Fagioli era una sorta di Mansell degli anni '30, lottatore, mai arrendevole, pronto a scoppiare in eccessi d'ira o a contestare ordini di scuderia (e ne ricevette tanti, troppi).
Luigi non è soltanto, come molti credono, quello che arrivò terzo nel Mondiale 1950 con l'Alfetta nella famosa squadra delle tre "F" (Fangio, Farina e Fagioli) oppure quello che a 52 anni vinse il GP di Francia 1951 (in coppia con Fangio).
La carriera di Fagioli in realtà è per la massima parte quella che va dagli anni '20 fino allo scoppio della seconda guerra, che lo portò in squadre prestigiose come Maserati, Alfa (Scuderia Ferrari), Mercedes e Auto Union.
Il guaio è che per gli italiani, negli anni '30, era considerato soltanto il "terzo grande", ma dopo Nuvolari e Varzi. Nella squadra Mercedes, poi, era considerato un cavallo pazzo che dava fastidio alle strategie che volevano vincenti soprattutto i piloti tedeschi, Caracciola in testa.
Nel dopoguerra, stesso triste discorso: nella squadra dell'Alfa negli anni 1950-51, era appunto la "terza F", e spesso doveva cedere il passo a Farina e Fangio...
Ma ha vinto molto, moltissimo, anche senza essere il caposquadra designato. Come quando, chiamato a metà stagione da Ferrari a guidare le Alfa per sostituire il "traditore" Nuvolari, vinse all'ultimissimo giro il GP d'Italia 1933 diventando in extremis Campione d'Italia.
Enzo Ferrari per anni era solito dire: "Guarda che io sono quello che cacciò Nuvolari e andò a vincere il GP d'Italia con Fagioli".
Vi invito a leggere questo bell'articolo di Donatella Biffignandi pubblicato su "Auto d'Epoca" dell'aprile 2002:



