Indycar Series 2009

GP2 Series, Rally, Nascar, Cart, IRL, Superbike, MotoGP etc etc

da Elio11 » 03/07/2009, 8:51

[quote="groovestar"]
Certo che Scheckter appiedato dalla Duno...
[/quote]
Nel contratto era prevista Duno su  Dreyer n° 23 a Watkins, Thomas tornerà in pista in altre gare della stagione  :)

Per la precisione : Watkins Glen International, Mid-Ohio Sports- Lexington e la gara di Sears Point a Sonoma non sono comprese nel contratto del sudafricano.
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da Elio11 » 04/07/2009, 11:32

D'ora in poi vi metto anche gli articoli di previews tratti dalla rubrica "A ruote scoperte" di 422race.com ( curata da "aleabr") , ne vale davvero la pena vista la lunghezza degli articoli e l'assoluta competenza dell'articolista.


RICHMOND


In Europa, abbiamo l’idea che le ‘gare americane’ siano un po’ tutte uguali. Che un anello o l’altro siano, bene o male, simili (tranne Indianapolis che è l’eccezione alla regola). Associamo poco le gare agli stati in cui vengono disputate e si ha un’idea molto vaga di quali siano le aree più o meno ‘corsaiole’ degli States. Non come in Europa dove Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Belgio o il Principato rappresentano la ‘creme’ dell’automobilismo. Niente di più sbagliato. Il Campionato Americano, come qui da noi, ha le sue terre ‘storiche’ e quelle più o meno vergini.

La California, il New England e tutto il resto della East Coast così come gli stati nella Regione dei Grandi Laghi sono i tre grandi poli dove si disputano la maggior parte delle gare dello USAC/IRL. Anche le denominazioni degli eventi possono suonare curiose a noi europei, che siamo abituati ad associare alla corsa disputata uno stato o un continente. Negli States, i numeri delle miglia o titoli legati a sponsor o personaggi ‘targano’ la gara da correre. Escono così fuori: la Indianapolis 500, il Toyota Grand Prix of Long Beach, l’A.J. Foyt 225 of Milwaukee o il SunTrust IndyChallenge di Richmond. Tali denominazioni possono trarre in inganno o disorientare anche l’appassionato più assiduo. Eppure queste titolazioni nascondono il ‘Grand Prix’ di questo o quello stato. Proprio come per la F1, l’IndyCar corre delle gare in stati specifici. Ecco quindi il GP di New York a Watkins Glen, il GP del Wisconsin a Milwaukee, il GP del Texas a Fort Worth e così via.

Qualcuno si domanderà allora perché in California o in Florida si disputino due gare. Vogliamo ricordare che anche in F1 da sempre ci sono degli stati che ospitano più di una gara. Oggi abbiamo la Spagna con il GP omonimo e quello di Valencia con la titolazione europea. Fino a pochi anni fa Italia o Germania ospitavano due gare in campionato. Anche gli stessi States per un periodo ospitarono due GP di F1. Ma è ancor più significativo che in passato, la F1 fra gare valide e non-valide a fini iridati, correva più e più volte in uno stesso paese. La settimana scorsa, potendo raccontare di Silverstone, sono saltate fuori ben 4-5 gare che si correvano sull’isola britannica in una stessa stagione agonistica, tra cui la Race of Champions a Brands Hatch. Niente di strano quindi se possiamo ritrovare la Florida all’apertura e alla chiusura della stagione IndyCar.

Questo week-end si disputerà quello che per noi europei sarebbe il Gran Premio della Virginia. Uno stato della East Coast, dedicato alla Regina Elisabetta I d’Inghilterra, che non ha una storia automobilistica troppo lunga. Non per le monoposto almeno; anzi, in Virginia la prima gara per il Campionato Americano è stata disputata solo nel 1946 a guerra conclusa. Fu un inizio col botto in quanto ben due gare del Campionato vennero disputate sul Richmond International Raceway o RIR. Due brevi corse di cui Ted Horn si aggiudicò la prima, mentre la seconda andò a Tommy Hinnershitz. Se Ted Horn è uno dei campionissimi di sempre con i titoli dal 1946 al 1948, Hinnershitz è uno di quei piloti sconosciuti al grande pubblico ma che fa parte della storia dell’automobilismo per monoposto.

Nato in Pennsylvania, terra ‘gravida’ di gare per monoposto, Hinnershitz debutta nel 1937 non riuscendo a partire nell’unica gara a cui partecipa in quella stagione. Una carriera altalenante fino al 1956 e che lo vede giungere quinto in campionato proprio nel 1946, quando la Pennsylvania venne letteralmente presa d’assalto come principale stato per la ripresa del Campionato, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. La vittoria in Virginia è l’unica della sua carriera, che bene o male ha attraversato uno dei periodi più complessi del Campionato Americano, con l’interruzione durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo il 1946 dovremmo attendere il 2001 per ritrovare le monoposto sul tracciato di Richmond. Nelle otto edizioni dell’era moderna della IndyCar, Sam Hornish detiene il primato di vittorie su questo short-track della East Coast. Un primato che non potrà essere difeso quest’anno dagli assalti di tutti gli altri vincitori del RIR.

Tutti i vincitori di Richmond saranno presenti alle 08.00 p.m. di sabato 27 giugno, tranne Buddy Lazier che ne conquistò l’asfalto nella prima edizione moderna nel 2001. Dixon, Wheldon, Castro-Neves, Franchitti e Kanaan: tutti quanti hanno già vinto una volta a testa su questo ‘ovalino’ e, quest’anno, uno di loro potrebbe ripetere il successo. Briscoe permettendo. Il pilota australiano si è dimostrato estremamente incisivo negli short-track. Insondabile nel 2005 a Phoenix dove si ritirò al 112° passaggio, Briscoe, dal suo ritorno nella IRL nel 2007, ha dimostrato una particolare abilità nel districarsi sui ring brevi. Già a Milwaukee l’anno passato, conquistando la sua prima vittoria, tenne dietro uno Scott Dixon senza freni appiccicato per mezza gara dietro gli scarichi della Penske n° 6. Quest’anno è giunto secondo dietro al ‘kiwi’ che lo ha ‘beffato’ all’ultimo restart, ma dimostrando che il ragazzo c’era ed era lì. A Newton stessa zuppa: nel 2008 giunse settimo, ma si è rifatto quest’anno dove ha tentato di contenere l’altra Ganassi, quella di Franchitti che ha vinto sull’anellino dell’Iowa. Richmond sarà l’ultimo short-track della stagione: l’anno scorso concluse la gara ai box, ma anche guardando le prove di ieri sera, con le Ganassi imperiosamente davanti a tutti, le due Penske subito dietro, con quella di Beiscoe quarta, può darsi che il ragazzo aussie, possa riuscire a strappare una vittoria sfuggita sia a Milwaukee che a Newton.

