MAKING OF CdC
Giusto per dare un contributo al dibattito, vorrei rivelare un paio di cose. Chi di voi ha detto che il prototipo preserie di CdC è "300 all'ora sotto l'ombrellone" ha ragione da vendere. Fu con quella breve rubrica estiva che Boccafogli mi mise al lavoro per vedere la reazione di voi lettori su un tipo di prodotto diverso dal solito. Il feedback ovviamente si rivelò incoraggiante.
In effetti all'inizio CdC doveva essere una prosecuzione, diciamo pure un 300 all'ora sotto ecc ecc "seconda serie", una compilation "one shot" che invece da allora non si è più esaurita.
Tra 300 all'ora e CdC sono però incastrati due pezzi cui tengo molto, vale a dire "Il Mistero del Fuji" - per questo mi ha fatto così piacere vederlo nel vostro archivio e mi pare farina del sacco di Niki -, e quello pre-Monza 2006 celebrativo del trentennale dell'ultima vittoria di Peterson, che a tutti gli effetti sono due CdC sprovvisti del marchio che ancora, ovvio, non esisteva neppure.
Poi nel marzo 2008, quindi, nell'ultimo numero della direzione Boccafogli, trova posto un servizio sulle monoposto a guida disassata (protagonista la Paxton alla Indy 500 del 1967), che a tutti gli effetti è anch'esso un cuore da Corsa: lo pubblicammo e ce lo sparammo accanto al CdC vero e proprio solo perché non avevamo certezza che col cambio di timone la rubrica sarebbe continuata.
E per i più accaniti segnalo che nei numeri di Ferragosto 1999 e 2000 di Autosprint realizzai due racconti fiction, rispettivamente "L'affair Mirage" e "Ritorno ad Adenau" (quest'ultimo illustrato superbamente da CVilla, creatore grafico di Dylan Dog, prima china di Tex e, per la cronaca, mio grande amico) nei quali forse per la prima volta emergono tutti quei temi che poi si riverseranno in CdC. Questi ultimi due, detta tra me e voi, quindi del tutto tra amici, sono i miei lavori cui resto più affezionato.
Tanto vi dovevo.
Un caro saluto

Mario