.  Robert Doornbos    HVM                  207.352
23.  Jaques Lazier      3G                  205.606



Indycar – Franchitti è il campione 2009


Dario Franchitti è il campione Indycar Series 2009. Lo scozzese (al secondo in titolo in carriera) ha vinto una storica Firestone Indy 300 sull’Homestead-Miami Speedway, la prima gara di sempre della Indycar senza una caution. La media di 324,085 kmh è stata la seconda più veloce nella storia della categoria. La chiave della gara sono stati i consumi. A sette giri dalla fine la lotta sembrava ristretta tra Ryan Briscoe, leader della corsa e leader virtuale del campionato, e Scott Dixon, secondo, mentre Franchitti era staccato di quasi un giro. Ma la giro 193 i due leader della gara sono dovuti rientrare ai box per un rabbocco di etanolo, mentre Franchitti, più parsimonioso, è riuscito ad arrivare alla fine senza dover rifornire. “Questo è stato un grande anno per il nostro team“, ha detto Franchitti. “E’ stato così divertente farne parte. Sono stato davvero fortunato in tutta la mia carriera ad avere la possibilità di correre per una grande squadra. Questi ragazzi volevano vincere e hanno vinto. Non riesco a ringraziare abbastanza la squadra. Scott e io abbiamo dato il massimo per tutta la stagione per arrivare a questo punto.” Lo scenario è stato simile a quello del 2007, quando Franchitti e Dixon si giocarono il titolo fino all’ultima curva della stagione, quando Dixon rimase a secco consegnando il titolo all’ allora pilota dell’Andretti Green Racing. “Come nel 2007, ho dovuto cercare di risparmiare un po’ di carburante e rimanere all’interno della strategia“, ha detto Franchitti. “Abbiamo sempre cercato di andare il più lunghi possibile. La macchina era un po’ squilibrata nel primo stint e questo ha permesso Scott e Ryan allontanarsi un pò. Dal secondo stint la macchina era davvero buona, ma da allora abbiamo cercato di conservare carburante. Sono andato il più veloce possibile, ma sempre il più parsimonioso possibile.”

Briscoe ha fatto tutto il necessario per portare a casa il suo primo grande titolo: 103 giri in testa e i due punti di bonus, leadership della gara e del campionato a pochi giri dalla fine. “E’ abbastanza frustrante“, ha detto Briscoe, che per otto volte ha terminato al secondo posto in questa stagione. “E’ stata una delle gare più belle che io abbia mai disputato. Mi dispiace che sia stata decisa dalla strategia. Alla fine pensavo che fosse una storia tra me e Scott, invece il vantaggio ce lo aveva Dario.” Dixon, come Briscoe, si era fermato al giro 144 ed è stato costretto ad un veloce rabbocco nel finale (al giro 192 Dixon, al giro 194 per Briscoe). “All’inizio della gara non pensavo potesse finire così“, ha detto Dixon. “Ma alla fine questi sono i fatti. Pensi sempre che ci sarà qualche caution. Quello che posso fare è farmene una ragione e riprovarci l’anno prossimo.” Un’altra particolarità della corsa è stata che soltanto i tre contenders per il titolo hanno terminato la corsa a pieni giri. Quarto ha terminato Tony Kanaan, che partiva dalla quindicesima posizione. “Abbiamo fatto quello che potevamo stasera“, ha detto Kanaan. “La vettura è andata bene, ma semplicemente non era abbastanza veloce. Volevo vincere in quella che orma è la mia città, ci riproveremo l’anno prossimo. Questi tre ragazzi sono stati davvero imbattibili. Io mi prendo il quarto posto. Dopo la stagione che abbiamo avuto, essere tra i primi quattro è un ottimo modo di terminare. Devo dire che la parte migliore del mio anno è vedere il mio migliore amico vincere il campionato un’altra volta.” L’unico incidente della corsa è avvenuto al giro 152 ai box, e non ha comportato l’uscita delle bandiere gialle, quando Dan Wheldon, rientrando per il suo pit, ha toccato Danica Patrick che stava uscendo, mandandola in testacoda.