Spostando l’attenzione al Campionato, le Ganassi si dimostrano, al momento, più solide delle Penske, e dopo la vittoria di Castro-Neves in Texas, ci si attendeva l’ennesima conferma del brasiliano. L’Iowa doveva dare una prospettiva al Campionato e questa linea l’ha data Dario Franchitti, cambiando le carte in tavola ed affondando Castro-Neves ancor più dietro in classifica. Intanto polpose voci di mercato prospettano un cambiamento di casacche nelle scuderie vincenti. A parte la Penske, che dovrebbe confermare Castro-Neves e Briscoe, con la possibilità di schierare una terza vettura per Power o Matos, in Ganassi il matrimonio, storico e fruttuoso, fra Dixon e patron Chip potrebbe giungere alla sua conclusione. Pare che Dixon possa approdare in AGR al posto della Patrick che prenderebbe il posto del kiwi accanto a Franchitti. Le AGR dal canto loro potrebbero ridurre l’organico a 3 vetture con Kanaan ed Andretti confermati e Dixon sulla terza monoposto.

Su tutto quanto aleggia l’ingombrante presenza di Gil De Ferran. Il due volte titolato brasiliano dovrebbe aprire una propria scuderia all-Japan con Sato e Mutoh, accanto ad una terza vettura con Dixon come capo-squadra. Poi c’è la prospettiva del team americano di F1 che potrebbe portarsi in dote la Patrick e Andretti. Tutto da vedere e rivedere, visto che siamo neppure a metà campionato ed una classifica quanto mai confusa. Se l’anno passato Dixon era il favorito su tutta la linea, in questo 2009, la ‘nebbia’ è ancora densa per darci una reale prospettiva per la lotta al titolo.

Se volessimo avventurarci su chi potrà vincere questo 108° anno del Campionato Americano dovremmo, senza ombra di dubbio, stringere il cerchio attorno alle due Ganassi ed alle due Penske. Ganassi stà mostrando maggior potenziale con i campioni delle ultime due stagioni. Castro-Neves doveva essere l’uomo dell’anno, o quantomeno così era stato ‘venduto’ dai media dopo il brutto colpo sulla questione fiscale. Agonisticamente parlando il carioca è l’eterno secondo, o meglio, l’uomo che non può reggere una stagione intera portandola a termine da vincitore. L’anno scorso doveva o poteva essere il suo anno, ma alla fine niente di fatto. Briscoe è lo sfidante, un giovane futuro campione che ha avuto la possibilità di trovarsi fra le mani una gran vettura sfruttando tutte le possibilità che gli sono state offerte negli ultimi anni. Vista così potremmo prevedere già un duello intestino in casa Ganassi, ma anche nel 2006 doveva esserci un duello Penske, che poi si è risolto con il terzo titolo di Hornish e Castro-Neves giunto terzo in campionato a due miseri punti da Hornish e Wheldon. Prevedo comunque un predominio Ganassi su Penske, con qualche azione di disturbo di Briscoe e gli exploit di Castro-Neves. In ogni caso Ryan al momento è primo in campionato e regge bene il confronto con i tre big che gli ronzano attorno. Questa è una situazione che intriga non poco, raccogliendo attorno all’australiano una folta cerchia di tifosi sempre più numerosi. Richmond è uno short-track e chissà che l’affondo non possa darlo questo ragazzo che nel 2005 stava per rimetterci la vita.

Albo d’oro

10/12/1946 Ted Horn (USA-Ohio)
11/10/1946 Tommy Hinnershitz (USA-Pennsylvania)
2001 Buddy Lazier (USA-Colorado)
2002 Sam Hornish, Jr. (USA-Ohio)
2003 Scott Dixon (NZ)
2004 Dan Wheldon (GB)
2005 Helio Castroneves (BR)
2006 Sam Hornish, Jr. (USA-Ohio)
2007 Dario Franchitti (GB)
2008 Tony Kanaan (BR)
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da Elio11 » 04/07/2009, 19:29

Indycar - Watkins Glen - Libere 1 - Briscoe al top

Ryan Briscoe svetta davanti a tutti nelle prime libere di  Watkins Glen.  L’australiano, a secco di vittorie dalla prima gara inaugurale della stagione, ha fermato il cronometro a 1.29.860 ad un quarto d’ora dalla chiusura canonica del tempo a disposizione, per poi abbassare ulteriormente il suo tempo di un ulteriore decimo di secondo. Segue in seconda posizione Dario Franchitti, poi la  rediviva Andretti Green con Marco Andretti. Lo statunitense guadagna il terzo gradino virtuale del podio grazie alla sua personale migliore prestazione agguantata proprio all’ultimo tentativo. Dietro il figlio di Michael, troviamo un altro figlio d’arte, Graham Rahal , la cui guida, quest’anno, non solo continua a dar prova delle ottime credenziali della Newman Haas Laningan sui circuiti stradali, ma aggiunta mostra di aver agguantato una competitività anche su tracciati ovali. Dietro Graham, il pilota di un team transfugo dal collasso Champ Car, la KV Racing di Mario Moraes, a lungo al comando nella mattinata; Justin Wilson con Dale Coyne si innalza in sesta posizione. Soltanto relegati indietro il tricampione della 500 Miglia, Helio Castroneves, il bi-campione IRL/Indycar Series Scott Dixon. Ancora in difficoltà Tony Kanaan, settimo: il brasiliano non si dichiara però preoccupato dei postumi dell’incidente occorsogli ad Indianapolis.

Altri nomi di rilievo: Danica Patrick si deve accontentare della undicesima posizione, la Panther di Dan Wheldon è relegata in tredicesima piazza. Ryan Hunter-Reay, il trionfatore della edizione 2008 con Rahal Letterman, sta attraversando una stagione davvero difficile, prima come seconda guida in un team che non si poteva permettere i dispendi che due piloti comportano, ora in un team poco competitivo come Foyt Racing: nelle prime libere “conquista” una sedicesima posizione poco confortante. Paul Tracy non va oltre la diciassettesima piazza, il debuttante Richard Antinucci, quindicesimo, con 3G riesce miracolosamente  a mostrare una qualche competitività della vettura, impresa non riuscita ai suoi due predecessori, Stanton Barrett e Jaques Lazier.

Durante la sessione di prove ci sono state alcune bandiere gialle causate da incidenti che hanno avuto come protagonisti Milka Duno e Mike Conway (Dreyer&Reinbold) ed EJ Viso (HVM). Mentre la venezuelana ha causato il primo stop nella prima mezz’ora di prove dedicata ai rookies, a causa di un imbarazzante trecentosessantagradi alla “Curva 8″, il suo compagno di scuderia non è stato da meno, a quanto si deduce dalle parole testuali del diretto interessato - “ho commesso un errore stupido alla ‘Curva 7′ “  -  sei giri totali appena per il britannico. Dennis Reinbold e Robbie Buhl non possono essere certamente contenti delle prestazioni assolutamente incostanti di entrambi, a dispetto poi dell’assenza in questa gara di Thomas Scheckter, l’unico pilota finora in grado di dimostrare il reale valore della scuderia. Milka Duno è stata protagonista anche di una “toccata” con la Dallara di Moraes, contatto che le ha provocato un parcheggio anticipato sulla via di fuga in asfalto della “Bus Stop”.

