David Purley

Aneddoti, immagini, informazioni inerenti le vecchie stagioni

da giorgio_deglianto » 22/01/2008, 17:40

Una domanda si affaccia spontanea: ma esiste per i piloti caduti, come per i soldati, un Milite ignoto, uno in grado con il suo esempio di raffigurarli tutti? Sì, esiste. Il suo nome è David Purley. Inglese, nato nel West Sussex il 26 gennaio 1945, si arruola a vent'anni nei paracadutisti dell'esercito reale, il corpo d'elite dei più coraggiosi al mondo. Sentiamolo: "All'assalto alla baionetta gli istruttori ci dicevano di urlare per calmare la paura. Ci provai. Funzionò." Durante un lancio il suo paracadute ha un problema, ma David, nessuno sa come, si salva.
E' il 1968 e Purley, la cui famiglia è proprietaria di un'industra di frigoriferi, la Lec, lascia l'esercito e si dà alle corse. Nel '70 passa alle monoposto, in F.3. Più i tracciati sono pericolosi, più lui è bravo. A Chimay, in Belgio, sul terribile stradale batte Hunt, coglie altre due vittorie consecutive e nel '72 passa alla F2.
Niente paura: "Ero al limite, su rettilinei infiniti. Ma da buon parà, quando il cuore mi schizzava in gola, urlavo. Funzionava" Nel '73 David approda in F.1. A Zandvoort, la tragedia. Si ribalta la March di Williamson e prende fuoco. I commissari non si avvicinano, i piloti continuano la gara, impassibili.
David si ferma, si getta tra le fiamme, rischia la pelle, prova a raddrizzare la monoposto, non ce la fa e in mondovisione piange, si dispera, inveisce contro i codardi in pista e fuori. Williamson muore e Purley viene acclamato come un eroe pure dalla regina Elisabetta. E elabora la sua teoria: " Sei lì, la sera, d'inverno, e ti chiedi perchè esisti. Io rispondo da pilota e non da filosofo. Guardo le mie mani e dico: è vero, ho rischiato, ho sfiorato la morte e ce l'ho fatta." Nel 1977 Purley realizza la sua F.1, la Lec.
Al Gp del Belgio, nell'uragano, tutti vanno ai box per cambiare le gomme, lui no. A un certo punto è terzo. Ai box nessuno ci crede, ma è vero. Poi viene riassorbito, ma resiste alla Ferrari di Lauda e gli rovina la corsa. Niki nel dopo gara lo stoppa insultandolo. Purley resta freddo: " Hai faticato a passarmi, non sei degno di stare nel mio libro dei campioni." Niki risponde sprezzante: "Coniglio!"
La gara dopo sulla sua Lec mette l'adesivo di un coniglio. Silverstone, luglio '77: Gilles Villeneuve debutta in f.1 e David Purley in prequalifica esce di strada e riporta 29 fratture a gambe, bacino e costato, 3 slogature e accusa 6 arresti cardiaci. Finisce nel Guinness dei primati: prima di lui nessun essere umano è sopravvissuto a una decelerazione da 173km/h a zero in 660 millimetri, pari ad una sollecitazione di 179.8 forza G. Spaventoso. Ma David non molla:" Tornerò. Non bisogna arrendersi mai."
Ci riesce, nel 1979. Poi si dà agli aerei e durante un'esibizione di volo acrobatico trova la morte il 2 luglio 1985, in un incidente inspiegabile. Eccolo, il milite ignoto delle corse. Davanti a lui, giù il casco, top driver di oggi, abili slalomisti del rischio e del fisco. E cercate di essere degni, se potete, di ciò che è stato David Purley. Un grande.

Da un post di forzafreccia
giorgio_deglianto
 

da giorgio_deglianto » 22/01/2008, 17:41

[quote=""giorgio_deglianto""]Purley resta freddo: " Hai faticato a passarmi, non sei degno di stare nel mio libro dei campioni." Niki risponde sprezzante: "Coniglio!"[/quote]

Niki, voglio un tuo commento a proposito di questa reazione di Lauda :lol:
giorgio_deglianto
 

da Pk90 » 22/01/2008, 20:42

Se non sbaglio, questo intervento fu un Bastian Contrario di quest'anno su Autosprint.

Cmq mitico Purley, davvero la quintessenza del cavaliere del rischio.
Sicuramente uno che rientra nel mio Libro dei Campioni :lol:
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da Roberto82 » 24/01/2008, 17:53

Ci vuole del fegato per dare del coniglio a Purley, chissà cosa intendeva veramente dire lauda.

tempo fa ho visto le foto della vettura con la quale il pilota britannico si schiantò a silverstone. E' veramente inspiegabile come si sia salvato, le ruote anteriori erano praticamente dietro il motore...
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da Niki » 24/01/2008, 19:31

[quote=""giorgio_deglianto""][quote=""giorgio_deglianto""]Purley resta freddo: " Hai faticato a passarmi, non sei degno di stare nel mio libro dei campioni." Niki risponde sprezzante: "Coniglio!"[/quote]

Niki, voglio un tuo commento a proposito di questa reazione di Lauda :lol:[/quote]

Aveva ragione assoluta.

