da Elio11 » 21/04/2008, 19:25
Indycar- Motegi gara- Danica Patrick entra nella storia dalla porta principale
Proprio stanotte prima di andare a dormire, il sottoscritto che vi scrive, pensava a quanto fosse stato strano il destino riservato a Danica Patrick: inizialmente vera rivelazione dei campionati nord-americani a ruote scoperte, diventata poi l’ombra di sè stessa, una comparsa mai capace di lottare veramente in modo continuativo per il titolo. Nel 2005 sulla scia delle esaltanti ma discontinue prestazioni di chi l’aveva preceduta (Sarah Fisher ndr) debutta con Rahal Letterman a fianco di Buddy Rice, e proprio ad Indianapolis andava a cogliere con una prestazione maiuscola un importante ed eclatante risultato nelle lunghe qualifiche che connotano la gara della 500 miglia. Poi solo qualche altro spunto interessante nel corso di quella stagione, ed una lenta e progressiva involuzione nel corso delle annate successive, in particolar modo quella del 2006, condizionata psicologicamente dalla morte del suo neo-compagno di scuderia Paul Dana a Miami. Nel 2007 invece il salto decisivo verso il top team AGR e prestazioni molto altalenanti con più ombre che luci. Stessa storia sembrava dover essere ripetuta nel corso di questa nuova stagione. Ed invece è arrivata la svolta proprio nel momento chiave della sua carriera, quella della maturità professionale e della fama internazionale per ben altri motivi, quest’ultimo un leitmotiv che si stava ripetendo quasi come un ossessione rischiando cosi’ di oscurare il lato competitivo di “Occhi di gatto” (come soleva soprannominarla Roberto Cinquanta su SportItalia), quello in cui ormai quasi più nessuno andava credendo. Proprio la Danica che forse fino a ieri era più famosa per aver conquistato le copertine patinate di servizi fotografici più o meno “hot”, è quella che ci ritroviamo davanti a tutti oggi sul podio di una gara ufficiale della Indycar Series. Una corsa che ha scritto la storia, perchè mai una donna è riuscita a vincere una gara delle massime tre competizioni della storia dell’automobilismo a ruote scoperte. C’erano andate vicino Lella Lombardi in F1 a Mont-Juich 1975 , sesta dopo una gara interrotta a metà o Sarah Fisher nel corso della IRL 2003 con alcuni piazzamenti importanti, e quest’ultima era stata una sorta di precorritrice del lato femminile “in competizione” nelle gare nord-americane. C’era andata vicino la stessa Patrick i cui risultati migliori erano stati un terzo posto in Texas e un secondo a Detroit Belle Isle l’anno scorso oltre ad una manciata di piazzamenti nella quarta piazza. La risposta giusta a chi, lo stesso sottoscritto che vi scrive questo pezzo, non credeva più nelle sue potenzialità e la reputava una sorta di operazione pubblicitaria per risollevare il destino delle corse americane. D’altronde lei stessa ci aveva avvertiti quando nell’anno del debutto disse più o meno cosi’ “Io sono una donna, ma quando mi calo nell’abitacolo non mi sento inferiore a nessun altro pilota di sesso diverso”.
Passiamo ora alla cronaca della gara e partiamo proprio dalla fine.
La Dallara Motorola AGR è stata costantemente nelle prime sei posizioni per quasi tutta la gara, mostrando una grande pazienza ed intelligenza tattica nel risparmiare carburante, ed proprio questa si è rivelata la chiave del successo, visto che gli altri, a cominciare da Castroneves e Dixon che hanno letteralmente dominato l’evento dall’inizio alla fine, sono stati costretti ad una sosta forzata nelle fasi finali del gran premio nipponico. Lo stesso brasiliano della Penske ha dovuto fare uno “splash ‘n’ go” supplementare proprio assieme a Danica, rallentando poi vistosamente verso le ultime curve.
Castroneves è stato in testa per la prima parte di gara , ricordiamo rinviata ad oggi, causa pioggia, con Dixon, Wheldon e Kanaan alle calcagne per buona parte della corsa. Il pilota Ganassi, vincitore di Miami Homestead è balzato poi in testa dopo il secondo pit-stop, quando è stato abile a partire davanti a tutti guadagnando ben sei secondi sul gruppo dei diretti inseguitori. Ed è stata proprio la bandiera gialla al giro 142 che ha eliminato il vantaggio accumulato, lasciando praticamente tutti a secco tranne la vettura di Danica, che con un accorta tattica dai box è stata costretta ad una sorta addizionale che gli ha fatto risparmiare carburante. Stessa idea l’hanno avuta sul muretto della Penske e della Vision poco prima della bandiera verde del restart. L’accortezza di Patrick nel risparmiare l’etanolo senza fare pit stop aggiuntivi ha fatto il resto. Negli ultimi sei giri infatti troviamo Dixon,Wheldon,Kanaan , Castroneves e Carpenter ai box e per loro la gara è ormai andata perduta. Helio Castronves comunque è stato autore di una lodevole rimonta fino al secondo posto scavalcando i diretti concorrenti al titolo della Ganassi e il connazionale Kanaan.