Watkins Glen ha mietuto un’ altra vittima del campionato GP2, serie incentrata sulla formazione del pilota su circuiti dalla tipologia “stradale” (la stessa del “Glen” per intenderci):  EJ Viso. Quest’anno non sembra affatto ingranare la marcia, ed aggrapparci alla giustificazione della superstizione del numero “13″ da lui personalmente scelto tra l’altro, non appare un’ argomentazione molto razionale per spiegare le continue defaillances del connazionale di Duno.

Circa la regressione di Viso e la stagione disastrosa di Conway, possiamo ipotizzare questo: che  molti giovani desiderosi di sfondare negli States, credendo di poterlo fare agevolmente, si trovano poi , nella realtà dei fatti , a dover affrontare con più di una difficoltà circuiti che richiedono un differente approccio, gli ovali, ed anche un circuito  “di pelo” come è, ed è rimasto sottolineamo, Watkins Glen, un passato glorioso anche in F1 fino al 1980. Tutto questo ci può far riflettere anche sul problema della standardizzazione di cui è oggetto la quasi totalità dei circuiti  di ultima generazione, quelli tanto cari alle serie europee.
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da Elio11 » 05/07/2009, 10:38

Indycar - Watkins Glen - Qualifiche - Briscoe in pole al Glen

Ryan Briscoe ha conquistato la pole position a Watkins Glen, nona prova della Indycar Series, col tempo di 1’28”5970. Per l’australiano si tratta della seconda pole position della stagione. Accanto a lui partirà l’inglese Justin Wilson, che conferma le ottime cose fatte vedere ad inizio anno sui circuiti stradali, staccato di ben 8 decimi. Seconda fila per Scott Dixon (tre volte vincitore su questo circuito) e il brasiliano Mario Moraes, mentre a giocarsi la pole position nell’ultima parte delle qualifiche (denominata Firestone Fast Six) sono stati anche Graham Rahal, quinto, e Dario Franchitti, che partirà sesto dopo aver sbattuto all’inizio della Fast Six. Tra i risultati da segnalare, il settimo posto (e miglior qualifica in carriera) per il rookie inglese Mike Conway, e la deludente qualifica di Helio Castroneves, solo quattordicesimo. “Niente da dire, queste qualifiche sono state un po’ frustranti, perché comunque la nostra auto è migliore di dove l’abbiamo qualificata“, ha detto Castroneves. “Ci abbiamo messo un po’ più tempo di quanto pensassimo per raggiungere una velocità adeguata, e così semplicemente non abbiamo avuto abbastanza tempo per ottenere un ultimo giro efficace alla fine della sessione per andare avanti. Ci speravo ma alla fine non ne abbiamo avuto la possibilità. Partire dal quattordicesimo posto qui non è l’ideale, ma vedremo cosa succederà domani.”

Griglia di partenza:


1. Ryan Briscoe Penske 1m28.5970s

2. Justin Wilson Coyne 1m29.3106s

3. Scott Dixon Ganassi 1m29.7279s

4. Mario Moraes KV 1m29.8003s

5. Graham Rahal Newman/Haas/Lanigan 1m29.9526s

6. Dario Franchitti Ganassi

7. Mike Conway Dreyer & Reinbold 1m29.1715s

8. Danica Patrick Andretti Green 1m29.2076s

9. Marco Andretti Andretti Green 1m29.3539s

10. Tony Kanaan Andretti Green 1m29.4131s

11. EJ Viso HVM 1m29.5661s

12. Dan Wheldon Panther 1m29.9137s

13. Hideki Mutoh Andretti Green 1m29.7943s

14. Helio Castroneves Penske 1m29.8662s

15. Paul Tracy KV 1m30.6167s

16. Ryan Hunter-Reay Foyt 1m30.4001s

17. Robert Doornbos Newman/Haas/Lanigan 1m30.6266s

18. Raphael Matos Luczo Dragon 1m30.4981s

19. Milka Duno Dreyer & Reinbold 1m33.6824s

20. Richard Antinucci 3G 1m31.1910s

21. Ed Carpenter Vision 1m31.6852s
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da Elio11 » 07/07/2009, 8:46

Sempre da 422race aleabr la Storia di Watkins Glen. Grande vittoria di Justin Wilson tra l'altro, la prima dei venticinque anni di storia della Dale Coyne.  :)


Europeisticamente parlando Watkins Glen sarebbe il Grand Prix of New York, il GP dello stato di Nuova York, americanamente si potrebbe chiamare ‘Camping World 200 of New York’. Spiazzando tutti, lo storico tracciato newyorkese si fregia di un titolo quanto mai curioso e trasversale: 5th Camping World Watkins Glen Grand Prix! Una denominazione dal sapore europeo ma dal maquillage americano. Un gusto molto CART, che ricorda il Toyota Grand Prix of Long Beach. Del resto New York, insieme alla California, è lo stato motoristicamente parlando più ‘europeo’. Due realtà con strettissimi legami con la F1 e che, nel caso della California, il cuore della CART dalla filosofia euro-americana. Ma New York ha legami col Vecchio Continente ancor più antiche della California. A New York, proprio a Long Island, nel 1906 viene organizzata la prima Vanderbilt Cup. E’ LA gara d’America più importante a livello mondiale facendosi strada anche fra i conservatori europei e alla cui prima edizione si iscrivono oltre 70 vetture. Fino al 1911 Long Island sarebbe stata la sede agonistica della gara più famosa degli States. Lo stesso anno in cui ad Indianapolis avrebbe preso il via la prima 500 Miglia della storia.

New York vuol dire anche tante, tante altre corse per il Campionato Americano. Nei soli primi 20 anni del ‘900 sarebbero stati nove i luoghi nello stato in cui si sarebbero disputate gare per il Campionato e soltanto nel 1905, ben cinque tracciati fra cui Syracuse. Su questa pista ad anello dalla lunghissima ed importante storia automobilistica, perse la vita il campionissimo Jimmy Murphy nel 1924, poco prima di conquistare il suo secondo titolo, da postumo. Syracuse sarà il tracciato americano ufficiale dello stato fino al 1962, accompagnato fra gli anni ’30 e gli anni ’50 da molti altri tracciati. Fra questi da sottolineare il Roosvelt Raceway di Westbury, dove Vanderbilt III, organizzò nel biennio 1936-1937 una nuova Vanderbilt Cup, vinta da Nuvolari il primo anno e Rosemeyer alla seconda edizione. Con il 1962, Syracuse chiude con le monoposto e lo stato di New York perde la propria gara nel Campionato Americano. Niente paura: la F1, dal 1961, prima stagione in cui la 500 Miglia non fa più parte del Campionato del Mondo, pone a Watkins Glen le ruote delle proprie monoposto, consacrando il tracciato della Grande Mela la sede americana della massima serie per ben 20 lunghi anni. In questi quattro lustri il Glen diventa il manifesto europeo dell’automobilismo, la porta degli States per la F1, la porta della F1 per gli States. Nonostante il passaggio di Riverside e Long Beach, Watkins Glen resiste fino al 1980 come assoluta regina della F1 d’America. Anche la CART, fin dagli esordi si ‘prostra’ sul Glen, facendo di questo tracciato l’unico newyorkese su cui il Campionato di Gurney abbia mai corso! Nel 1981 la CART disputa l’ultima corsa a Watkins Glen e lo stato issa bandiera bianca per oltre vent’anni.

