Nasce per eracemotorblog.it la rubrica Inside Rally: nelle varie puntate tratterà i vari aspetti dei Rally, per rendere più nota questa disciplina agli occhi degli appassionati del Motorsport.
Da quando ne sono appassionato, mi sento rivolgere molto spesso una domanda: “Perché ti piacciono proprio i Rally?”. A pormi questo quesito è gente che non concepisce come possa nascere un’ammirazione verso uno sport motoristico in cui sono assenti lotte tra i concorrenti, le cui gare si svolgono lungo l’arco di tre giorni, e che per tanti motivi - di copertura mediatica principalmente - è difficile da seguire. Ho cominciato quindi a cercare risposte a tutto ciò; perché, effettivamente, io stesso in un primo momento non sapevo spiegarmelo.
La passione per il Rally nasce nell’inconscio. Ed è questa passione a permettere di assimilare gli aspetti migliori di questo sport, che provocano un sentimento misto di stupore ed ammirazione.
E’ necessario precisare che il Rally, più di ogni altra disciplina sportiva, deve tanto, tantissimo, al suo passato. Coloro che hanno una certa età avranno sicuramente seguito, o anche solamente sentito parlare, del periodo delle Gruppo B: auto dalla mostruosa potenza, piloti dal coraggio inaudito, gare che hanno fatto la storia.
E’ da qui che parte l’esaltazione di questa categoria, dal fascino profondo e misterioso che provocava nei cuori dei tifosi. Un pilota che, al via dei commissari, premeva giù sull’acceleratore e si inoltrava in prove cronometrate lunghe chilometri e chilometri, su percorsi di tutti i tipi: gli sterrati fangosi in mezzo alle foreste del Galles, gli asfalti tortuosi della Corsica, i tracciati completamente innevati della Svezia, i dossi da affrontare a velocità paurosa del “1000 Laghi”… Itinerari che il pilota non conosceva, o ricordava molto poco, e che apprendeva un attimo prima di affrontarli dalla voce del suo copilota, il quale, da parte sua, era concentrato al massimo per non riferire note sbagliate o tardive; ci si giocava la vittoria, o anche qualcosa di più…
Col passare del tempo molte cose sono cambiate. Le nuove tecnologie hanno stravolto tutti questi aspetti del periodo d’oro dei Rally, probabilmente qualche nostalgico non sarà contento di sapere che ogni equipaggio è costantemente seguito tramite telecamere on-board, elicotteri, sistemi GPS, e comunicazioni via radio. E da un lato non si può dargli torto, perché buona parte di quel fascino che caratterizzava queste corse non è più da considerarsi tale. Ma bisogna ammettere che questi elementi che caratterizzano il Rally odierno hanno anche effetti positivi: la disciplina diventa più “accessibile” agli appassionati, li rende più partecipi, permettendogli di cogliere maggiormente quelle che sono le emozioni di una gara rallystica.
E soprattutto, ci evidenziano una cosa fondamentale: il Rally è la sfida dell’uomo alla natura. Questa è la definizione che meglio riassume la magia di questo sport.
Ringrazio Stefano che mi ha permesso di esporre le mie idee, ed una persona che mi ha suggerito di condividerle con gli altri.
Marco Picerno
http://www.eracemotorblog.it/2008/11/23/inside-rally-perche-appassionarsi-ai-rally.html