Gira che ti rigira, nel nostro forum non è ancora presente una discussione dedicata al grande (in tutti i sensi) progettista toscano, pur se in tante occasioni abbiamo avuto modo di parlarne.
Cerco di colmare questa lacuna iniziando a trattarne riportando un curioso aneddoto raccontato dall'Ing. Gianni Chizzola, durante una Tavola Rotonda dal titolo: Autodelta, 10 anni di successi avvenuta il 23 ottobre 2004, presso il Museo Alfa Romeo, Arese.
Quando nel 1963, Carlo ha presentato la vettura di Formula 1, costruita all’ATS, all’Hotel Baglioni di Bologna, sono andato alla presentazione. La macchina aveva una caratteristica particolare, evid ente per un occhio esercitato, era estremamente snella e lunga.
Per essere maneggevole una macchina deve avere il m omento di inerzia
attorno all’asse baricentrico verticale il piu’ bas so possibile. Mentre per avere una buona stabilità deve avere il momento re sistente dato dalle ruote il piu’ alto possibile, per cui allungando il passo si ottiene questo risultato. Ma questa teoria di Carlo era un po’ ori ginale, in controtendenza a quello che avveniva normalmente e lui non voleva fa rlo conoscere subito; ha presentato la ATS cercando di non far prestare a ttenzione a questo fatto.
I tecnici più attenti però lo notavano, dicendo: “Qu esta macchina è lunga, come mai?”. E lui: “Ovvìa, è come tutte”. “Ma come, come tutte?”. “La misuri!”. Chiti tira fuori di tasca un metro arroto lato, di quelli in acciaio, e la misura; appariva come tutte le altre. Cosa aveva fa tto? Carlo Chiti si era fatto fare un metro falso!