Arriva il Campionato Americano: lo USAC, che dal 1996 ha mutato nome in IRL ed ha ripreso a correre sui tracciati misti nel 2005, sceglie lo storico tracciato newyorkese per disputare la sua prima gara su un misto permanente da oltre 20 anni. Vince Scott Dixon, che inizia quella cavalcata senza sosta fino al 2008, quando primo dietro la safety-car, perde aderenza e si gira trovandosi addosso l’incolpevole Ryan Briscoe, altro favorito alla vittoria sul tracciato dei campioni. Finisce così dopo tre strepitose stagioni il regno incontrastato del neozelandese che aveva eguagliato Jim Clark prima e Graham Hill poi, con le sue tre vittorie consecutive fra il 2005 ed il 2007. Se Dixon, nell’anno del suo secondo titolo, avesse vinto, avrebbe superato il record di vittorie consecutive detenuto da Hill e da se stesso.

Questa magnifica, a mio avviso unica ‘classica’, giunge in calendario la settimana dell’Independence Day: quale data migliore per il GP dello stato della ‘capitale’ americana, la Grande Mela. Insomma una gara perfetta se non fosse che, per il Campionato Americano, Watkins Glen arriva in un periodo quanto mai delicato. Robin Miller vociferava già da qualche settimana una defenestrazione di Tony George dalla direzione e di Indianapolis e addirittura della Presidenza del Campionato! Voci che hanno trovato conferma proprio questa settimana, in cui si discute tanto di quale sarà anche il futuro della IndyCar nei prossimi anni. Un atto che si mostrerebbe come un ‘semplice’ cambio di timone lasciando a Tony George, la sola gestione della Vision e allontanandolo de-facto dalla IRL, l’uomo che ha reso al Campionato Americano un calendario a più gare dopo dieci stagioni con la sola 500 Miglia. Allontanando l’uomo che ha reso all’America ed al mondo intero, il più antico Campionato automobilistico della storia. Al suo posto salirà l’attuale vicepresidente Curtis Brighton.

All’orizzonte si intravedono nuovi tracciati, non tutti negli States ma soprattutto una sempre maggior diminuzione dei Ring, anelli o ovali che dir si voglia. Terry Angstadt ha confermato che il Brasile dal 2010 entrerà in calendario con un tracciato misto e ci sono intense voci anche per la Cina. Inoltre sembra che il Campionato Americano possa abbandonare anche Milwaukee! Queste sempre più intense sortite dagli States, e l’abbandono dei Ring, ha fatto sempre più storcere il naso a molti che vedono in tutto ciò addirittura una pressione della potente famiglia France ai danni delle monoposto per favorire ancora di più l’avvallo della NASCAR come il principale campionato automobilistico d’America. Oltre a questo, l’intensificarsi della presenza di tracciati misti fa imbarazzare molti, che vedono uno snaturamento del Campionato Americano ed un’ispirazione sempre più vicina alla CART, la quale era stata addirittura rinnegata dallo stesso George, incolpando il Campionato di Gurney di non essere (per propria natura) dentro la filosofia americana dell’automobilismo per monoposto. Potremmo quindi ritrovarci in futuro, ad un Campionato Americano snaturato e sempre più copia della CART, la quale tutto era tranne un Campionato Americano. Pertanto potremmo avere un ibrido che non sarà né la CART né tantomeno il vero, unico e solo Campionato Americano.

Tornando al presente ed alla gara che si svolgerà alle 01:00 a.m. del 5 luglio 2009 sul tracciato di Watkins Glen, andiamo a gustarci quali siano le bellezze di questo classico di mezzo secolo. Posto quasi in mezzo allo stato di New York, Watkins Glen si trova nelle vicinanze del ‘paesello’ omonimo di 2.200 anime, fondato nella metà del XIX secolo. Tutto attorno una natura folta e ricca, all’estremità meridionale del Lago Seneca, incornicia questa pista nata alla metà del ‘900. Un classico che negli anni della F1 ha visto morire François Cevert nel 1973 ed Helmuth Koinigg nel 1974. Nonostante i tanti anni sulle spalle, Watkins Glen non presenta troppi tratti ‘nominati’ ed ancora tanti ‘numeretti’ che contrassegnano numerose curve sul tracciato. Il rettifilo di partenza porta le vetture alla The 90, una ampia curva a gomito che piega verso destra, quest’ultima precede la Esse, la doppia curva che raggiunge il Back Straight, il lungo diritto che una volta arrivava a ‘piombo’ sulla Inner Loop e che oggi viene spezzato dalla Bus Stop. Dopo l’Inner Loop si trova la Chute e il lento tornante della Toe. Il rettifilo Boot precede il lento tratto contrassegnato dalle quattro curve 9, 10, 11 e 12. Svoltata la 12 ci ritroviamo nuovamente sulla starting grid.

La situazione in Campionato vede le due Ganassi di Franchitti e Dixon andarsene via tranquille davanti alle due Penske di CastroNeves e Briscoe. Là dietro l’armata Andretti-Green inframezzata dalla Panther di Wheldon capeggia il gruppone degli inseguitori in campionato. Le Ganassi arrivano fresche fresche della doppietta a Richmond di sabato scorso, nel primo tracciato permanente del campionato, con l’asso del Glen che potrebbe vincere per la quarta volta su questa pista dalla lunga storia agonistica. Franchitti dal canto suo, si fregia di due terzi posti in tre edizioni corse sulla pista di New York, mentre CastroNeves in quattro gare si è ritiro ben tre volte ed in due di queste, ad un giro dal traguardo. L’unico risultato all’attivo è il settimo posto del 2006 quando lottava per il titolo. L’asso da giocare in casa Penske è Ryan Briscoe. Nel 2006 giunse terzo dopo una gara d’attacco e nel 2008 era alle costole di Dixon al momento della ‘disattenzione’ del kiwi in coda alla safety-car. Viste le premesse New York potrebbe essere il ‘bye bye’ delle Ganassi ai danni delle Penske con tutto quel che comporterà al morale di CastroNeves. Intanto sul Glen debutterà Richard Antinucci con il 3G, il nipote di Eddie Cheever non vedeva l’ora di poter piazzare il sederotto su una monoposto di primo livello dopo il secondo posto assoluto in Indy Light nel 2008 dietro a Rapahel Matos.

