Lo specchio della gara sono state le parole di Norris al traguardo in cui il britannico ha riflettuto sul fatto che una Safety Car ti regala e ti toglie una vittoria.
Credo che la McLaren abbia tenuto il passo migliore almeno nella prima parte di gara con pista umida ma tra un errore del muretto, che non ha richiamato il 4 in tempo per il pit dopo la prima safety, e uno del pilota che non ha tenuto la vettura in uscita dai box, è costata una vittoria che probabilmente avrebbe messo in ginocchio definitivamente la Red Bull.
Attenzione però, Verstappen vince affidandosi esclusivamente al suo talento, non commettendo errori, restando freddo nella primo stint e anche quando ha dovuto cedere momentaneamente a Norris non si è scomposto ed ha gestito nell'ultima parte di gara pur soffrendo con la rigidità del suo avantreno. In questo momento è pilota di altra dimensione, non solo nel confronto con il compagno di squadra ma per come ha saputo affrontare queste situazioni.
Però avrei voluto vedere come si sarebbe svolta una gara lineare, senza SC e senza bagnato, per la RB per capire quanto margine reale avrebbero avuto su questa pista. Probabilmente avremmo assistito allo stesso scenario di Imola in quanto, lo ripeto, McLaren mi sembra davvero in palla gara dopo gara.
Mercedes ha saputo lottare per una vittoria che ormai è diventata una chimera ma Russell ha commesso qualche errore di troppo che gli è costato anche il secondo posto. La vettura evidentemente gradisce condizioni fredde e assetti di basso carico ed anche Hamilton ha accarezzato il podio montando gomme fresche nel finale. In una gara che non è stata scontata, il fatto che anche loro abbiano ritrovato competitività è indice di come in formula uno le cose cambino in fretta e neanche senza preavviso.
Questo è accaduto in qualche modo alla Ferrari. Leclerc davvero non si dava pace del perchè la vettura sia diventata lenta dal venerdì al sabato, mentre Sainz è stato irrilevante per tutto il week end tamponando un bravissimo Albon, che è stato tra i più positivi in gara. E' presto per trovare cause certe di questo disastro, ma non si può puntare il dito contro una squadra che trionfa a Monaco e naufraga in Canada definendoli arroganti strombazzando di aver riaperto il mondiale, cosa mai detta dalle parti di Maranello. Certa stampa e certi telecronisti vivono fuori dalla realtà.
L'errore che evidentemente è stato commesso è stato quello di affidarsi quasi ciecamente agli sviluppi della macchina sottovalutando quei rischi di affidabilità che sembrano aver condizionato questo week end. Fa bene Leclerc a sottolineare come non sia positivo cambiare motore di continuo e di come non siano state messe a posto alcune cose. Errori e sviste del team, dal comparto tecnico a quello strategico, che mettono in cattiva luce addossandone inesistenti responsabilità i piloti alimentando giudizi ignoranti della massa social sul loro valore. La brutta figura di un Leclerc doppiato con le slic in attesa dell'asciutto si poteva certamente risparmiare. Inaccettabile.
Gara solida per Piastri, in questo momento la seconda guida più forte in circolazione, mentre gara senza patemi per Aston Martin mentre ritroviamo un buon Ricciardo che risponde alla riconferma del compagno Tsunoda per il 2025, e le Alpine portano a punti entrambi i piloti. Intelligenti in Haas a partire con gomme da bagnato pieno ma erano consapevoli di non poter mantenere quelle posizioni a lungo, per lo meno non hanno commesso errori in pista, a differenza di Perez che con la Red Bull incorre nella più brutta gara da quando è alle dipendenze di Christian Horner.
Avevate parlato di Alonso, ebbene non ho sentito cosa diceva via radio ma direi solamente di lasciarlo bollire nel suo brodo. Se fosse stato un vero campione avrebbe vinto di più e parlato di meno, e soprattutto a 42 anni non si starebbe ancora arrabattando in questa Formula 1 con la vana illusione di tornare a vincere. Il carattere di questo pilota rispecchia esattamente quello dei suoi glorificati supporter che ha avuto in questi anni. Arroganza e superbia sono un tratto peculiare per ex manager incompetenti follemente innamorati di lui. Che pena mi fanno.