Altri piazzamenti di rilievo : Ryan Hunter-Reay è settimo con Rahal Letterman Racing, con il pilota della AjFoyt Darren Manning in ottava piazza davanti a Briscoe. Quest’ultimo è stato fortunato a riprendere la corsa dopo un tamponamento a muro che sembrava aver danneggiato seriamente la sua Penske. Townsend Bell completa la Top Ten.
Sorte avversa per due piloti AGR con grandi aspettative per questa gara: Marco Andretti si ritira subito commettendo un grave errore alla prima curva dopo lo start. Mutoh invece delude nella gara di casa finendo in undicesima posizione dopo aver commesso alcuni errori imbarazzanti, prima un testacoda nel rettilineo dei box, poi rischiando di tamponare la safety car.
Pos Pilota Team Giri
1. Danica Patrick Andretti-Green 200
2. Helio Castroneves Penske 200
3. Scott Dixon Ganassi 200
4. Dan Wheldon Ganassi 200
5. Tony Kanaan Andretti-Green 200
6. Ed Carpenter Vision 200
7. Ryan Hunter-Reay Rahal-Letterman 200
8. Darren Manning Foyt 199
9. Ryan Briscoe Penske 199
10. Townsend Bell Dreyer & Reinbold 199
11. Hideki Mutoh Andretti-Green 199
12. Buddy Rice Dreyer & Reinbold 198
13. Jay Howard Roth 192
14. Roger Yasukawa Beck 134
15. AJ Foyt IV Vision 103
16. Vitor Meira Panther 92
17. Marty Roth Roth 44
18. Marco Andretti Andretti-Green 0
MN
Indycar-Motegi- Conferenza stampa con Danica
Qualche spunto a riguardo della conferenza stampa del dopo gara di Motegi.
Moderatore: Quando hai realizzato che avresti vinto la tua prima gara della carriera in Indycar?
DANICA PATRICK: All’inizio della gara pensavamo che se avessimo avuto abbastanza benzina avrei potuto dire la mia per un piazzamento importante, ho conservato carburante fin dal primo giro e nessuno si aspettava che stessimo facendo una gara di conserva. Quindi sapevo che ad un certo punto della gara questo nostro vantaggio ci avrebbe permesso di scavalcare molte posizioni ed essere tra i primissimi. Però solo a metà corsa quando ho saputo che soltanto Helio assieme a me era ai box, mi sono resa conto di poter arrivare tranquillamente seconda se non avessi commesso errori di guida. Nel momento di passarlo ho realizzato che potesse finalmente arrivare il mio momento di gloria, ma ancora temevo in peggio per via di qualche bandiera gialla di caution che mi avrebbe fatto perdere tutto il vantaggio accumulato. Ho mantenuto il mio ritmo e ho pensato a fare una gara di conserva. Questa è stata la chiave di lettura della mia corsa.
Moderatore: Che cosa hai sentito dentro di te quando finalmente hai visto la bandiera a scacchi?
DANICA PATRICK: Di sicuro ero in uno stato confuso, tra l’ emozione del momento e l' eccitazione. Si, credo proprio che l’andrenalina abbia preso il sopravvento su di me. In passato mi ero sempre ripromessa che in tali frangenti avrei mantenuto freddezza e concentrazione, invece all’ultimo giro mi sono completamente sciolta e non potevo credere a quello che stava accadendo. Quando ho contattato via radio il box la mia voce era fioca e le lacrime di gioia a mille. Non ho saputo dire altro che “grazie di cuore a tutti”. E i miei pensieri sono corsi a momenti che ho vissuto anni fa quando vinsi la mia prima gara in assoluto. Questo pensiero di vincere era frustrante, da tempo mi chiedevo “Chissà quando arriverà il mio momento..” e ad ogni gara che passava, mi sentivo tanta pressione addosso perchè le aspettative su di me non si realizzavano in conferme concrete. Ora finalmente l’incubo è finito.
Moderatore: Congratulazioni. Quando ti immaginavi la tua prima vittoria in IRL/Indycar, le circostanze, lo scenario attorno a te, come era? Rispecchia quanto accaduto nella giornata di oggi?