Commentando questa vittoria, Franchitti ha detto: “Non avrei mai pensato che avrei vinto cinque gare e il campionato subito al mio ritorno. Voglio ringraziare Chip (Ganassi) per avermi dato un lavoro. Inoltre, ho avuto fortuna, e sì, bisogno avere un po’ di fortuna per vincere un campionato. Dalla vittoria nella seconda gara, a Long Beach, ho capito che avremmo potuto farcela. Nel 2007 c’era un sacco di soddisfazione per ave ottenuto il primo titolo. Ma questo è ancora migliore, perché adesso la categoria è stata riunificata e ci sono tutti i migliori. Questo mi dà davvero molta soddisfazione. Delle scelte fatte in passato non cambierei nulla. Ho avuto modo di andare a fare qualcosa di completamente diverso e di imparare cose nuove. E questo ha fatto di me un pilota migliore, credo. Adesso sono assolutamente dove dovrei essere. Questo è ciò per cui sono cresciuto, gareggiare nella IndyCar Series.” Poi lo scozzese ha voluto fare una dedica speciale: “In questo stesso periodo di 10 anni fa ero a giocarmi il titolo CART con Montoya, quando successe l’incidente di Greg Moore. Quando ho tagliato il traguardo ho pensato a Greg, e questo è per lui.” Raphael Matos, terminando quattordicesimo, ha conquistato il titolo di Rookie Of The Year. “Il mio primo anno non poteva essere migliore“, ha detto Matos, campione Firestone Indy Lights nel 2008. “Questo titolo significa molto per me e molto per la squadra. Ci sono un sacco di nomi famosi tra i Rookie Of The Year e sognavo di potermi unire a loro. Credo che questo dimostra che siamo pronti a fare il sato per ottenere qualcosa di migliore il prossimo anno.”

Classifica finale:

1.  Dario Franchitti  Ganassi              1h28m28.3117s
2.  Ryan Briscoe      Penske                  + 4.7888s
3.  Scott Dixon        Ganassi                  + 6.0206s
4.  Tony Kanaan        Andretti Green            + 1 lap
5.  Helio Castroneves  Penske                    + 1 lap
6.  Hideki Mutoh      Andretti Green            + 2 laps
7.  Mario Moraes      KV                        + 2 laps
8.  Alex Lloyd        Newman/Haas/Lanigan      + 2 laps
9.  Tomas Scheckter    Dreyer & Reinbold        + 3 laps
10.  Justin Wilson      Coyne                    + 3 laps
11.  Graham Rahal      Newman/Haas/Lanigan      + 3 laps
12.  Ed Carpenter      Vision                    + 3 laps
13.  Ryan Hunter-Reay  Foyt                      + 4 laps
14.  Raphael Matos      Luczo Dragon              + 4 laps
15.  Mike Conway        Dreyer & Reinbold        + 5 laps
16.  EJ Viso            HVM                      + 6 laps
17.  Milka Duno        Dreyer & Reinbold        + 6 laps
18.  Sarah Fisher      Fisher                  + 13 laps
19.  Danica Patrick    Andretti Green          + 15 laps



Ritiri:

    Robert Doornbos    HVM                  166 laps
    Dan Wheldon        Panther              150 laps
    Marco Andretti    Andretti Green      58 laps
    Jaques Lazier      3G                  23 laps
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da Elio11 » 28/10/2009, 12:13

Tre notizie in serie: HVM scarica, forse, Viso; Penske con tre vetture nel 2010; Wheldon firma il prolungamento di contratto con Panther Racing

Indycar – L’HVM Racing al lavoro per il 2010

Dopo una stagione 2009 avara di risultati, l’HVM Racing sta lavorando in vista del 2010 con la volontà di schierare due vetture nella Indycar Series, come fatto nel finale di questa stagione. Una delle due sarà sicuramente guidata da Robert Doornbos, che ha raggiunto la squadra a metà stagione 209 dopo aver lasciato il Newman/Haas/Lanigan Racing. L’altro pilota, EJ Viso (che ha guidato per il team negli ultimi due anni), è in scadenza di contratto ed il team si sta guardando intorno alal ricerca di un nuovo pilota. Il proprietario del team, Keith Wiggins, non ha detto esplicitamente che Viso è fuori, ma la separazione sembra ormai certa. “Abbiamo una squadra storicamente di successo, ed i membri principali del gruppo sono sempre gli stessi“, ha detto Wiggins. “Ma con l’aggiunta di pochi volti nuovi penso che potremmo avere dei benefici. Abbiamo bisogno di qualche persona con un pò più di esperienza nella Indycar. Stiamo anche concentrandoci per trovare più risorse per un ulteriore sviluppo tecnico nel corso della off-season. Il 2009 non è stato positivo, ma ognuno si sta impegnando per cambiare la situazione. Io non credo che abbiamo bisogno di reinventare tutto. Abbiamo bisogno di aggiungere alcuni pezzi chiave che ci rendano più completi e, di conseguenza, facciano in modo che possiamo ritornare ad essere una squadra veramente competitiva.”


