Inside Rally - Perchè appassionarsi ai rally?

GP2 Series, Rally, Nascar, Cart, IRL, Superbike, MotoGP etc etc

da Toivonen » 24/11/2008, 15:16

Nasce per eracemotorblog.it la rubrica Inside Rally: nelle varie puntate tratterà i vari aspetti dei Rally, per rendere più nota questa disciplina agli occhi degli appassionati del Motorsport.

Da quando ne sono appassionato, mi sento rivolgere molto spesso una domanda: “Perché ti piacciono proprio i Rally?”. A pormi questo quesito è gente che non concepisce come possa nascere un’ammirazione verso uno sport motoristico in cui sono assenti lotte tra i concorrenti, le cui gare si svolgono lungo l’arco di tre giorni, e che per tanti motivi - di copertura mediatica principalmente - è difficile da seguire. Ho cominciato quindi a cercare risposte a tutto ciò; perché, effettivamente, io stesso in un primo momento non sapevo spiegarmelo.

La passione per il Rally nasce nell’inconscio. Ed è questa passione a permettere di assimilare gli aspetti migliori di questo sport, che provocano un sentimento misto di stupore ed ammirazione.

E’ necessario precisare che il Rally, più di ogni altra disciplina sportiva, deve tanto, tantissimo, al suo passato. Coloro che hanno una certa età avranno sicuramente seguito, o anche solamente sentito parlare, del periodo delle Gruppo B: auto dalla mostruosa potenza, piloti dal coraggio inaudito, gare che hanno fatto la storia.

E’ da qui che parte l’esaltazione di questa categoria, dal fascino profondo e misterioso che provocava nei cuori dei tifosi. Un pilota che, al via dei commissari, premeva giù sull’acceleratore e si inoltrava in prove cronometrate lunghe chilometri e chilometri, su percorsi di tutti i tipi: gli sterrati fangosi in mezzo alle foreste del Galles, gli asfalti tortuosi della Corsica, i tracciati completamente innevati della Svezia, i dossi da affrontare a velocità paurosa del “1000 Laghi”… Itinerari che il pilota non conosceva, o ricordava molto poco, e che apprendeva un attimo prima di affrontarli dalla voce del suo copilota, il quale, da parte sua, era concentrato al massimo per non riferire note sbagliate o tardive; ci si giocava la vittoria, o anche qualcosa di più…

Col passare del tempo molte cose sono cambiate. Le nuove tecnologie hanno stravolto tutti questi aspetti del periodo d’oro dei Rally, probabilmente qualche nostalgico non sarà contento di sapere che ogni equipaggio è costantemente seguito tramite telecamere on-board, elicotteri, sistemi GPS, e comunicazioni via radio. E da un lato non si può dargli torto, perché buona parte di quel fascino che caratterizzava queste corse non è più da considerarsi tale. Ma bisogna ammettere che questi elementi che caratterizzano il Rally odierno hanno anche effetti positivi: la disciplina diventa più “accessibile” agli appassionati, li rende più partecipi, permettendogli di cogliere maggiormente quelle che sono le emozioni di una gara rallystica.

E soprattutto, ci evidenziano una cosa fondamentale: il Rally è la sfida dell’uomo alla natura. Questa è la definizione che meglio riassume la magia di questo sport.

Ringrazio Stefano che mi ha permesso di esporre le mie idee, ed una persona che mi ha suggerito di condividerle con gli altri.

Marco Picerno

http://www.eracemotorblog.it/2008/11/23/inside-rally-perche-appassionarsi-ai-rally.html
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da echoes » 24/11/2008, 18:06