DANICA PATRICK: Ehm.. non saprei. A dire la verità non ho mai pensato ad “immaginare” ed a vivere virtualmente una mia potenziale vittoria. Non mi sono mai immedesimata nelle emozioni che si sarebbero manifestate dentro di me, nè avevo un’idea precisa del contesto esterno: circuito, piloti, premiazione e cosi’ via. Mi sono limitata sotto questo punto di vista a sperare ed a credere che il momento sarebbe arrivato prima o poi, soprattutto con l’opportunità giusta. Se non avessi avuto determinate persone attorno non ce l’avrei fatta nonostante gli sforzi. Il supporto dei miei fans, di chi mi conosce, degli uomini del team che lavorano sempre duramente tutti i week-ends oggi non saremmo qui a festeggiare. Ed un abbraccio anche ai miei compagni di scuderia perchè spesso ci supportiamo a vicenda. La mia vittoria oggi è anche loro.
Moderatore: Se non siamo troppo discreti, possiamo sapere almeno una parte di quello che vi siete detti con la tua famiglia appena scesa dall’abitacolo?
DANICA PATRICK: E’ stato un festeggiamento abbastanza veloce; soltanto poche parole da parte loro perchè ero un fiume in piena. E pensare che non li vedevo tutti da tanto tempo, ma in quel poco di tempo passato assieme prima tra abbracci e qualche lacrima scesa dagli occhi, ho parlato, parlato .. sembrava un monologo.. e non mi ricordo poi che cosa mi hanno detto, era un momento di confusione, la fine della gara, la pressione che si scioglie, l’emozione del momento. Non ricordo con precisione quali sono state le loro congratulazioni, in questo momento non riesco a ricordare le loro parole, in un momento di lucidità spero di farlo, perchè sono momenti che vorrei sempre tenere dentro la mia memoria, da non scordare mai. Mio padre, mi sembra abbia detto che oggi è stato il giorno più bello della sua vita.
Moderatore: Questa è stata la tua cinquantesima gara ufficiale. Secondo te è stata lunga o tremendamente breve? Cosa hai pensato mentre piangevi dopo aver conseguito la vittoria? .
DANICA PATRICK: Bè mi sono sentita come non accadeva da tempo. Davvero, questo genere di emozioni non me le sentivo dentro da tanto tempo. Credo che il momento più difficile , ma anche il più dolce , della mia carriera, sia stata per ironia della sorte proprio quella a Motegi nella stagione del debutto, nel 2005. Mi ero qualificata davanti, ero veloce, ho concluso in quarta posizione, ma solo perchè arrivò una caution e molti piloti rimasero a secco con la bandiera gialla e i box chiusi. E poi se avessi trionfato ad Indy alla mia prima …
Queste sono state le mie primissime gare, la terza e la quarta in assoluto. Ne è passato di tempo da allora in termini di gara disputate, ora siamo a cinquanta, sapevo che prima o poi me lo avreste chiesto, e la mia risposta è “si, è passato molto tempo”. Ho avuto almeno un paio di opportunità l’anno scorso di vincere, ma il destino ha voluto diversamente. Ora sono felice e non rimpiango più le occasioni avute.
Comunque ora è tempo di pensare al futuro, perchè nel nostro lavoro, non ci possiamo cullare sugli allori , non penso che questa vittoria serva a cambiare il mio carattere, l’unica cosa che cambierà nella mia vita sarà leggere domani il mio nome su molti articoli, ma solo per un giorno solo.
Moderatore: Prima di concludere qualche dato statistico. Danica è la prima donna a vincere una gara ufficiale di una delle tre competizioni più importanti della storia dell’automobilismo a ruote scoperte. La data di riferimento è il 1909. Danica Patrick è alla sua cinquantesima gara nella Indycar Series. Il suo risultato migliore è stato un secondo posto nel 2007 a Detroit.
Abbiamo appena terminato una breve intervista alla vincitrice del gran premio odierno. Non ho null’altro da chiederti se non un’ ultima domanda. Poi per oggi è veramente tutto.
Hai fatto qualche allenamento speciale per oggi?
DANICA PATRICK: No. Tutti i piloti, me compresa, ci alleniamo per la stagione, non specificatamente per alcune gare da correre. Le gare su circuiti stradali sono più difficili da affrontare dal punto di vista fisico, questa non lo è stata.As drivers we usually train for the season, but not for this specifically. Fin da quando ho iniziato a correre non ho mai pensato ai risultati degli altri diretti concorrenti, non sono mai cresciuta professionalmente, prendendo come riferimento le prestazioni altrui. Ho sempre visto il bicchiere mezzo pieno anche quando andava male e mi dicevo “Bè perlomeno sono stata la migliore fra le donne”. Ho corso sempre con l’attitudine giusta per migliorarmi e diventare competitiva. Devo ringraziare la mia famiglia per avermi sempre sostenuto. Grazie a tutti voi, e grazie ai fans giapponesi. Ho sempre sentito un feeling particolare venendo a correre qui.
MN