Sarà la gara del giorno dell’indipendenza, speriamo che lo sia per il Campionato Americano da tutto e tutti, che soprattutto sia indipendente di essere esclusivamente e soprattutto… IL Campionato Americano.

Albo d’oro: (Watkins Glen F1)
1961 Innes Ireland (GB)
1962 Jim Clark (GB)
1963 Graham Hill (GB)
1964 Graham Hill (GB)
1965 Graham Hill (GB)
1966 Jim Clark (GB)
1967 Jim Clark (GB)
1968 Jackie Stewart (GB)
1969 Jochen Rindt (A)
1970 Emerson Fittipaldi (BR)
1971 François Cevert (F)
1972 Jackie Stewart (GB)
1973 Ronnie Peterson (S)
1974 Carlos Reutemann (RA)
1975 Niki Lauda (A)
1976 James Hunt (GB)
1977 James Hunt (GB)
1978 Carlos Reutemann (RA)
1979 Gilles Villeneuve (CDN)
1980 Alan Jones (AUS)

Albo d’oro: (Watkins Glen F.CART)
1979 Bobby Unser (USA-Colorado)
1980 Bobby Unser (USA-Colorado)
1981 Rick Mears (USA-Kansas)

Albo d’oro: (Watkins Glen F.INDY)
2005 Scott Dixon (NZ)
2006 Scott Dixon (NZ)
2007 Scott Dixon (NZ)
2008 Ryan Hunter-Reay (USA-Texas)

Albi d’oro gare nel New York State

Albo d’oro: Vanderbilt Cup Long Island
1904 George Heath (USA-New York)
1905 Victor Hémery (F)
1906 Louis Wagner (F)
1908 George Robertson (USA-New York)
1909 Harry Grant (USA-Massachusetts)
1910 Harry Grant (USA-Massachusetts)
1911 Ralph Mulford (USA-New York)

Albo d’oro: Buffalo (parziale)
1905 Barney Oldfield (USA-Ohio)

Albo d’oro: Empire City (parziale)
1905 Louis Chevrolet (CH)

Albo d’oro: Morris Park (parziale)
06/10/1905 Louis Chevrolet (CH)
07/04/1905 Webb Jay (USA-Iowa)

Albo d’oro: Poughkeepsie (parziale)
1905 Barney Oldfield (USA-Ohio)

Albo d’oro: Syracuse (parziale fino al 1920)
1905 Guy Vaughn (USA-New York)
1920 Ralph De Palma (USA/I)
1921 Ira Vail (CDN-Québec)
1922 Tom Alley (USA-Indiana)
1923 Tommy Milton (USA-Minnesota)
1924 Phil Shaker (USA-Iowa)
1925 Ralph De Palma (USA/I)
1926 Ralph De Palma (USA/I)
1927 Frank Lockhart (USA-Ohio)
1928 Ray Keech (USA-Pennsylvania)
1929 Wilbur Shaw (USA-Indiana)
1930 Bill Cummings (USA-Indiana)
1931 Lou Moore (USA-Oklahoma)
1932 Bob Carey (USA-Indiana)
1933 Bill Cummings (USA-Indiana)
1934 Shorty Cantlon (USA-Illinois)
1935 Billy Winn (USA-Kansas)
1936 Mauri Rose (USA-Ohio)
1937 Billy Winn (USA-Kansas)
1938 Jimmy Snyder (USA-Illinois)
1939 Mauri Rose (USA-Ohio)
1940 Rex Meys (USA-California)
1941 Rex Meys (USA-California)
1949 Johnnie Parsons (USA-California)
1950 Jack McGrath (USA-California)
1951 Tony Bettenhausen (USA-Illinois)
1952 Jack McGrath (USA-California)
1953 Tony Bettenhausen (USA-Illinois)
1954 Bob Sweikert (USA-California)
1955 Bob Sweikert (USA-California)
1956 Tony Bettenhausen (USA-Illinois)
1957 Elmer George (USA-Oklahoma)
1958 Johnny Thomson (USA-Massachusetts)
1959 Eddie Sachs (USA-Pennsylvania)
1960 Bobby Grim (USA-Indiana)
1961 Rodger Ward (USA-Kansas)
1962 Rodger Ward (USA-Kansas)

Albo d’oro: 1909 Riverhead (parziale)
Class A Ralph De Palma (USA/I)
Class B Frank Lescault (USA-New York)
Class C William Sharp (USA-Pennsylvania)
Class D Louis Chevrolet (CH)
Class E Arthur See (USA-?)

Albo d’oro: Brighton Beach
1912 Ralph Mulford (USA-New York)

Albo d’oro: Sheepshead Bay
10/09/1915 Gil Anderson (USA/N)
11/02/1915 Dario Resta (GB)
05/13/1916 Eddie Rickenbacker (USA-Ohio)
09/30/1916 Johnny Aitken (USA-Indiana)
10/28/1916 Johnny Aitken (USA-Indiana)
1917 Louis Chevrolet (CH)
06/01/1918 Ralph De Palma (USA/I)
08/17/1918 race 1 Ralph De Palma (USA/I)
08/17/1918 race 2 Ralph De Palma (USA/I)
08/17/1918 race 3 Ralph De Palma (USA/I)
06/14/1919 race 1 Tommy Milton (USA-Minnesota)
06/14/1919 race 2 Ralph Mulford (USA-New York)
06/14/1919 race 3 Ralph Mulford (USA-New York)
06/14/1919 Main Ralph De Palma (USA/I)
07/04/1919 Gaston Chevrolet (F)
09/20/1919 Gaston Chevrolet (F)

Albo d’oro: Vanderbilt Cup Westbury
1936 Tazio Nuvolari (I)
1937 Bernd Rosemeyer (D)

Albo d’oro: Goshen
1936 Rex Meys (USA-California)
1946 Tony Bettenhausen (USA-Illinois)
1947 Tony Bettenhausen (USA-Illinois)

Albo d’oro: Altamont
05/30/1946 Bumpy Bumpus (USA-Massachusetts)
08/31/1946 Ted Horn (USA-Ohio)

Albo d’oro: Batavia
1946 Bill Holland (USA-Pennsylvania)

Albo d’oro: Hamburg
08/24/1946 Ted Horn (USA-Ohio)
08/31/1946 Bill Holland (USA-Pennsylvania)

Albo d’oro: Bay Meadows
1950 Tony Bettenhausen (USA-Illinois)
1951 Johnnie Parsons (USA-California)
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da Elio11 » 07/07/2009, 8:59

Tornando alla gara, se qualcuno l'ha vista, ci sono due cose da sottolineare:

1- Mi pare di aver notato che fra Rahal ed il compagno Doornbos non corra poi tanto buon sangue, mi pare che il figlio di Bobby abbia mandato a quel paese l'altro con il gesto delle tre dita, qualcuno può confermare.