Indycar – Penske pensa seriamente a tre vetture

La scuderia Penske Racing sta valutando attentamente in queste settimane la possibilità di ampliare il progetto  parco partenti della Indycar Series , aggiungendo una terza vettura “full-time” , stabilmente,  in vista  del campionato 2010. Tim Cidric, ha fatto sapere, in una intervista rilasciata Martedi’ ad “AutoWeek”, che i vertici del team sono in procinto di prendere la decisione di abbandonare la Grand-Am e le Sport Cars, recuperando  in tal modo quel budget necessario per avere la sicurezza di schierare in pista cinque Stock Cars in Nascar, e tre Dallara in Indycar.  plans to field three Indy cars, five stock cars and no sports cars in 2010. Fermo restando che tutti e  tre piloti sottocontratto nel 2009  saranno confermati. Una promozione con tanto di lode, dunque, per Will Power, sfortunato protagonista di un incidente nelle libere di Sonoma che lo ha messo fuori gioco per le restanti altre due gare previste dal contratto con “Truck Rental.

“Se l’accordo non è stato ancora ufficializzato, poco ci manca” – il commento laconico di Cedric alla vicenda – “Siamo sul punto di fimare definitivamente  il contratto, ma l’affare non è ancora concluso e per ora il discorso delle “tre vetture” è ancora ipotetico e potenziale”. Cedric ha anche anticipato che la squadra Indycar si allargherà grazie all’apporto del personale che sarebbe stato “in esubero” dal programma “Grand-Am Rolex Sport Car Series”. Quest’ultimo progetto era nato proprio nel 2009, dalle ceneri del team Penske in American Le Mans Series. Ora Timo Bernhard e Romain Dumas probabilmente saranno “appiedati”. “Ho anticipato loro le nostre intenzioni per il prossimo anno. Non siamo stati in grado di reperire un budget sufficiente per affrontare anche l’avventura su quell’altro fronte. Volevamo certo, era nelle nostre intenzioni, ma abbiamo dovuto dare la precedenza alla realtà dei fatti, quella del bilancio”.

Sul fronte Nascar, Penske attualmente schiera tre vetture nella Sprint Cup con Kurt Bush, Sam Hornish e Brad Keselowski alla guida, e due nella Nationwide Series, l’una sempre per Keselowski e la seconda per Justin Allgaier.



Indycar – Andretti “scarica” Wheldon, per Dan altra stagione in Panther

Dan Wheldon lo aveva fatto intravedere e capire. Da quando?  Almeno da questa estate, attraverso le brevi interviste appena dopo le libere o le qualifiche, o anche nel dopo-gara, occasioni nelle quali , quando la giornata girava “storta”, si diceva dispiaciuto , condendo le sue parole con un mesto sorriso di rassegnazione, e quando magari c’era l’exploit, un sorriso velato di insoddisfazione. E’ vero, mai un lamento esplicito, eccetto una volta, però  l’aria è di chi era arrivato entusiasta del progetto, per poi rendersi conto di una realtà ben diversa da quella che gli era stata dipinta – o anche di quella in cui  lui aveva voluto credere, ben cosciente dei reali problemi (si dice che non siano di budget ndr) che gli si sarebbero poi prospettati davanti. O prendere o lasciare dopotutto, la carriera era ad una svolta, forse l’inizio di una inesorabile discesa. Il pensiero più o meno recitava – “Con Panther Racing non ho possibilità di tornare ad alti livelli, è una realtà troppo piccola, troppo stretta. Cucita addosso ad un pilota, si è vero,gli sforzi dell’intero team sono concentrati solo su una vettura, ma è una “cucitura” asfissiante, comprimente, opprimente peruno come me, che è stato sulla cresta dell’onda negli ultimi cinque stagioni con le migliori scuderie, allora, del momento”.

Torniamo all’attualità dei fatti e procediamo con ordine.