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da Pk90 » 24/01/2008, 21:51

Purley? Si, aveva perfettamente ragione... :lol:
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da Powerslide » 25/01/2008, 0:28

Il pezzo riportato è effettivamente un BastianContrario di AS di un paio di anni addietro, quindi di Mario Donnini, il giornalista che saltuariamente visita questo sito col nickname littlewomen.

Aldilà di ogni considerazione sulla diatriba tra Purley e Lauda, ho una grandissima ammirazione per David: l'unico che quel giorno mostrò gli attributi in mondo di vigliacchi menefreghisti. Piloti compresi :!:

Quel giorno a Zandvoort venne scritta la pagina più nera dell'automobilismo di ogni epoca :cry: :evil: :twisted:
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da Pk90 » 25/01/2008, 14:12

[quote=""Powerslide""]Aldilà di ogni considerazione sulla diatriba tra Purley e Lauda, ho una grandissima ammirazione per David: l'unico che quel giorno mostrò gli attributi in mondo di vigliacchi menefreghisti. Piloti compresi :!:

Quel giorno a Zandvoort venne scritta la pagina più nera dell'automobilismo di ogni epoca :cry: :evil: :twisted:[/quote]

Posso solo quotare in toto... :cry:
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da groovestar » 25/01/2008, 15:03

Quegli anni erano pieni di piccoli eroi che ogni settimana,sfidavano la sorte con le vetture più stravaganti e meno sicure,cercando(e spesso ottenendo)grandi risultati sportivi,nonchè umani.

Purley ne fu un grosso esempio,un uomo che non esita a gettarsi nelle fiamme per un altro uomo.
Tragedia immensa quella di Williamson,un giovane che poteva essere salvato,ma che è stato sacrificato in onore di chissà quale logica,tradito prima che dai suoi colleghi,dai commissari a cui(all'epoca)i piloti spesso affidavano la propria vita.
Incredibile pensare come in quel momento solo lui abbia pensato la cosa giusta,quando sarebbero bastati forse solo altri 2 coraggiosi per portare in salvo lo sventurato inglese,lasciato morire nel modo più atroce!
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da duvel » 25/01/2008, 18:43

[quote=""Powerslide""]Il pezzo riportato è effettivamente un BastianContrario di AS di un paio di anni addietro, quindi di Mario Donnini, il giornalista che saltuariamente visita questo sito col nickname littlewomen.

Aldilà di ogni considerazione sulla diatriba tra Purley e Lauda, ho una grandissima ammirazione per David: l'unico che quel giorno mostrò gli attributi in mondo di vigliacchi menefreghisti. Piloti compresi :!:

Quel giorno a Zandvoort venne scritta la pagina più nera dell'automobilismo di ogni epoca :cry: :evil: :twisted:[/quote]

Io però non sono d'accordo su quel "piloti compresi": oltre al fatto che dal loro posto non era certo facile capire cosa stesse succedendo, anche se lo avessero compreso sarebbe stato molto pericoloso fermarsi in mezzo a quel casino, poteva succedere ancora di peggio....
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da Jackie_83 » 25/01/2008, 18:50

Un altro "milite ignoto" dell'automobilismo da corsa è lo statunitense Brett Lunger... :wink:

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anche se ancora vivo e vegeto...
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da Roberto82 » 25/01/2008, 20:06

un milite ignoto non può essere vivo e vegeto :)


Tornando a Purley , in quale tratto del circuito ebbe l'incidente nel 77? E quali le cause?
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da Powerslide » 27/01/2008, 1:11

[quote=""duvel""][quote=""Powerslide""]... ho una grandissima ammirazione per David: l'unico che quel giorno mostrò gli attributi in un mondo di vigliacchi menefreghisti. Piloti compresi :!:[/quote]

Io però non sono d'accordo su quel "piloti compresi": oltre al fatto che dal loro posto non era certo facile capire cosa stesse succedendo, anche se lo avessero compreso sarebbe stato molto pericoloso fermarsi in mezzo a quel casino, poteva succedere ancora di peggio....[/quote]

Vedi duvel, mi è costato tantissimo scriverlo. Io i piloti, tutti i piloti, li ho sempre rispettati ed ammirati per il loro coraggio, la loro passione ed il loro orgoglio che li portava (e li porta anche oggi) a sfidare il rischio.
Eppure di quel giorno ho un ricordo amaro, un'indignazione che mi porto dentro da sempre e per sempre.

