PAUL FRERE'

Proprio questo weekend stavo pensando di raccontarvi il mio primo incontro con Enzo Ferrari e siccome sono passati esattamente 40 anni, mi sforzavo di far riaffiorare i ricordi di quel giorno.

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Ad un certo punto ero finito all'autodromo di Modena, nella speranza di veder girare la F1: purtroppo era impegnato dalla presentazione ai giornalisti della 365 GTB4, meglio conosciuta come Daytona.
Quella che veniva data in pasto ai pennaioli era blu: la strapazzavano senza alcuno stile nè capacità, in quell'assurdo toboga, che già allora odorava di abbandono.
Stretto, difficile, con cordoli alti come marciapiedi e con quella che era la seconda chicane conosciuta al mondo, dopo Montecarlo.
Intraversavano in modo incontrollato, si giravano, tiravano le marce basse in fuorigiri e cambiavano sottocoppia in quelle alte: una pena.
Dopo aver assistito a quello scempio per una mezz'ora, stavo per andarmene, quando mi accorsi che l'ultimo salito al volante ci sapeva fare. Velocissimo e rispettoso della meccanica: sempre una marcia più alta dei colleghi e con un'entrata sul rettilineo d'arrivo tutta in derapata controllata. Fece tre giri, si fermò e scese. Solo allora lo riconobbi e capii.

Ciao Paul, eri bravo sia col volante che con la penna, ma soprattutto eri un signore.