Bellof

Aneddoti, immagini, informazioni inerenti le vecchie stagioni

da AmanteMercedes » 02/01/2010, 12:22

Non sono d'accordo con chi parla di Bellof come di talento sprecato o inespresso. Le prestazioni di un driver, alle volte, tendono a essere lette in chiave di "suggerimento". Una bella qualifica, o una rimonta spettacolare sembrano suggerire o promettere altri successi, altre pole. Quando, per tanti motivi, queste promesse restano deluse, allora si parla di "incompiuto". L'errore, a mio modo di vedere, è quello di non guardare alla grandezza del gesto in sè.

A volte, infatti, ad un pilota può bastare un'impresa, un colpo di classe, per essere consacrato alla storia, senza necessità di un palmares colmo di successi.

Ritengo sia il caso di Bellof, consacrato quale campione assoluto dalla splendida rimonta all'Estoril del 1985, o dalla gara di Monaco '84 (con le F1), oltre che dal titolo mondiale Endurance del 1984.

Monaco '84, ed Estoril 1985, sono entrambe ricordate per le imprese di Ayrton Senna. A Monaco, Senna ottenne un secondo posto con la Toleman, con la corsa interrotta quando ormai aveva nel mirino Prost. In Portogallo, invece, il brasiliano colse, correndo splendidamente sul bagnato, la sua prima vittoria.

Ma torniamo a Bellof. A Monaco il tedesco guidò in modo sensazionale e rimontò dal fondo, portandosi terzo. Proprio nel finale, quando la pioggia era più forte, Bellof letteralmente mangiava la strada che lo separava dal brasiliano, che a sua volta stava prendendo Prost. Senna e Bellof quel giorno a Monaco guidarono in modo spaventoso, così come, sempre sulle strade del principato, aveva saputo fare Guy Moll nel 1934. Esattamemte come Senna e Bellof, anche Guy Moll era una giovane promossa e la sua formidabile gara, per certi versi, risultò una sorpresa.

Il ruolo che venne impersonificato da Prost nel 1984, ossia quello del campione maturo che viene pressato dai "ragazzini tremendi", nel 1934 spettava a Chiron. Parlando di Guy Moll, cui abbiamo accostato Bellof e Senna, la leggenda vuole, a proposito della corsa di Monaco del '34, che Enzo Ferrari fosse andato alla curva del Gasometro per vedere come se la cavava il ragazzo.

Ferrari rimase prima inorridito dal modo con cui Moll stava affrontando quella curva, un modo che lasciava presagire un solo esito, ossia l'uscita di pista. Ma come accadeva quando c'era Nuvolari al volante, proprio quando la macchina pareva destinata all'incidente, ecco che magicamente essa usciva dritta dalla curva, pronta ad affrontare il rettilineo. Enzo Ferrari probabilmente ripensò proprio all'esperienza del giro di pista con Nuvolari, quando ad ogni curva sembravano destinati a finire fuori strada, guardando l'algerino guidare così. 50 anni dopo, ecco gli eredi di Moll: Senna e Bellof. Prost a differenza di Chiron (che, a causa della pressione di Moll, finì fuori all'ultimo giro) non pagò dazio a chi lo inseguiva: la gara venne provvidenzialmente interrotta (anche se è ingeneroso attaccare il direttore di corsa, Ickx) prima che Senna lo potesse attaccare. Sulla corsa di Senna e Bellof, però ci sono delle ombre. Senna, pare, avesse la vettura danneggiata: in una "toccata" aveva rovinato la sospensione e c'era il timore che potesse cedere. Se la gara fosse continuata, la Toleman avrebbe retto? Nessuno lo può dire. Su Bellof, invece, c'è qualcosa di più che un'ombra. La sua impresa, infatti, almeno da un punto di vista formale venne cancellata dalla squalifica della sua vettura, la Tyrrell, dal mondiale. Quell'anno, infatti, la squadra inglese, con uno stratagemma, barava pesantemente sul peso.

Estoril 1985, invece, per Ayrton e Stefan fu la corsa della consacrazione, senza "se" e senza "ma". Senna vinse, Bellof rimontò da ventunesimo a sesto.

