
E' morto il conte Giannino Marzotto, industriale dai mille interessi, che fu anche grande campione d'automobilismo, vincendo la Mille Miglia nel 1950 e nel 1953.
Anche i fratelli furono ottimi piloti stradisti.
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Adesso dei vincitori della leggendaria Mille Miglia, la corsa delle corse, rimane in vita il solo Stirling Moss. Sabato 14 maggio, infatti, il conte Giannino Marzotto, 84 anni, ha chiuso con questo mondo vittima di un male incurabile.
Due volte la Mille Miglia. Industriale, mecenate, collezionista d'arte, per noi del mondo auto resterà sempre il vincitore di ben due edizioni della Freccia Rossa al volante della Ferrari. Asso di straordinario valore, fu capace di mettersi dietro i più grandi campioni dell'epoca pur senza essere un habitué dei circuiti. Le cronache lo ricordano soprattutto perché aveva vinto correndo con un elegante doppiopetto anziché indossare la tuta o la maglietta come usavano i suoi avversari; un fare al limite dello snobismo che invece che esaltarne le immense capacità lo aveva fatto entrare meno di quanto meritsse nel cuore degli appassionati che non capivano, che non riuscivano ad inquadrarlo come asso del volante.
Diede dodici minuti a Fangio. Al contrario lui puntualmente aveva sconfitto i più bravi in circolazione. Nel 1953, al via da Brescia, si era trovato a combattere contro tre campioni del mondo come Farina, Ascari e Fangio più Hawthorn che iridato in F.1 non era ancora ma lo sarebbe diventato più avanti; e inoltre con i migliori specialisti, da Moss a Villoresi, quindi Kling, Taruffi, Bonetto, Maglioli, Valenzano, Sanesi, Castellotti, Cabianca… Vinse staccando Fangio di ben 12 minuti!
Sempre tra i migliori. Fangio, evidentemente, era una sua vittima designata, perché gli era arrivato dietro (terzo) anche nel 1950, prima vittoria di Marzotto alla Mille Miglia. E anche quell'anno i bravi c'erano tutti, da Serafini a Bracco, e poi Biondetti, Fagioli, Ascari, Musso, Bonetto, Villoresi, Cortese (erano partiti in 750...). Una lista lunga come il suo talento, tanto che molti si sono sempre chiesti perché l'impavido Marzotto, che nel tempo si era dilettato anche con il volo e la motonautica, non avesse insistito con più convinzione nel mondo delle corse. Invece si era impegnato poco e per poco tempo (vanta anche un quinto posto alla 24 Ore di Le Mans), troppo presto coinvolto nell'azienda di famiglia.
C.C.