Siamo nel 1973 che per molti di voi significa preistoria, ma per chi l'ha vissuto è solo ieri.
Ho sentito dire anche cavolate assurde da personaggi dell'epoca che forse hanno la memoria corta o i neuroni più massacrati del sottoscritto. Ho sentito, poco tempo fa, commentare l'episodio da Poltronieri (per il quale perarltro ho grandissima simpatia e stima) con un: "Purtroppo i livelli di sicurezza contro il fuoco a quel tempo erano bassissimi. " Una beatissima balla." :!: :!: Come ho già scritto in un altro topic, a Monza, dove all'epoca ero commissario, avevamo estintori ad ogni passo (a fluorbene, non a polvere!) e ad ogni postazione un pompiere vestito da capo a piedi con una tuta d'amianto. Avevamo anche una camionetta-cannone capace di sparare quintali di schiumogeno a decine di metri di distanza. Ma soprattutto, lascatemelo dire, avevamo le palle.
In Olanda ovvio che così non fosse e maledetta la Federazione (già interessata ai dollari e basta) che permise lo svolgimento di quel GP.
Guardavo le immagini in TV e non credevo ai miei occhi. Williamson non morì per le ferite (era completamente illeso) e non morì, per assurdo, neppure per il fuoco: morì perchè la macchina era capovolta e nessuno era attrezzato nè con una tuta adatta, nè con l'esperienza, nè con le palle per raddrizzarla :!:
L'addetto non sapeva come usare l'unico estintore a sua disposizione e i suoi colleghi si cagavano addosso ad attraversare la pista per portarne altri. David glielo strappò di mano ma, purtroppo, diresse il getto di polvere dall'alto in basso e non alla radice delle fiamme come è il modo corretto. Non poteve saperlo, non era suo compito e, ovviamente, non era stato addestrato in merito.
Riuscì anche a toccare l'amico, lo senti gridare: "Aiuto, non lasciatemi morire!" Capì che solo altri piloti, protetti dalle loro tute, avrebbero potuto aiutarlo e tentò di fermarli. Ma loro sfrecciavano alimentando il fuoco con lo spostamento d'aria :(

Esiste un codice non scritto: se vedi un incidente e ci sono soccorsi adeguati, accelera e pensa che a te non può accadere e che hai un avversario in meno. Se però un collega ti chiede di fermarti, fallo senza chiederti il perchè :!:
Continuarono la gara ed alla fine qualcuno di loro si lamentò che li avessero fatti disputare tutto il GP passando accanto ad una macchina coperta da un telo, dove c'era ancora il cadavere carbonizzato di un loro collega :cry:

Quel giorno doveva esseci una nuvola di nera follia nella mente di tutti.
Quel giorno anche i piloti si comportarono da marionette idiote ed egoiste :evil:

Con questo non voglio più entrare nel merito, perchè il ricordo mi fa ancora troppo male. E rabbia.
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da duvel » 27/01/2008, 2:12

Vedi caro Powerslide, in merito a quella tragedia il mio scorno è pari al tuo.
Sebbene sia più giovane di te quel giorno pure io ero davanti alla tv e mi chiedevo come mai nessuno si fermasse a dare una mano al povero Williamson e a Purley che cercava di soccorrerlo...però in seguito provai a mettermi al posto degli altri piloti: all'improvviso ti trovi delle fiamme e un bel po' di gente intorno alla scena avendo un paio di secondi sì e no per poterti rendere conto di quel che succede, poi ripassi dopo un giro e magari cerchi di capire meglio ma intanto stai guidando una F1 (che non è lo stesso che bersi un'aranciata) e i commissari ti fanno cenno di andartene, e comunque purtroppo a quel punto era già troppo tardi.
Fermarsi? certo, seguendo dalla tv era l'unica cosa da fare ma dall'abitacolo le cose si complicano; Williamson non fu certo il primo a perire a causa del fuoco e dovremmo allora condannare intere generazioni di piloti che non si fermarono a prestare soccorso (mi vengono in mente Bandini e Courage pur non avendo vissuto gli episodi in diretta). Del resto David Purley si fermò in quanto unico testimone diretto dell'incidente: attenzione, non voglio certo togliere merito all'eroico tentativo di Purley, ma se costui non avesse assistito in persona allo schianto di Williamson siamo sicuri che non avrebbe proseguito come gli altri?
Quel che è certa a mio parere è la responsabilità degli organizzatori di quel GP Olandese che, oltre a non essere nè preparati nè attrezzati, non fermarono la corsa in quanto dall'altra parte del circuito manco si renevano conto di quel che stava accadendo (per mancanza di collegamenti telefonici) nonostante la colonna di fumo.
Poco oltre l'incidente vi era un mezzo dei pompieri ma non potette intervenire in quanto avrebbe dovuto viaggiare contromano....
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da Jackie_83 » 27/01/2008, 12:03

Un piccolo appunto...purtroppo non tutti i circuiti da Gp disponevano di un servizio antincendio e d commissari all'avanguardia come quello di Monza (basti pensare a quanto successe al Gp del Sud Africa del '77)...

Spesso commissari e pompieri erano semplici appassionati senza un minimo d addestramento e mandati letteralmente allo sbaraglio lungo le piste, quindi mi chiedo; è mai possibile ke la federazione non avesse stabilito canoni e imposto controlli su questo aspetto (fondamentale) della sicurezza in circuito?

...o forse c'erano ma ognuno li interpretava a modo suo?
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