Qualche giorno fa, Wheldon ha rilasciato una intervista dove, valutando nel complesso la sua personale stagione e quella del team, faceva trasparire una profonda delusione, tant’è che la stampa d’ oltreoceano nel definire  il suo stato d’animo, riferendosi espressamente all’evento suddetto, usava la locuzione “quite upset”. Dan si aspettava, probabilmente all’inizio dell’anno, una stagione, il 2009, certo in salita, vista la non buona salute in quanto a risultati degli ultimi anni con Meira. Consapevole e fiducioso di poter crescere gradualmente e progressivamente assieme però con il passare del tempo. Verso Luglio i primi scricchiolii, forse manifestatisi già dal “mese” di Indianapolis.  Alla domanda – “Torneresti in Andretti Green?”  postagli da un inviato di Espn durante un fine settimana di gara – non aveva risposto, se non con un’ espressione facciale che lasciava intendere – “Se ci sarà l’opportunità, si. Ma attualmente non c’è” -

Nei mesi a venire, le voci si sono fatte sempre più fitte e si sono intrecciate inevitabilmente con le altre che annunciavano grandi cambiamenti dalle parti di Michael Andretti e Kim Green. Il divorzio, almeno sulla carta “agonistica”, la riduzione di budget e di vetture, la probabile partenza di ‘Formula Dream’ e di Mutoh, il contratto in bilico con Danica, i malumori di Kanaan, il progetto-Montagny (tra l’altro il francese ora addirittura punta al secondo sedile Renault in Formula Uno). Tutti grandi rivolgimenti a livello di organizzazione interna, che coinvolgano appieno i vertici della scuderia. D’altronde valeva la massima – “Non si possono costruire castelli di carta”. Non si poteva costruire un team, se non partendo da fondamenta e basi solide, epurando chi era eventualmente “sgradito”, come poi è avvenuto, e pensando solo in un secondo momento all’ingaggio di nuove personalità. Quello di Wheldon sarebbe stato un volto vecchio-nuovo. Dan ha parlato effettivamente con Michael Andretti, ma questi gli ha risposto “picche”. A quanto sembra, il figlio di Mario avrebbe escluso – diplomaticamente o sbattendogli la porta in faccia, questo non è dato saperlo – di avere quei fondi necessari a garantirgli una sponsorizzazione e conseguentemente una vettura. Forse perchè il quarto pilota è stato già scelto, o forse semplicemente perchè il team, futura nomenclatura, a quanto pare,  “Andretti Racing”, ne schiererà solamente tre. A questo punto Wheldon, guardandosi attorno e vedendo le porte chiuse in altri teams prestanti come Newman-Haas o KV Racing, a seguito delle news delle ultime settimane, ha deciso di provarci ancora. Con Panther ovviamente, nonostante questa statistica (fonte “Curt Cavin”) : otto tornate al comando nel 2009, contro le ben duemilasettecentoquindici  sue personali, fatte registrare nell’arco di cinque anni dal 2004 al 2008.

Questo il comunicato stampa ufficiale, apparso nel sito ufficiale della Panther Racing. Al di là delle “belle” parole di circostanza, spese da entrambe le parti, degna di nota è l’ultima frase dove si dice che la vettura Dallara n°4 ancora non ha ufficializzato il suo nuovo sponsor permanente. Un atto riconoscenza nei confronti della scuderia che lo ha fatto debuttare in Indycar? A voi la risposta…


INDIANAPOLIS, Ind. – Just two weeks removed from the final IndyCar Series race of the season, the 2010 year is already upon us. And even with five months between now and the start of the new season in Brazil, Panther Racing and driver Dan Wheldon are eager to get to work on a new season.

“What I can tell you is that we’re going to be fighting tooth and nail to improve,” team owner John Barnes said. “We’ve got a group here that we really like, and I’ve made clear in the last two weeks what my expectations are for our team and driver.”

A year highlighted by another second-place finish at the Indianapolis 500 was marred by several events where speed wasn’t rewarded with results. In the last four races alone, Panther watched as a Top Ten slipped away with a broken wing at Infineon, a podium car was spoiled by a broken half-shaft at Chicago and an ill-time caution took a potential victory away in Japan.

Despite the misfortune, team officials remain positive about a package that again nearly won IndyCar’s biggest prize at the Greatest Spectacle in Racing. And while the final month of the season didn’t yield results, the performance of the No. 4 car shows the team will contend next year.

“I’m excited for next season, honestly,” Wheldon said recently before traveling to the UK to visit family. “Anytime I’m out of a racecar for too long I get restless. But I feel like we made some progress towards the end of the season after some struggles that show we’re heading in the right direction.”

Wheldon’s return to Panther in 2009 concluded with the former Indy 500 winner ranked 10th in the championship with three Top Five and nine Top Ten finishes.

“My goals are to win races,” Wheldon said when asked of his expectations for next year. “Obviously we haven’t achieved everything we wanted for the season, so for next year I’d like to build on the momentum that we’ve created this year and make it a winning season.”

Sponsorship details for the team’s No. 4 car effort will be released in the coming weeks.
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da marcostraz » 06/11/2009, 12:42

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