Ecco l' articolo: http://www.sportautomoto.it/News.asp?ID=10510
"L'annuncio ufficiale era stato dato il 13 febbraio 2004. Giorgio Pantano, promessa dell'automobilismo italiano, non ce la faceva a stare nella pelle dalla contentezza di essere in Formula 1. La sua era una sfida che costava milioni di euro alla famiglia. E se andava bene avrebbe portato a casa fama e tanti soldi. Ma appena quattro mesi dopo il sogno svanì. Alla vigilia del gran premio del Canada, esattamente il 12 giugno, il pilota padovano aveva lasciato il circuito di Montreal ed era rientrato in Italia. Eddie Jordan, proprietario del team inglese disse che il pilota era stato costretto a lasciare il circuito "per risolvere un problema personale". Il suo posto venne preso dal pilota Timo Glock, collaudatore della scuderia. E tutti capirono che il problema era il mancato pagamento di una quota di sponsorizzazione. Oggi si sa che quel "debito" era di 1 milione 269 mila 988 euro. Ed è questa la cifra che la Midland F1 Racing Limited, che ha assorbito gli interessi della società di Eddie Jordan, chiede alla famiglia Pantano. La villa di Candiana e alcuni immobili di proprietà del padre del pilota sono stati pignorati. E il 20 novembre prossimo ci sarà l'udienza davanti al giudice del Tribunale civile di Padova, che dovrà affidare l'incarico ad un consulente tecnico per la valutazione dei beni pignorati.
«Vorrebbero lo stesso le rate per le ultime gare anche se io ho deciso di non disputarle. Non avevo garanzie per continuare a gareggiare in F1. Mi mettevano a disposizione una macchina che non mi dava un livello adeguato. Non potevo impegnare i miei sponsor e la mia famiglia solo per partecipare. Per questo ho abbandonato il mondiale con tre giornate di anticipo», ha dichiarato ieri pomeriggio al telefono Giorgio Pantano.
Ma per la società inglese, invece, era stato firmato un contratto e doveva essere onorato fino all'ultimo centesimo. La cifra da pagare è stata accertata con un lodo arbitrale, che si è concluso a Londra il 7 settembre 2005. Poi i legali italiani della Midland F1 Racing Limited, gli avvocati Carlo Galatini e Giovanni Borsetto, si sono rivolti alla Corte d'appello di Venezia, che il 31 maggio 2006 ha reso esecutivo il lodo con un decreto.
La famiglia Pantano non ha fatto opposizione, nè al lodo, nè al decreto esecutivo della Corte d'appello. Per quale motivo? Innanzitutto per il fatto che partecipare al lodo sarebbe costato una cifra enorme, e poi era diritto della società inglese di chiedere che il lodo diventasse esecutivo.
Ma le cose non sono così semplici come potrebbero sembrare. Gli immobili pignorati dalla Midland F1 Racing Limited sono già gravati da ipoteche. Per far correre il giovane pilota in Formula Uno papà Pantano assunse il ruolo di sponsor del figlio. Pare che l'avventura del corridore padovano nel massimo campionato motoristico sia costata all'incirca nove milioni di euro. Perchè in F1 vengono pagati (e strapagati) solo i campioni. Mentre chi vuole muovere i primi passi deve avere sponsor generosi o le tasche piene di denaro. E la famiglia Pantano per far correre il figlio si è rivolta alle banche e ha ipotecato dei beni immobili. Quegli stessi che la società inglese ha pignorato.
E, adesso, cosa accadrà? Se le cose rimangono allo stato attuale, la società inglese mette all'asta beni ipotecati dalle banche. E il ricavato, quindi, andrebbe agli istituti di credito che a suo tempo finanziarono l'operazione F1. Forse è questo il reale motivo per il quale la famiglia non ha opposto resistenza all'azione della Midland F1 Racing Limited. A meno che i legali della società britannica non individuino altre strade da percorrere per arrivare alle finanze della famiglia Pantano."