Caro Toivonen (mi fa un po' impressione iniziare cosi...cmq...),

io ti dico invece perchè NON riesco ad appassionarmi piu' di tanto ai rally ed in parte (non totalmente, altrimenti la moderna f1 non dovrei nemmeno sapere cos'è...) è dovuto proprio al passato della categoria: nei w.e. di gara seguo, quando posso, gli speciali di eurosport e a volte la copertura live dell'evento pero' non so..non mi "prende": spettacolari le evoluzioni su sterrati, incredibili i salti al 1000 laghi ma...ma...il turini di notte?!?!?!? il sanremo???  i km e km e km di speciale??? le strade (qualunque sia la superficie) troppo piatte, troppo perfette...dov'è oggi il fango del safari rally??? la componente umana, cioè la lettura della gara da parte del pilota??? è in parte lo stesso problema dei piloti di formula, cioè l'ing. che gli dice vai piu' piano, vai piu' forte, hai tot di vantaggio ecc in tempo reale...poi credo che, per quanto mi riguarda, dall'addio della lancia non sono riuscito ad "affezionarmi" ad una marca e questo credo abbia influito sul mio "distacco" dai rally e a proposito di auto, non riesco a percepire le auto di oggi come dei "mostri", come invece percepisco come mostri la stratos o le gruppo b (giusto per fare gli esempi piu' lampanti...) forse, anzi sicuramente, motivi futili e stupidi, ma alla resa dei conti sono quelli che non mi fanno appassionare ai rally...

i'm sorry  :001_unsure:

ciao
"E' l'eterno e sempre presente pericolo della morte a rendere sublimi le corse automobilistiche" (S. Moss)
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da Jackie_83 » 24/11/2008, 18:40

Purtroppo quoto echoes in toto... :(

Se ci aggiungiamo poi ke x rimpolpare le griglie di partenza si sono messi a dare la licenza a gente come l'emiro al-Qassimi o a portare in gare ufficiali Valentino Rossi (ok il rally di Monza o i test a Valencia...ma una prova di un rally mondiale è decisamente un'altra cosa) abbiamo un quadro completo di come versano i rally del 21esimo secolo
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da Toivonen » 24/11/2008, 22:16

beh, se il periodo attuale lo paragoniamo a quello citato inizialmente nell'articolo, è chiaro che il confronto è impari.

ma siccome io, per ragioni di età, mi sono appassionato ai rally seguendo quello che è il rally attuale, e che solo in seguito questa passione si è rafforzata venendo a conoscenza di quello che era stato il passato di questa disciplina, ho tentato di spiegare quelli che sono comunque gli aspetti positivi di tutti questi cambiamenti che hanno portato la categoria ad essere quello che è ora. voi il periodo d'oro lo avete vissuto, e quindi capisco benissimo che tante cose al giorno d'oggi non vi soddisfino a pieno, e vi facciano venire un pò di nostalgia ;)
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da Mad » 25/11/2008, 11:04

Fino a metà anni 90 comunque i rally conservavano ancora un pò di quel fascino antico, poi con la margherita e l'elettronica siamo arrivati ai rallysprint... :001_rolleyes:
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da Powerslide » 25/11/2008, 15:48

Una delle specialità più belle dell'automobilismo erano i rally e sono proprio questi ad aver sofferto la maggior involuzione con conseguente perdita di fascino.

I più giovani credono che il loro punto di maggior splendore fosse all'epoca dei Gruppo B. Io non sono per nulla d'accordo: paragono quel momento a una supernova che si espande immensamente prima di collassare su sè stessa e spegnersi.

Il bello dei rally stava nel viaggio misterioso che li avvolgeva, nell'abilità, non certo teleguidata, che i piloti dovevano dimostrare, nella loro capacità d'improvvisazione e nella loro resistenza alla fatica. Vedere di notte aiutati dalla marmellata di mirtilli (chissà poi se è vero); imparare a scalare senza frizione per poter frenare col sinistro e fare il pendolo (ma solo i più bravi ci riuscivano senza frantumare il cambio, gli altri lo facevano - o lo facevano fare dal navigatore - con il freno a mano); partire con una pala fissata alla panchetta posteriore. Oggi a dire questo viene da ridere, eppure negli anni '60 la vanga la portavi anche sui prototipi alla 24 Ore di Le Mans: celebre la foto che ritrae un disperato Parkes che tenta inutilmente di tirar fuori dalla sabbia della Tetre Rouge la sua 330 LM.

Il fascino non stava certo nelle potenze e nei cambi automatici da F1. E poi la cosa più bella è che la Mini Cooper, la 911, la HF 1.6, l'Alpine A 110 e, perfino la Stratos o l'Audi Quattro, le potevi comprare, erano vetture che esistevano veramente e ognuno, a seconda delle possibilità economiche, si poteva sentire un po' rallista. Se poi le volevi più simili a quelle da gara, le portavi da un preparatore.
Le maggiori differenze tra la HF di Munari e quelle in vendita erano una ventina di cavalli in più e il differenziale autobloccante (mica poi facile da usare con i colpi che dava allo sterzo pur dovendo domare solo 160 CV).

Le Case traevano grande ritorno dalle vittorie, pur senza la televisione a mostrare le gesta. Però durante tutto il Montecarlo, ogni sera prima del TG, potevi avere le ultime notizie e vedere un paio di minuti di riprese. Ricordo con emozione la prima volta che diedero in diretta il passaggio notturno del Turini: in effetti non si vedeva quasi nulla, quando arrivavano i fari accecavano le telecamere e riuscivi solo a vederle di coda quando si gettavano nella esse che picchiava a valle nel buio. Però il commentatore ti dava tempi e distacchi di quel derby spesso italo-francese. I quotidiani uscivano ogni giorno con l'articolo e la classifica e l'interesse ed il ritorno economico montavano.

La prima a dirazzare fu l'Alpine che provò a montare il turbo per controbattere la potenza delle Porsche: un turbo allucinante con un lag bestiale e un calcinkulo spaventoso. Come facessero i piloti a governarlo è incredibile e molti non lo gradivano affatto.
La Lancia rispose con la Stratos. Ogni concessionario doveva averne (e pagarene) una se voleva avere le Thema da vendere e, se eri furbo e se ne avevi le possibilità, dopo qualche mese ti tiravan dietro la Belva con uno sconto del 30% e facevi l'affare della vita.
La Startos, un sogno davanti al quale i puristi dei rally storcevano il naso sottolineandone l'esasperazione: aveva 250 CV poverina e, i poverini, non sapevano cosa li aspettasse.  :001_rolleyes:
Fu uccisa da mamma Fiat per commercializzare la 131   :thumbdown:. In quel caso però i puristi non ebbero nulla da eccepire, neppure il fatto che il navigatore stesse appollaiato su un sediolo quasi all'altezza di quella che in origine era la posizione del divano posteriore, per bilanciarne i pesi. Quanto o goduto nel '79 quando lo squadrone della Fiat fu battuto dalla Stratos azzurra di Darniche-Mahe: privata, ma fatta da Maglioli che era riuscito nell'incredibile impresa di alleggerirla (ma dove?).  :o

Un po' di tregua, un po' di spazio per vetture normali e vincenti come l'Ascona, quand'ecco l'Audi (fino ad allora illustre sconosciuta) uscire con un modello dal nome indicativo e, forse appositamente, scritto in italiano: "Quattro". Un guanto di sfida? Forse, ma magica la risposta Lancia che prende una brutta e mai venduta Montecarlo, ne taglia il pianale, aggiunge due telai antero-posteriori e le piazza come cuore un motore derivato 131 con compressore volumetrico. Una sfida impossibile che, complice la complicata messa a punto dell'Audi, risulta incredibilmente vincente nonostante una "misera" trazione posteriore. Un applauso all'italico ingegno da spellarsi le mani, più notato all'estero (come sempre) che a casa nostra.  :(

Poi arrivano i mostri: stupendi, apparentemente affascinanti, praticamente letali. Si erano già ammazzati con le Ascona, le 037, ma nessuno sembrava accorgersene. I capottoni dalla Pegeout e il rogo della S4 misero fine a questa follia. Il rimedio creò altri danni imponendo vetture a quattro porte prodotte in 5000 esemplari: il fascino della vettura sportiva svaniva lì.
Il rimedio del rimedio dette il colpo di grazia: WRC la sigla maledetta. Vetture che non esistono, con tecnologie superiori alla F1, che vengono fatte correre "a stella", di giorno e in percorsi tanto brevi da dover calcolare i distacchi in decimi. Probabilmente più veloci delle "colpevoli" Gruppo B.

