Vincenzo Florio "u cavaleri"

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da Pedro59 » 15/01/2009, 23:25

E' passato sotto silenzio il cinquantesimo anniversario della morte (6 maggio 1959) di Vincenzo Florio, ideatore, organizzatore e strenuo difensore della Targa Florio, la corsa più vecchia del mondo.
Senza la Targa le corse non sarebbero mai diventate quello che sono, e senza di lui e la sua sconsiderata passione, ma soprattutto l'impegno senza limiti non ci sarebbe stata la Targa Florio e certamente non sarebbe durata per settant'anni.
Baciamo le mani, cavaleri,  grazie di tutto e non si curi troppo di certe dimenticanze, il mondo è cambiato.   
"For if the trumpet give an uncertain sound, who shall
prepare himself to the battle?"  1 Corinthians 14/8
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da Powerslide » 16/01/2009, 1:07

[quote="Pedro59"]
E' passato sotto silenzio il cinquantesimo anniversario della morte (6 maggio 1959) di Vincenzo Florio, ideatore, organizzatore e strenuo difensore della Targa Florio, la corsa più vecchia del mondo.
Senza la Targa le corse non sarebbero mai diventate quello che sono, e senza di lui e la sua sconsiderata passione, ma soprattutto l'impegno senza limiti non ci sarebbe stata la Targa Florio e certamente non sarebbe durata per settant'anni.
Baciamo le mani, cavaleri,  grazie di tutto e non si curi troppo di certe dimenticanze, il mondo è cambiato.     


[/quote]

Giustissima osservazione Pedro, anche se su qualche tg, ma non chiedermi quale, ne ho sentito la commemorazione: breve ma sicuramente dovuta.

Prima che ti diano di uno che "fa correre troppo le lancette dell'orologio", faccio notare che, come giustamente tu pensavi, ma i neuroni non si appannano solo per me e ti hanno tradito, la data è 6 gennaio 1959.
Io non accetto che per trovare l’effetto suolo si debba strisciare per terra. Secondo me è assurdo, è immorale da un punto di vista tecnico. (Mauro Forghieri)
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da Pedro59 » 16/01/2009, 14:15

[quote="Powerslide"]
[quote="Pedro59"]
E' passato sotto silenzio il cinquantesimo anniversario della morte (6 maggio 1959) di Vincenzo Florio, ideatore, organizzatore e strenuo difensore della Targa Florio, la corsa più vecchia del mondo.
Senza la Targa le corse non sarebbero mai diventate quello che sono, e senza di lui e la sua sconsiderata passione, ma soprattutto l'impegno senza limiti non ci sarebbe stata la Targa Florio e certamente non sarebbe durata per settant'anni.
Baciamo le mani, cavaleri,  grazie di tutto e non si curi troppo di certe dimenticanze, il mondo è cambiato.     


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Giustissima osservazione Pedro, anche se su qualche tg, ma non chiedermi quale, ne ho sentito la commemorazione: breve ma sicuramente dovuta.

Prima che ti diano di uno che "fa correre troppo le lancette dell'orologio", faccio notare che, come giustamente tu pensavi, ma i neuroni non si appannano solo per me e ti hanno tradito, la data è 6 gennaio 1959.


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Parole sante Mastro Power !
I neuroni ormai sono allo sbando...
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da Niki » 16/01/2009, 14:47

Non vorrei fare lo strarompi, ma questo topic non andrebbe meglio nella sezione "mondo motori"?
Riguardo la targa, sto scaricando un paio di documentari che spero di vedere presto. Peccato che, per ora, non ci sia ancora il circuito per GTL.
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da Elio11 » 21/01/2009, 16:16

faccio un pò di "pubblicità" al nostro 'pedro' per chi non avesse visitato il suo sito:


"Stavolta ho aspettato.
Ho sperato contro ogni evidenza che si ricordassero dopo tanto tempo di lui, invece lo sport italiano ed anche il giornalismo sportivo, ha tirato diritto.
Il 6 gennaio del 2009 ricorrevano cinquant'anni tondi da che Don Vincenzo Florio, padre dello sport automobilistico italiano, se n'è andato.
Molti ragazzi non lo avranno neppure sentito rammentare, eppure se oggi la Ferrari è l'azienda più famosa del mondo un po' di merito è anche suo, che pure non ne ha mai posseduta una e non ci ha mai investito una lira.
Perché lui, Don Vincenzo Florio, fece qualcosa di più: inventò le corse automobilistiche in Italia.
E ora provate a domandarvi che sarebbe stata mai la Ferrari senza le corse ?   
Vincenzo Florio all'inizio del secolo scorso era un uomo ricco, ma ricco come oggi non ce ne sono forse più, perché non era ricco solo a quattrini, ma anche d'intuizione, di coraggio e di determinazione.
Era generoso ed entusiasta.
Possedeva navi, ma soprattutto sogni.
Il più grande riuscì a realizzarlo: organizzare una grande corsa automobilistica che portasse nel mondo il nome della sua Sicilia e anche il suo.
La leggenda vuole che l'idea gli fosse venuta partecipando come pilota ad una delle prime corse su strada in Francia, che era un po' la sua seconda patria, e che ad incoraggiarne il progetto un po' folle fosse addirittura Henri Desgrange, il padre del Tour de France, un altro che quanto a sogni non scherzava.
Quella corsa a cui aveva preso parte era qualcosa a metà strada fra una festa paesana ed una kermesse ciclistica, lui voleva qualcosa di più e Dio sa se l'ottenne.
Gli era venuta l'idea di organizzare una gara niente meno che sulle Madonie, le aspre montagne vicino alla sua Palermo.
Era già un'idea folle chiamare strade quei tratturi, figurarsi corrervi con le auto disponibili nella prima decade del '900 !
Chi lo conosceva bene, sapendo che sarebbe stato impossibile dissuaderlo, lo assecondò e nel 1906, a bordo  delle navi della sua flotta e completamente a sue spese, arrivarono in Sicilia le auto e i piloti che si sarebbero disputati la prima Targa Florio.
Cominciava la leggenda di una corsa leggendaria ideata da un uomo che non concepiva il termine "impossibile".
La prima Targa fu vinta da Alessandro Cagno, al volante di un'Itala, capace di percorrere per tre volte il circuito delle "Grandi Madonie" che misurava ben 148 chilometri; distacchi da misurare con la sveglia, fiato sospeso per qualche concorrente ritrovato dopo ore fermo lungo il percorso.
A quella prima edizione ne sarebbero seguite altre sessanta, con le sole interruzioni belliche, fino al 1977.
Per oltre settant'anni la "Targa" sarebbe stata la corsa più antica e famosa del mondo.
E ogni anno, fino alla sua morte, Don Vincenzo Florio ne avrebbe celebrato la semplice e lineare liturgia che non ammetteva eccezioni: alla Targa non si pagavano ingaggi per partecipare, solo premi a chi vinceva. Su questo non si poteva neppure pensare di transigere, così come sul fatto che le decisioni non le prendesse lui, e lui solo.
Una regola, quella dei soldi  che lo aveva portato a qualche discussione, ma mai ad uno scontro perché "u cavaleri" era rispettato da tutti e la sua parola era legge.
"Il premio più bello per un pilota" - era solito dire a chi sollevava la questione - "è quello di poter dire un giorno ' io ho vinto la Targa Florio' "
Persino Enzo Ferrari, che era un attento amministratore e chiedeva il doppio del premio di partenza delle altre case automobilistiche perché se lo poteva permettere, alla Targa correva gratis.
Col cappello in testa, le bretelle scure sulla camicia bianca, Don Vincenzo dava personalmente il via alla sua corsa, ed ogni anno, in  una domenica di primavera, Cerda diventava il anche se solo per un giorno, il centro del mondo.
Sotto la sua bandiera a scacchi sono passati tutti i più grandi piloti: Moss, Collins, Fangio, Nuvolari,Taruffi, Campari, Varzi, Elford, Siffert, Merzario, Musso,Materassi, Maglioli, Bonetto, Biondetti, Brilli Peri ed alcuni di loro, grazie alle loro imprese alla Targa, sono diventati leggendari.
Il primo fu il fiorentino Giulio Masetti, conte originario di Vinci, la patria di Leonardo.