Facciamo un salto indietro, al 1981. Fu in quell'anno, infatti, che Bellof ebbe l'occasione di esordire nel campionato tedesco di F3. Stefan lo fece con una vettura (schierata dalla squadra di Bertram Schäfer) che non aveva mai dato la sensazione di poter vincere una corsa. Invece, con Bellof, alla sua gara di esordio, la macchina volava: fu la più veloce in tutte le sessioni, in tutte le condizioni. Bellof riuscì a vincere tre corse, in quel campionato, e, nonostante non avesse corso le prime due corse del campionato, si giocò il titolo. Ma lo perse all'ultima corsa, quella del Nurburgring, complice un certo Dauer, pilota presente a quell'ultima corsa del campionato di F3 tedesca come "ospite speciale", che per due volte gli andò addosso rovinandogli la macchina.

L'anno scorso, la trasmissione Griglia di Partenza, in onda sull'emittente Telenova, ha dedicato un servizio a Bellof. Presente in studio, anche Beppe Gabbiani, compagno di squadra di Bellof in F1. Il giudizio di Gabbiani fu secco: "imbattibile coi prototipi, fortissimo col formula".

La carriera di Stefan nell'endurance merita un approfondimento.

Nel 1983, Bellof divenne pilota del team Rothmans che schierava le Porsche 956, vetture veloci ma difficili da guidare. A Silverstone, Stefan ottenne una pole incredibile, con un tempo di ben due secondi più rapido di quello di Ickx, ossia il mostro sacro della categoria. era la prova che Stefan aveva capacità di guida fuori dal comune: il giro da qualifica, con le 956, vetture turbo, era una prova molto severa per un driver, che si trova costretto ad avere a che fare con un'auto molto nervosa, da portare al limite. Ancora una prova maiuscola, sempre nel 1983, al Nurburgring, dove colse il miglior tempo assoluto. In gara Bellof venne danneggiato dalla minor abilità del compagno di team, Derek Bell, rispetto ai mostri Ickx e Mass. Infatti, per recuperare quanto perso nel turno di guida di Bell, Stefan andò fuori pista.

L'84, come detto, è stato l'anno dell'impresa di Monaco, cancellata dalla squalifica, con le F1, e della conquista del titolo Endurance, al termine di un dominio netto.

L'anno seguente, però, Stefan non fece parte del team ufficiale Porsche. Fu messo alla porta per le pressioni di Ickx? Non è dato sapere. Comunque andarono le cose, Bellof si dovette accasare ad un team privato ed accontentarsi della Porsche 956b contro avversari con le 962. Il divario tecnico tra le vetture sembrava incolmabile, ma Bellof riuscì comunque a dare battaglia. Alla 1000 km di Spa riuscì a sfidare Ickx. Una lotta serrata, che terminò all'Eau Rouge, assieme alla vita di Stefan. Nel tentativo di sorpasso, l'auto di Bellof toccò quella di Ickx e finì fuori pista, determinando la morte di Stefan.



Nel raccontarvi, senza pretesa di completezza, la storia di Bellof abbiamo scelto di accostarlo a Moll. Anzi, abbiamo di fatto "mescolato" le due biografie. è stata una scelta non casuale, perchè proprio come Guy Moll, anche Bellof sapeva fare la differenza con un modo di guidare "magico" o da "fantascienza dell'automobilismo", per dirla con Enzo Ferrari. E non è proprio un caso che Ferrari fosse sul punto di ingaggiare Bellof per l'86. In riferimento a Stefan, tuttavia, sarebbero stati possibili anche altri paralleli. Anzitutto, con Rosemeyer, per la guida spettacolare. Poi, con Caracciola, per le qualità sul bagnato.

In ogni caso, abbiamo avuto l'onore e il piacere di ricordare un grandissimo dell'automobilismo .. non per quello che avrebbe potuto fare, se fosse vissuto di più (e avesse avuto più fortuna), ma per ciò che ha realizzato con quello che le circostanze gli hanno messo a disposizione.

-DiAmante-

Fonti:
Topic dedicato a Bellof su F1grandprix
Topic dedicato a Bellof su Calciorusso.forumfree.it
http://8w.forix.com/bellof.html
L'angelo di Coppi, di Ugo Ricciarelli
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da groovestar » 02/01/2010, 13:17

L'errore è valutare la compiutezza di un pilota dalle sue prestazioni in Formula 1.
Quando si parla di piloti che hanno dimostrato tanto anche in categorie competitive quali la Indycar,i Protitipi ed i Rally,si deve assolutamente tener conto nel giudizio di quanto ottenuto nel complesso piuttosto che nella sola F1.