Dov'è il fascino? Dove il contatto con la natura?   :confused1:

Addio rally: eravate fantastici. Non vi hanno saputo gestire, vi hanno ingannato con le sirene della televisione.  :thumbdown:
Vi hanno fregato!  :(
Ci hanno fregato!  >:(
Ultima modifica di Powerslide il 25/03/2013, 10:43, modificato 1 volta in totale.
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da sundance76 » 25/11/2008, 15:54

Dov'è che si firma per sottoscrivere ogni parola?
"Chi cerca di conoscere il passato capirà sempre meglio degli altri il presente e il futuro, e non soltanto nel nostro piccolo mondo di effimere quanto amate frenesie corsaiole." G. C.

https://www.youtube.com/watch?v=ygd67cDAmDI
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da sundance76 » 25/11/2008, 17:16

E beccatevi questa chicca d'annata (era il 1988 ):

http://it.youtube.com/watch?v=f0MayltFrTY
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da bschenker » 25/11/2008, 17:39

Da Giovanotto mi ha impressionato Patty Moss, la Sorella di Stirling, che si ha lasciato di recente. Spezialmente il Monte che aveva diversi punti di partenza. Mi ricordo di quell anno che faceva parte della scuadra ufficiali con il Austin Haley 3000, vi asicura e da guidare come un camion di quel tempi, l'oro sono partiti da Athene. Se non mi spaglia era la prima tappa a dover arrivare a Monte Carlo di ca 3-4000km, la magioranza non ce la faceva neanche ad arrivare la.
Dopo cera il classico giro con Turini ecc. Se mi ricorda bene lei arrivata terzo assoluto.
Piu tardi, circa 1954-65 ho visuta da vicino le prove dei Mini che avevano la base a Ginevra. Arrivavano prendere le vetture di sera e al mattina erano d'avanti al Garage abastanza concia.  I meccanici della casa inglese dovevano riportarla a nuovo per la sera.
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da sundance76 » 25/11/2008, 17:43

Ciao Beat!! Ti ricordi anche di un rally di Ginevra, forse del 1967, in cui Munari arrivò secondo con la Lancia Fulvia HF?
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da Powerslide » 25/11/2008, 18:12

[quote="bschenker"]
Da Giovanotto mi ha impressionato Patty Moss, la Sorella di Stirling, che si ha lasciato di recente.
[/quote]

E' vero, nessuno di noi ha commentato la sua scomparsa ed io, visto l'età mi sento il più colpevole  :blushing:

R.I.P. Pat e scusa il ritardo: non sono mai stato veloce quanto te.
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da madfilt » 25/11/2008, 18:15

Non ho mai seguito i rally, ho sempre amato e seguito la pista.
Ma proprio ieri sera stavo rileggendo l' intervista di Delli Carri a Lele Pinto, campione europeo nel 72 con la 124, e dopo in forza alla Lancia ai tempi della Stratos.
Il clima che traspare dal post qui sopra del mai troppo lodato Powerslide è proprio quello che si " respira " nell' intervista a Pinto.
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da sundance76 » 25/11/2008, 20:39

Anche la mia passione automobilistica ha un'estrazione "pistaiola", ma i rally mi piacciono un sacco. Come diceva Munari nel suo primo libro "La coda del Drago", i rally non sono migliori o peggiori delle altre categorie automobilistiche, ma semplicemente sono diversi. Ovviamente, per me, parliamo dei rally fino alla metà degli anni '90.

Faccio un cross-over fra i topic e consiglio caldamente, fortissimamente, il nuovo libro di Munari "Una vita di traverso" che io comprai a 44 euro ma che ora la Libreria dell'Automobile mette in offerta a 30 euro!! Compratelo e poi mi direte!! Per tutto, qualità di stampa, formato, contenuti, retroscena, foto favolosissime, dati statistici completi, ma più di tutto c'è lo spaccato del mondo dei rally dalla metà degli anni '60 fino all'inizio degli anni '80, un'epoca multiforme e irripetibile. I più giovani capiranno cosa c'è all'origine della parola "rally"....
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da Toivonen » 25/11/2008, 21:59

vedo che siete d'accordo col mio articolo  :asd:  :(
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da gillesthegreat » 26/11/2008, 20:47

io dico solo che se il wrc è ormai una farsa, quasi tutto quello che power ha detto lo ritroviamo nell'irc....
PER SCOPRIRE IL LIMITE DEVI PRIMA PASSARLO
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