Lo chiamavano il "matto di Vinci" e lui non lesinava i soldi di famiglia per "correre più fulmineo" come era solito scrivere sui biglietti da visita.
Era un asso che, per il suo ardimento, infiammava le folle.
Un Villeneuve degli anni venti, verrebbe da dire.
Dopo due trionfi era diventato l'idolo indiscusso del pubblico siciliano che lo aveva ribattezzato "il leone delle Madonie".
Giulio Masetti fu anche una delle poche vittime della "corsa più lenta del mondo", tradito da un cedimento meccanico presso Sclafani e sulla sua morte si ricamò molto in quanto per le sue idee liberali si sapeva che  non era molto gradito al regime.
Ma il re della Targa è stato "l'enfant du pays", il siciliano  "Ninni" Vaccarella, il "preside volante" : tre vittorie (come il flemmatico belga Gendebien)  lui però sostiene che  di Targa Florio avrebbe  " potuto vincerne sette o otto".
In effetti, oltre ai tre trionfi, altre volte la vittoria gli è sfuggita per un soffio perchè "la Targa non perdona, basta un marciapiede un muretto e la vittoria sfuma". 
Sulle strade delle Madonie, presto ridotte dopo le prime edizioni al "Piccolo Circuito" di appena (!) 72 Km (con oltre 800 curve ad ogni giro ed edizioni che ne hanno contati fino a quattordici... ) è nata la leggenda di case automobilistiche come la Porsche, che battezzò "Targa" uno dei suoi modelli sportivi più famosi e che ha vinto per undici volte contro le dieci dell'Alfa Romeo, della Ferrari e della Bugatti.
Tutto questo venne ideato e fortemente voluto da Vincenzo Florio, che fece di tutto perché la "sua corsa" gli sopravvivesse, dopo che per tanti anni aveva ospitato il comitato organizzatore in due stanze del suo palazzo, praticamente in casa sua, nonostante le sue fortune non fossero più quelle degli inizi del secolo.
Dopo la sua morte la corsa ebbe ancora anni di splendore, e presto rimase l'ultima grande competizione disputata su strade normalmente aperte al traffico, poi il cambio di regolamento ne ridusse progressivamente l'importanza, ma non il fascino.             
L'ultima edizione venne sospesa per un tragico incidente costato la vita a due spettatori, ma la Targa Florio, l'ultima grande corsa su strada del mondo, era sopravvissuta per vent'anni alla Mille Miglia e la sua fine era ormai segnata dal progresso tecnologico che costruiva macchine sempre veloci e sempre meno adatte alle strade delle Madonie.           
Di Vincenzo Florio ora resta la memoria della sua corsa, ma ancora più quella del suo sogno di fare della Sicilia la capitale dello sport automobilistico mondiale.
Sotto il suo panama bianco, con i suoi baffetti curati, la camicia bianca con le maniche sempre arricciate, i pantaloni con la vita alta e le bretelle scure, nelle tante foto che lo ritraggono sui libri dedicati alla sua Targa, Vincenzo Florio sembra domandarsi se ne è valsa la pena di spendere una vita per una corsa che ora ricordano solo gli appassionati.
Don Vincenzo, se vale qualcosa, la mia risposta è sì.
Grazie di tutto."
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da sundance76 » 22/01/2009, 10:08

Giorni fa ho trovato questo e altri filmati, davvero eccezionali:

http://it.youtube.com/watch?v=Z8ssGQLoC_4
"Chi cerca di conoscere il passato capirà sempre meglio degli altri il presente e il futuro, e non soltanto nel nostro piccolo mondo di effimere quanto amate frenesie corsaiole." G. C.

https://www.youtube.com/watch?v=ygd67cDAmDI
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da Uitko » 22/01/2009, 11:43

che documenti!  :thumbup1:
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da echoes » 22/01/2009, 12:32

bellissimo...grazie!!!
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da Pisy » 22/01/2009, 13:53

Ma da dove li scaricate questi mitici filmati...io ne ho trovato uno sull'edizione del 1970.
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da DanieleSkywalker » 17/05/2009, 23:04

Vorrei segnalare un sito tutto dedicato alla TargaFlorio.

http://www.targapedia.com/

I video che ho visto sono tutti repelibili su youtube.
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