Ickx ad esempio vinse ovunque,ma gli mancò,al pari di Moss,solamente il titolo mondiale di F1:se ti limiti a questo sono dei grandi incompiuti,ma a parer mio hanno dimostrato ben più di tanti altri.
Lo stesso Hulme è molto sottovalutato per il suo unico titolo,ma ci si dimentica del dominio in una categoria mostruosa come la Can Am.
O Amon,campione senza vittoria,o Brundle,campione anche lui nei prototipi e vincitore a Le Mans.
Bellof era un campione e sarebbe sicuramente diventato un campionissimo
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da AmanteMercedes » 02/01/2010, 13:54

Sì, è così.
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da Elio11 » 02/01/2010, 14:42

Il caso vuole che, proprio ieri sera,  stavo rileggendomi la storia di Bellof contenuta in una delle fonti da te citate, Amante.
Ho letto recentemente, in uno degli ormai "miei" famosi Rombo, che avrebbe dovuto prendere parte al campionato di F1 1984 con Arrows, che nel frattempo stava temporeggiando nel rinnovare il contratto a Surer che tra l'altro aveva portato in dote due sponsors, Valvoline e Wurth. Poi il rifiuto tardivo, e la decisione di continuare con l'Endurance . Questo prima che fosse ufficializzato l'ingaggio da parte di Ken Tyrrell che comunque lo porterà con sè nei tests di Le Castellet pre-stagionali in veste di test-driver non ancora "titolare". In quell'occasione se non sbaglio girò anche Fittipaldi con Spirit Honda (sponsor Topolino "portato" da Ballabio)
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da AmanteMercedes » 03/01/2010, 12:23

C'è un errore di battitura, ad un certo punto. per la precisione, Gabbiani e Bellof sono stati compagni di squadra in F2 (non F1, come erroneamente scritto).
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da Pedro59 » 03/01/2010, 16:58

[quote="groovestar"]
L'errore è valutare la compiutezza di un pilota dalle sue prestazioni in Formula 1.
Quando si parla di piloti che hanno dimostrato tanto anche in categorie competitive quali la Indycar,i Protitipi ed i Rally,si deve assolutamente tener conto nel giudizio di quanto ottenuto nel complesso piuttosto che nella sola F1.

Ickx ad esempio vinse ovunque,ma gli mancò,al pari di Moss,solamente il titolo mondiale di F1:se ti limiti a questo sono dei grandi incompiuti,ma a parer mio hanno dimostrato ben più di tanti altri.
Lo stesso Hulme è molto sottovalutato per il suo unico titolo,ma ci si dimentica del dominio in una categoria mostruosa come la Can Am.
O Amon,campione senza vittoria,o Brundle,campione anche lui nei prototipi e vincitore a Le Mans.
Bellof era un campione e sarebbe sicuramente diventato un campionissimo
[/quote]

Concordo pienamente.
I casi di piloti vincenti ovunque, ma non in Formula 1, sono parecchi e, clamorosamente questi piloti vengono trascurati, dimenticati, non figurano mai nelle classifiche, inutili quanto si vuole , ma destinate a formare l'opinione di chi magari non c'era perché - beato lui - troppo giovane.
Ai nomi citati da groovestar ci sarebbero da aggiungere Vic Elford, Jo Siffert e Pedro Rodriguez (questi ultimi due Gran Premi li vinsero anche, senza aver mai militato in un top team, qualcosa vorrà pur dire...).
In particolare la storia di Bellof mi lascia l'amaro in bocca: sono sicuro che avrebbe raggiunto livelli altissimi anche in Formula 1 dove già aveva fatto intravedere di che pasta fosse fatto, nonostante avesse avuto a disposizione monoposto decisamente non di primo piano.
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da Powerslide » 03/01/2010, 17:30

Ricardo. Come Bellof o Moll ?

Un dubbio senza alcuna prova, ma per quel poco che l'ho visto .................
Troppi scompaiono quando non hanno ancora dimostrato tutto e vengono dimenticati da chi legge solo le statistiche.  :(
Io non accetto che per trovare l’effetto suolo si debba strisciare per terra. Secondo me è assurdo, è immorale da un punto di vista tecnico. (Mauro Forghieri)
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da jackyickx » 03/01/2010, 19:15

Io ricordo semplicemente che Ricardo Rodriguez era considerato il migliore dei fratelli. Beh, visto quello che ha fatto vedere Pedro, e che avrebbe potuto ancora fare, non è certo poco  :)
Belloff era un certo velocissimo, tuttavia era arrivato in F1 ad un'età non certo precocissima.
Più che paragoni penso che si possano tracciare storie di piloti che ho hanno avuto poco tempo per esprimersi ai massimi livelli, come Moll, oppure hanno solo potuto far intuire le loro capacità, come Belloff. Purtroppo fino a 20 anni fa si moriva ancora spesso e queste risposte non si potranno mai dare. Immaginiamo di fare un paragaone con i primi due o tre anni della carriera di un grande dei nostri tempi: Non so: Hamilton, Alonso o Schumacher...
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da Pedro59 » 03/01/2010, 20:54