2- La seconda cosa interessante è stato l'onboard camera de..... i pedali della Dallara di Danica Patrick!! Un' innovazione assoluta a livello di riprese televisive, sicuramente la esporteranno, come spesso accade, anche in F1 fra qualche anno...

Ultima modifica di Elio11 il 07/07/2009, 9:42, modificato 1 volta in totale.
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da marcostraz » 07/07/2009, 9:44

[quote="Elio11"]
Tornando alla gara, se qualcuno l'ha vista, ci sono due cose da sottolineare:

1- Mi pare di aver notato che fra Rahal ed il compagno Doornbos non corra poi tanto buon sangue, mi pare che il figlio di Bobby abbia mandato a quel paese l'altro con il gesto delle tre dita, qualcuno può confermare.

2- La seconda cosa interessante è stato l'onboard camera de..... i pedali della Dallara di Danica Patrick!! Un' innovazione assoluta a livello di riprese televisive, sicuramente la esporteranno, come spesso accade, anche in F1 fra qualche anno...




[/quote]
1 - Non lo so...io la gara l'ho seguita sul sito della Indycar e non l'ho notato...quello che ho notato è che Rahal ha perso un pò di tempo dietro a Doornbos...piuttosto non ho ben capito la tattica di Rahal;

2 - Si, effettivamente molto bello...anche se meglio non abusarne...
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da Elio11 » 07/07/2009, 9:45

Indycar - Wilson domina a Watkins Glen

Dominando il Camping World Grand Prix corsa a Watkins Glen, Justin Wilson ha regalato al suo team, il Dale Coyne Racing, la prima vittoria della sua storia. Per l’inglese si tratta invece della seconda vittoria in carriera, dopo quella ottenuta a Detroit nel settembre 2008. Wilson era l’ultimo pilota non Ganassi o Penske ad aver vinto una gara. “E’ una sensazione fantastica“, ha detto Wilson. “Questa è la vittoria più importante della mia carriera. Vincere con Dale e mostrare cosa siamo in grado di fare. E’ una sensazione fantastica“. “C’è voluto troppo tempo“, ha detto Coyne, che è nelle corse da più di venticinque anni, prima da pilota e poi da proprietario. “Sapevamo che Justin è un pilota molto forte sugli stradali. Aveva mostrato le sue qualità a St.Petersburg, e le ha confermate qui.” Wilson ha preceduto di 4.9906 secondi il poleman Ryan Briscoe. “Devo fare i complimenti a Dale Coyne, a Justin e a tutta la squadra“, ha detto Briscoe. “Siamo andati più lunghi di lui di un giro nel primo stint, ma purtroppo sono uscite le bandiere gialle e abbiamo dovuto fare due pit-stop. Questo ci ha fatto perdere una decina di posizione. Abbiamo dovuto lavorare sodo per tornare su, abbiamo avuto dei buoni pit stop. Gli ultimi giri sono stati molto impegnativi, dovendomi difendere dagli attacchi di Dixon.” Il neozelandese Scott Dixon ha terminato al terzo posto, passando così in testa al campionato.

Briscoe era riuscito a prendere la leadership al via, ma Wilson riusciva a superarlo al quarto giro. Da quel momento l’inglese è rimasto praticamente sempre in testa, se si escludono i giri in cui ha effettuato i pit stop.  Briscoe ha avuto la possibilità di riprendere la leadership quando Wilson ha perso tempo nel doppiare Marco Andretti, che era stato costretto ad un pit stop fuori programma dopo un contatto con EJ Viso che gli ha causato una foratura, ma l’inglese è riuscito a sbarazzarsi di Andretti e a mantenere la leadership. Al giro 18 il debuttante Richard Antinucci finisce in testacoda causando l’uscita delle bandiere gialle. Briscoe, Mario Moraes, Dixon, Tony Kanaan e Franchitti, che non avevano ancora rifornito, vanno ai box in regime di caution e scivolano in fondo al gruppo. Wilson si ritrova così in testa davanti ad un sorprendente Conway, Graham Rahal (che era stato penalizzato di dieci posizioni in griglia per essere stato trovato irregolare nelle verifiche dopo le qualifiche), Mutoh ed Helio Castroneves.

Al giro 23 Moraes rovina il suo buon weekend toccandosi con Carpenter nel tentativo di recuperare dopo la sfortuna del primo pit. Il contemporaneo testacoda di Dario Franchitti, che perde un giro restando bloccato nella ghiaia, causa le bandiere gialle. Dopo la ripartenza Wilson mantiene la leadership e va via a Conway, mentre Paul Tracy, al ritorno dopo Indianapolis, sbatte causando una nuova caution. Questi inconvenienti permettono a Briscoe e Dixon di risalire nella top ten ed allo stesso tempo risparmiare carburante, il che gli permetterà un pit stop più corto facendogli recuperare così ulteriori posizioni. Brisccoe si ritrova così a tallonare Wilson in seconda posizione, seguito a sua volta a breve distanza da Dixon e Castroneves. L’ultima caution è provocata da Hideki Mutoh, che sbatte nello stesso punto di Tracy al giro 52. Alla ripartenza Wilson allunga su Briscoe, che invece deve guardarsi dagli attacchi di Dixon. Wilson riesce così a vincere con quasi 5 secondi di vantaggio sull’australiano, che riesce a battere in volata Dixon. All’ultimo giro  Andretti riesce invece a scavalcare Mike Conway, che comunque porta a casa il miglior risultato stagionale (e in carriera) terminando sesto, così come Viso con il settimo posto.

Classifica finale:

Pos  Driver             Team                      Time/Gap

1.  Justin Wilson      Coyne                1h48m24.1947s
2.  Ryan Briscoe       Penske                  +  4.9906s
3.  Scott Dixon        Ganassi                 +  5.1632s
4.  Helio Castroneves  Penske                  +  7.0755s
5.  Marco Andretti     Andretti Green          +  8.5595s
6.  Mike Conway        Dreyer & Reinbold       +  9.3646s
7.  EJ Viso            HVM                     + 11.3804s
8.  Tony Kanaan        Andretti Green          + 13.0020s
9.  Robert Doornbos    Newman/Haas/Lanigan     + 13.2633s
10.  Dan Wheldon        Panther                 + 18.0412s
11.  Danica Patrick     Andretti Green          + 18.5656s
12.  Raphael Matos      Luczo Dragon            + 18.9342s
13.  Graham Rahal       Newman/Haas/Lanigan     + 23.0413s
14.  Mario Moraes       KV                      + 23.3821s
15.  Dario Franchitti   Ganassi                 +    1 lap
16.  Ed Carpenter       Vision                  +    1 lap
17.  Milka Duno         Dreyer & Reinbold       +   2 laps
18.  Richard Antinucci  3G                      +  13 laps


Ritiri:

    Hideki Mutoh       Andretti Green             51 laps
    Paul Tracy         KV                         29 laps
    Ryan Hunter-Reay   Foyt                        0 laps
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da Elio11 » 07/07/2009, 10:05

Riguardo l'onboard, sarebbe stato bello ed interessante fare una comparazione con un altro pilota per vedere se effettivamente Danica stesse frenando un pò troppo (parere assolutamente personale). Comunque Tracy ha avuto parole di elogio alla fine della gara nei suoi confronti.

