
Ecco due dichiarazioni di Achille:
"Per vincere, non c'è bisogno di seminare gli avversari o l'avversario, basta mettere il muso della macchina davanti al muso di quella dell'altro, magari di un solo centimetro".
"Nelle partenze non spingo mai a fondo per prendere la testa: perchè debbo correre dei rischi inutili, quando ho di fronte tutti i miei antagonisti, mentre basta avere un po' di pazienza, ed aspettare che si riducano a metà ? Di solito, prima della metà dei giri da percorrere in una gara, il cinquanta per cento delle vetture in corsa, è già fuori combattimento. E allora che conviene impegnarsi a fondo: nel finale, anche per cogliere nel momento psicologico più delicato qualsiasi corridore."
Per capire quanto sia vera questa tattica di Varzi, basti pensare alle sue tre vittorie sul circuito di Tripoli, 1933-1934-1936: se sommiamo tutti e tre i distacchi inferti da Varzi agli avversari battuti (Nuvolari nel '33, Moll nel '34, Stuck nel '36) il totale è di soli 5 secondi!!

"Raramente Varzi prendeva la testa nelle sue corse alla partenza, se non per cautelarsi da eventuali o possibili difficoltà di sorpassi nella fase iniziale. E assumeva il comando, e imponeva il ritmo di gara solamente quando intendeva, od aveva predisposto di sfiancare al più presto possibile qualche avversario. Preferiva, di solito, tallonarlo pazientemente, ma molto attentamente, allo scopo di controllarne le manovre: i cambi, le frenate, le traiettorie delle curve, le incertezze, il ritmo di corsa. Manuel Fangio, in questo è stato un suo attento e scrupoloso allievo; e tutti sanno che, fino dalla prima volta che lo aveva visto in gara, Achille Varzi lo aveva subito notato e, più tardi, incoraggiato ed assistito"(Giovanni Canestrini).
Qui di seguito c'è il giudizio di Felice Nazzaro, grande pilota della Fiat, colui che "ha inventato" lo stile di guida dell'automobile, che nel 1907 vinse tutte e tre le competizioni principali di quella stagione (il G. P. dell'A.C. di Francia, la Coppa dell'Imperatore, e la Targa Florio: se fosse esistito il titolo mondiale, sarebbe stato suo).
"Varzi: un grande pilota, forse meno appariscente di Nuvolari per la grande folla, impressiona l'esperto per la classe, lo stile veramente superiori che dimostra in corsa. In qualche gara da me osservata e vissuta e, purtroppo da spettatore, ho trovato in Varzi tale gamma di finezze stilistiche e tattiche, che veramente mi hanno impressionato. Una coniugazione perfetta tra muscoli, cervello e mezzo meccanico. Il suo ardimento non conosce la temerarietà: conosce il fine ultimo, la vittoria, con un dispendio di energie ragionato e ponderato ".