Ricardo Rodriguez è un icona dello sport automobilistico, un po' quello che rappresentò James Dean per il cinema più o meno negli stessi anni.
Questa è l'idea che mi sono fatta di lui.
Secondo Jo Ramirez "se Ricardo sull'acqua valeva dieci, Pedro si sarebbe fermato a sei..." .
Mi domando il voto che Jo avrebbe dato a Massa...
Stabilire dove finisce l'oggettività e dove inizia il mito è impossibile a quasi cinquant'anni dalla scomparsa di un campione di appena vent'anni.
Devo dire che l'unico che è stato piuttosto freddo su Ricardo è proprio la persona che reputo più abbia voce in capitolo: il Professor Vaccarella.
La cosa mi sorprese.
Secondo il "Preside volante" Pedro "era velocissimo" - aggettivo superlativo che usa con misurata parsimonia - e lui lo considerava uno dei piloti più forti del suo tempo.
Quando gli chiesi di Ricardo, se lo avesse conosciuto e come lo considerava, glissò come se l'argomento lo infastidisse e mi fece capire, con garbo, che preferiva non parlarne come di tutti quelli di cui non se la sente di dire bene.
Ripeto la mia è magari solo una sensazione, ma per "Ninni" il fratello più forte non era Ricardo.
Io, come indegno rappresentante per l'Italia (!) delle "Scuderia Rodriguez" posso solo provare a sintetizzare quello che ho capito dalle tante pagine lette anche su Ricardo e dalle testimonianze riportate sul libro "Hermanos Rodriguez" (ora uscito anche in inglese col titolo di "Brothers Rodriguez").
Era un talento naturale.
Secondo Luigi Chinetti "Guidava l'automobile come gli altri respiravano, con la stessa naturalezza...".
Non era disciplinato, forse neppure disciplinabile: fosse una 24 Ore di Le Mans o una corsa di cinquanta chilometri alle Bahamas, il suo comportamento era lo stesso.
Ho letto che Gendebien riuscì a convincerlo a "guidare col cervello" alla Targa Florio del '62 vinta dall'asso belga su una Ferrari divisa appunto con Ricardo e con Mairesse.
Il sospetto che ho è che Gendebien (che secondo Ferrari -"non parlava bene che di sé stesso..."-) detestasse tanto Mairesse che chiunque, al confronto con Willy, gli andava benissimo.  
Certo è che Pedro ha avuto più tempo per mostrare il proprio valore, ma anche giudici molto più severi, pronti a confrontarlo con l'ombra pesante del fratello scomparso.
Ultima modifica di Pedro59 il 05/01/2010, 11:55, modificato 1 volta in totale.
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da AmanteMercedes » 03/01/2010, 21:02

Io ho una cultura automobilistica infima, ma provo cmq a dare il mio parere. Secondo me .. Pedro ha trovato la sua strada con le sport, mentre Ricardo con il formula era più grande. In quanto a Jo Ramirez, sospetto che certi giudizi severi verso Pedro fossero dati un pò per stimolarlo a migliorare e cmq .. beh, Ricardo era veramente una presenza ingombrante, certo un talento naturale e velocissimo, probabilmente più da formula: sempre al massimo e senza ragionare.
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da Racer Cek » 04/01/2010, 0:52

[quote="groovestar"]
L'errore è valutare la compiutezza di un pilota dalle sue prestazioni in Formula 1.
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[/quote]
oltre ai nomi da te aggiunti ne aggiungerei un altro spesso bistrattaro e dimenticato dai più e per il quale io stravedo: Jean Ragnotti velocissimo con le F.Renault.,a Le Mans piuttosto che al Monte o in Corsica nonché in tutti i test di F.1 che ha potuto fare....ha pagato il fatto a un certo punto di continuare seriamente solo nei rally dove la Renault (più una famiglia che una squadra...) non aveva una vettura al top e tamtomeno faceva tutto il mondiale.. :( cmq tornando a Bellof vorrei ringraziare  AmanteMcLaren x questo approfondimento su un giovane che mi ha sempre intressato ma di cui ho trovato poco su cui documentarmi....
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da Pisy » 04/01/2010, 22:22