Intanto è ufficiale la partecipazione di Power con Penske-Rental a quelle altre  cinque gare di cui si diceva qualche post fa.

Ci sono tre gare di fila su stradali permanenti-cittadini, secondo voi chi è il favorito nella lotta al titolo? Secondo me se la giocano i primi quattro. All'inizio pensavo che Briscoe e Franchitti fossero avvantaggiati dal trittico, però nella prima gara Dario si è ritirato, mentre Dixon mi ha sorpreso in effetti. Oggi come oggi punterei su un rilancio di Briscoe (si aggiunge anche Mid-Ohio dopo Edmonton e dopo un'ovale), però d'altro canto penso che alla lunga Ganassi (non so se Dixon o Franchitti) possa vincere il campionato più "agevolmente" rispetto a Penske.

Classifica generale, Dixon passa al comando:

1. Scott Dixon 313
2. Dario Franchitti 294
3. Ryan Briscoe 294
4. Helio Castroneves 257
5. Danica Patrick 238
6. Dan Wheldon 224
7. Marco Andretti 215
8. Tony Kanaan 214
9. Graham Rahal 197
10. Justin Wilson 187
11. Hideki Mutoh 186
12. Robert Doornbos 163
13. Raphael Matos 162
14. Ed Carpenter 157
15. Ryan Hunter-Reay 155
16. Mario Moraes 138
17. Mike Conway 136
18. E.J. Viso 129
19. Will Power 99
20. Tomas Scheckter 99
21. Alex Tagliani 75
22. Vitor Meira 62
23. Milka Duno 51
24. Stanton Barrett 50
25. Paul Tracy 47
26. Sarah Fisher 43
27. Jaques Lazier 41
28. Darren Manning 38
29. Townsend Bell 32
30. A.J. Foyt IV 26
31. Alex Lloyd 17
32. Scott Sharp 16
33. John Andretti 12
34. Richard Antinucci 12
35. Nelson Philippe 10
36. Oriol Servia 10
37. Davey Hamilton 10
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da marcostraz » 07/07/2009, 10:14

Helio è una sessantina di punti da Dixon, secondo me sono un pò assai, anche perchè Dixon mi sembra che dopo le disavventure di inizio stagione abbia ritrovato la giusta via...Briscoe è veloce e sbaglia relativamente poco, ma restano i dubbi che avevo a inizio stagione: ha il giusto piglio per dare la zampata vincente? Alla fine chissà che non vinca Franchitti...
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da Niki » 07/07/2009, 13:08

Gran bel circuito. Purtroppo sono riuscito a seguirla da una decina di giri alla fine, e con lo streaming che mi faceva venire il ballo di S. Vito.
Le auto mi fanno cagare, ma sono sempre più convinto che la F1 abbia preso il viale del tramonto, almeno per me.
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da Elio11 » 09/07/2009, 13:07

Indycar - Richard Antinucci prosegue l’avventura con “3G”

Richard Antinucci  ottiene la riconferma nel team 3G dopo la discreta prestazione di Watkins Glen, conclusasi però con un ritiro anticipato dalla gara quando viaggiava in tredicesima posizione. Il nipote di Eddie Cheever è stato infatti riconfermato dalla scuderia di  Greg Beck,  Steve Sudler e Stanton Barrett per la trasferta canadese  del calendario 2009 del campionato Indycar. A Toronto, gara in programma questo fine settimana, e ad Edmonton dunque, vedremo ancora al volante il ventottenne, che tra l’altro spera di poter ulteriormente prolungare il suo contratto ed assicurarsi il sedile da titolare almeno fino alla fine della stagione.

“E’ una scuderia  giovane composta da persone con molta esperienza, desiderose di fare bene in ottica futura. Anche questo certamente è il mio personale obiettivo. Stiamo lavorando alacremente per poter concretizzare un buon risultato in gara, ed allo stesso tempo siamo consapevoli di essere in una fase, quella in cui si trovano i debuttanti assoluti, dove bisogna partecipare primariamente per poter crescere ed imparare. Il risultato eclatante non è nelle nostre corde ancora però ci stiamo impegnando al che in ottica futura arrivi. E’ un programma a lungo termine il nostro” - le parole del diretto interessato.

Lo stesso Sudler conferma le intenzioni della scuderia di volersi assicurare le prestazioni di Antinucci per il futuro a venire - ” Abbiamo sostenuto numerosi incontri di lavoro con potenziali sponsors per il 2010 e saremmo  davvero propensi a valutare  quello che ci offre Richard”.


Indycar - Livrea giallo-blu per Will Power

Vi presentiamo la livrea ufficiale della Dallara n°12 “Penske- Truck Rental” che verrà utilizzata da Will Power nei cinque appuntamenti  stagionali aggiuntivi a cui il pilota australiano parteciperà, a cominciare dalla gara di Toronto prevista per questo fine settimana.

Sotto alcune foto del mod Indycar Series 2009 per il gioco di simulazione Rfactor, dove si può ammirare la vettura frontalmente e lateralmente. E’ un cambio netto a livello cromatico rispetto al binomio nero-rosso a cui la Penske Verizon ci aveva abituati a Long Beach e ad Indianapolis. Lo stesso sponsor “Verizon” è stato mantenuto oltre che sulle fiancate della n°3 e n°6 anche su quella di Power. E’ una livrea che ricorda da vicino quella di Ryan Briscoe utilizzata ad Indianapolis 2007 per il team “Luzco Dragon Racing” allora scuderia satellite della Penske.

