Andretti padre è uno che di corse ne capisce, così come il figlio ne capisce di management.
Entrambi lo hanno accolto nel loro team (pur quello condiviso con Herta) indicandolo come un pilota molto capace e da tenere d'occhio.
Indy non è una gara semplice e solo i team migliori ed i piloti migliori riescono ad arrivare al traguardo per primi.
Io non parlerei minimamente di fortuna, ma di una tattica vincente che è stata portata a termine da un pilota che ha corso alla grande.
A 50 giri dalla fine era in testa sfruttando le scie di Tagliani e Bell, ha condotto la gara per diversi giri ed ha allungato il suo stint il più possibile, riuscendo così a disallinearsi dalla tattica dei team di punta, i quali hanno tutti sbagliato i calcoli.
O meglio, hanno confidato forse troppo nella gialla.
Dominare la 500 miglia non serve a nulla se, quando conta, sei fuori dai giochi.
E solo i grandi piloti si sanno trovare al posto giusto quando davvero conta e nelle 500 miglia è una dote tanto importante quanto avere un piede pesante.
Perchè gestire le gomme ed il carburante, mantenere un ritmo adeguato e restare nei primi 8/10 negli ultimi 15 giri non è cosa da poco.
Insomma, il ragazzo non era li per caso e sono contento che abbia vinto in una delle poche gare dove davvero tutti i partecipanti e tutti i team possono, se abbastanza veloci ed abbastanza intelligenti e bravi, vincere e mettersi dietro campioni celebrati.
Purtroppo in F1 non ha mai avuto reali possibilità. Ha inseguito per quasi 5 anni filati la chimera di un debutto, salvo poi correre 5 gare con una vettura insulsa (e rischiando di andare a punti negli Stati Uniti).
Poi nelle formule minori si è sempre comportato dignitosamente.
Non sarà un predestinato, ma su che basi si dice il contrario opposto?
Ora si prende la sua rivincita!
Cavolo si parla sempre di meritocrazia...ma diamolo il merito quando un ragazzo batte ogni pronostico

N.B. Scommetto un dollaro che ad Austin sarà alla guida della Manor (di cui è ancora Reserve Driver)