Aggiungerei che Bellof era sicuramente un talento cristallino, al pari o un pelo meno di Senna, però il tedesco sembrava troppo uno scavezzacollo, tirava sempre al limite, in un periodo nel quale si rischiava ancora l'osso del collo e non come oggi. L'incidente che purtroppo ce lo portò via, fu l'apice di questa continua corsa allo spasimo e della profonda rivalità con gli ex compagni del team Rothmans-Porsche, con Ickx in primis.
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da Pedro59 » 05/01/2010, 0:40

[quote="Pisy"]
Aggiungerei che Bellof era sicuramente un talento cristallino, al pari o un pelo meno di Senna, però il tedesco sembrava troppo uno scavezzacollo, tirava sempre al limite, in un periodo nel quale si rischiava ancora l'osso del collo e non come oggi. L'incidente che purtroppo ce lo portò via, fu l'apice di questa continua corsa allo spasimo e della profonda rivalità con gli ex compagni del team Rothmans-Porsche, con Ickx in primis.
[/quote]
Sull'incidente che ci portò via Bellof è stato detto molto già all'epoca.
Molti ne approfittarono anche per metterci del veleno che nessuno dei protagonisti meritava, anche se era risaputo che fra il "vecchio" Ickx ed il "giovane" Bellof, c'era molta rivalità, tanta da costringere il Team Rothmans a scegliere uno dei due.
Ickx aveva parecchi nemici che si era fatto in una carriera lunga e ricca di successi vissuta con personalità (raccontano sia stato uno dei pochi a non aver soggezione del Drake...)e qualcuno gli presentò il conto.
Ho visto molte ricostruzioni grafiche di quel fatto, nessuna mi ha mai convinto che Jacky Ickx meritasse anche solo parte delle accuse che gli furono fatte.
La verità è che allora l'Eau Rouge era ancora una brutta bestia e le Porsche non erano propriamente dei "go-kart" e quello che tentarono quel giorno, l'uno attaccando e l'altro difendendosi, fu davvero al limite e andò a finire male com'è sempre da mettere in conto tutte le volte che - per dirla come Hemingway - decidi di "sputare nella bocca del leone".
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da Powerslide » 05/01/2010, 1:09

In effetti dal cameracar di Ickx non si percepisce alcun cambio di traiettoria improvviso: chiude a sinistra per impostare la giusta traiettoria. Se poi riuscisse a vedere che la vettura di Bellof gli fosse dentro di un quarto, questo lo sa solo lui. Per esperienza diretta so che sulle 512 la vista posteriore era quasi nulla e che dagli specchietti laterali le vibrazioni rendevano l'immagine veramente indecifrabile. Di certo quando stai impostando quella curva sei molto più concentrato sulla pista che non sul resto e, di certo, di entrate sportello contro sportello, lì, non è stata l'unica che si è vista negli anni.
Le cronache dell'epoca raccontano che i due si erano sorpassati più volte nel corso dei giri precedenti l'incidente e che l'ultima cosa che avrebbe sopportato il belga fosse quella di farsi battere da un ragazzino su una vettura privata proprio sul suo circuito.
A mio parere si è trattato di un incidente di gara, ma di certo lo spigolo in cemento di una tribuna non doveva trovarsi lì. Era un'epoca di grande coraggio, ma molto carente di buon senso da parte dei proprietari dei circuiti. Il 90% degli incidenti fatali avrebbe potuto essere evitato con poca spesa ed un po' di sale in zucca. Preferirono infischiarsene fino a che non fu loro imposto di snaturare i circuiti. Non era necessario, bastava adeguare le protezioni, ma sull'onda delle tragedie è facile fare di tutta un'erba un fascio.

Ricordo che per la morte di Bellof molti piloti chiesero che sulle sport il posto di guida venisse messo al centro della vettura per avere maggior spazio di protezione anche sul lato guida.
Era una richiesta sensata alla quale la mia mente non poteva opporsi, ma il mio cuore da puro sognatore sì: non sarebbero più state delle biposto, ma delle monoposto travestite. Come è oggi.
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da jackyickx » 05/01/2010, 11:01

Concordo pienamente con le considerazioni di Pedro e Power. Aggiungo qualche considerazione però.
1) Ickx ha quasi 41 anni, è a fine carriera, una carriera lunghissima e usurante. Non credo proprio che avesse voglia di rischiare un incidente mortale potenzialmente anche per lui.
2) A parziale rettifica di ciò che ha scritto Power devo però dire che Belloff non era dentro di un quarto, ma era col muso sull'asse delle ruote anteriori del belga, che a mio avviso non ipotizzava un possibile sorpasso all'Eau Rouge. D'altra parte Raidillon e Kemmel erano lì a poche centinaia di metri...
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