Le foto che altrimenti sarebbero oscurate qui -> http://www.eracemotorblog.it/2009/07/09 ... power.html
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da Elio11 » 11/07/2009, 12:08

Indycar/Nascar - Dale Earnhardt jr vorrebbe correre la Indy 500

Mentre si trovava giovedì scorso ad Indianapolis per promuovere la Allstate 400 at the Brickyard, in programma fra qualche settimana all’Indianapolis Motor Speedway, Dale Earnhardt jr ha affermato che in futuro considererebbe possibile una sua partecipazione alla 500 Miglia di Indianapolis se non ci fosse un conflitto di date con il calendario NASCAR con una gara programmata nello stesso giorno. Presente sul circuiti per effettuare un giro sulla monoposto two-seat guidata da Dan Wheldon, la pioggia ha poi costretto alla cancellazione di questa esibizione, così che Earnhardt non ha potuto fare altro che farsi impartire una piccola lezione di guida di una vettura Indycar da Wheldon. “Ogni volta che sono vicino ad una macchina da corsa e c’è un pilota che ha guidato quella auto, mi piace chiedere come funziona, come ci si sente alla guida, ciò che fa, come funziona“, ha detto Earnhardt. “L’ho riempito di domande. Devo dire che mi piacerebbe molto guidare ad Indianapolis. Mi piacerebbe guidare una vettura Indycar.” Ma ha anche aggiunto che non ha intenzione di correre nello stesso giorno la 500 Miglia di Indianapolis e la Coca-Cola 600 a Charlotte. John Andretti, Robby Gordon e Tony Stewart hanno realizzato l’impresa in passato, ma tale opzione è stata cancellata quando si è deciso di ritardare la partenza della Indy 500 di due ore una migliore copertura televisiva. “Se un giorno verrà modificato il calendario, credo che molti piloti NASCAR saranno interessati a venire qui e correre la Indy 500“, ha affermato infine Earnhardt.
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da Elio11 » 11/07/2009, 12:12

Indycar - Toronto - Libere 1 - Power torna e si riprende lo scettro

Will Power ritorna in pista e lo fa in grande stile. La palma del miglior tempo nelle prime prove libere sul “debuttante”  circuito canadese è senza dubbio a lui tributabile. L’ australiano della terza vettura Penske ha potuto prendere parte alla mezz’ora extra di prove concessa ai rookies ed a coloro che non rientrano in classifica generale nei primi dieci posti (Power è diciannovesimo solo in virtù dei soli tre eventi a cui ha partecipato quest’anno). Il pilota della Penske-Truck Rental gialla ha ovviamente già corso nel circuito cittadino, tra l’altro una vittoria all’attivo nel 2007 nella Champ Car World Series. Il suo miglior crono ieri è stato 1′02”.1733. Il nuovo leader del campionato 2009, Scott Dixon, è terzo davanti a Ryan Briscoe, dietro alla rivelazione Raphael Matos debuttante in Indycar quest’anno, anch’egli con esperienza su questo tracciato ai tempi della Atlantic Series. Un ritorno di fiamma è anche quello di Paul Tracy, in azione sul primo dei circuiti di casa con una livrea bianco-rossa della KV Racing, quinto assoluto dopo la deludente prestazione a Watkins Glen della scorsa settimana. In rialzo anche le quotazioni di Tony Kanaan, sesto, miglior piazzamento per la AGR nella prima sessione. Precede il vincitore dell’edizione del 1999, Dario Franchitti, Helio Castroneves ed il duo della Newman Haas Laningan, con Doornbos davanti a Rahal. Anche loro due hanno avuto occasione di correre, da avversari, nel 2007 in questo tracciato.

La sessione è partita in ritardo a causa di un ritardo che ha interessato le prove della serie cadetta della Indy Lights. E’ terminato anzitempo a causa di un incidente di Mike Conway che lo ha visto andare a sbattare su una pila di pneumatici. Anche Will Power è stato autore di un “lungo”, la Vision di Ed Carpenter (ha ereditato per l’occasione la livrea William Rast grigio-bianco-rossa che fu di Hunter-Reay) ha causato una bandiera gialla. Altre curiosità sulle livree: Wheldon  “indossa” la tuta mimetica mostrata ad Indianapolis e Watkins Glen; Thomas Scheckter ha la livrea MonaVie bianco-nera di Indianapolis; “Rafa” Matos quella “Marines” rossoblù; Mike Conway quella verdeblù “Valspar”; Tony Kanaan bianco-celeste 7-Eleven; Robert Doornbos aggiunge i loghi McDonalds già mostrati domenica scorsa al Glen; Alex Tagliani con la livrea bianconera della “Rexall Edmonton”.

Per vedere le foto delle nuove livree qui, altrimenti verrebbero oscurate, anche i tempi sono visionabili - > http://www.eracemotorblog.it/2009/07/11 ... ettro.html
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da Elio11 » 11/07/2009, 12:13

Indycar - Toronto - Libere 2 - Il duo Matos / Luzco Dragon in testa

Raphael Matos e Luzco Dragon salgono di un gradino rispetto alla prima fase delle libere , conquistando la vetta nella seconda sessione del Venerdi’. Il tempo di Matos, 1′01”4739, è di tre decimi di secondo migliore di quello del vincitore (quasi) a sopresa di Watkins Glen, Justin Wilson, fermatosi invece a 1′01′7627. Matos si è guadagnato anche un’ uscita di scena anticipata dalla sessione dopo aver perso l’alettone posteriore nelle fasi finali delle prove, alla curva 11. Justin Wilson ha qui vinto nel 2005 con il team, ora scomparso, della RuSport. I tempi delle prime prove qui a Toronto con la Dallara sono stati di circa tre secondi meno prestanti rispetto alla pole Champ Car fatta segnare qui da Sebastien Bourdais  di scena qui per l’ultima volta nel 2007, 58.288 .

Nei restanti tre posti della Top Five troviamo altre conoscenze della Champ Car, Will Power, Robert Doornbos e Ryan Briscoe. Il miglior tempo di Will Power è stato nella seconda sessione di 1.01.7722; Robert Doornbos mette a segno la sua migliore prestazione stagionale, risultando ancora davanti al suo compagno di squadra. Ryan Briscoe seppur anche lui con un passato nella Champ, qui non ha mai corso prima di ieri. A completare la Top Ten Dario Franchitti, Castroneves, Dixon, l’annunciato Rahal e poi Kanaan. Una livrea celeste della Nestlè in collaborazione con 7-Eleven quella del brasiliano della Andretti Green che ci ricorda molto la vettura biancoceleste della Forsythe “Player’s” con cui ha corso Paul Tracy , molte volte andata di scena  a Toronto. Ancora malissimo Danica Patrick, penultima,  lo stesso dicasi per Mutoh, diciannovesimo; discreto Andretti, quindicesimo.

Una menzione per i piloti di casa: Paul Tracy ha perso il controllo della vettura alla curva 1, abile a ripartire evitando il contatto con chi sopraggiungeva nel frattempo ha però concluso la giornata con un misero 1.02.3653 che lo ha relegato in tredicesima piazza; Alex Tagliani e Conquest hanno terminato la loro corsa temporanea in una parziale diciassettesima piazza, impossibilitati a migliorare la prestazione della mattinata. Ancora il più lento di tutti è stato Ed Carpenter, che mal digerisce circuiti non ovali, un tempo al di sopra dell’ 1.04. Una prestazione ancora una volta incoraggiante per 3G, che sembra aver trovato in Antinucci il pilota ideale. Per le qualifiche è prevista pioggia.
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