A TOUT 'A L'HEURE LUCIEN!

Come al solito non se n'è accorto quasi nessuno, ma il 30 marzo c'era da celebrare il ricordo di un pilota che sui prototipi ha detto la sua, proprio negli anni di cui a volte abbiamo parlato.
Il 30 marzo 1969 scompariva nel rogo della sua Alfa 33 3000 cc Lucien Bianchi, pilota belga di (chiare) origini italiane.
Meglio sarebbe dire un italiano naturalizzato belga, infatti Lucien (Luciano per gli amici d'infanzia) era nato a Milano e si era trasferito in Belgio con la famiglia quando il padre, meccanico da corsa, era stato ingaggiato dal pilota Claes.
Lucien Bianchi è stato per anni un pilota affidabile e stimato da costruttori e colleghi, molto corretto in pista e  un grande collaudatore.
Dopo aver seguito le orme del padre come meccanico ed essere stato ingaggiato da Olivier Gendebien e all'Ecurie Francorchamps era diventato il navigatore prima e co-pilota poi del grande specialista belga  dell'endurance.
In coppia con lui vince per tre volte di fila '57,'58 e '59 il Tour de France Automobile sempre con la Ferrari 250 GT e Gendebien nel suo libro di memorie ("Quatre fois vainquer au Mans" che fece innervosire il solito anziano signore della provincia modenese) lo ricorda come il compagno preferito.

lucien_bianchi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 





Dopo essere stato considerato un navigatore o al più un'occasionale seconda guida (ma non da Gendebien) la sua consacrazione arrivò alla 1000 Km di Parigi del 1960.
Quella era una gara pericolosa e difficile, corsa in un autodromo da incubo nel quale da un velocissimo curvone sopraelevato le auto s'inserivano direttamente sul rettifilo dei box che erano separati dalla pista solo da una linea di vernice e da un muro di balle di paglia !
In quella gara Lucien si rivelò conquistando - in coppia con l'inseparabile Gendebien - la vittoria assoluta strappata ad una coppia di piloti da Grand Prix come quella formata da Mairesse e Von Trips che disponevano di una vettura identica, la "solita" 250 GT.
Sconfiggere gente di quel livello, sul loro terreno rappresentò per Lucien una sorta di rivelazione tant'è che venne notato da Ferrari che convinse il Conte Volpi di Misurata a farlo correre con la sua Scuderia con la quale vinse a Sebring (in coppia con Bonnier).
Buon rallysta (con le DS19) Lucien correva dappertutto: F1, Sport, persino Indianapolis dove provò a qualificarsi.
Fra le sue più belle vittorie : la 6 Ore del Glen (con Ickx) e la 24 Ore di Le Mans (con Pedro)  nel '68 al volante delle GT40 di Wyer e - da rallysta- la massacrante Liegi-Sofia-Liegi.
Il '68 fu il suo anno migliore: vinse anche al Mugello con la '33', e salì sul podio in Formula 1 (a Montecarlo, mi pare, ma non ne sono sicuro).
La sua scomparsa arrivò quando a 34 anni aveva raggiunto l'apice di una carriera che gli stava regalando finalmente grandi soddisfazioni ed un pizzico di buona sorte.
Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo - come ad esempio Vaccarella - lo ricorda come un buon amico ed un pilota esemplarmente rispettoso della meccanica e - forse assieme a Vic Elford - l'ultimo dei grandi "generalisti" capace di essere, magari non vincente, ma ugualmente competitivo sul "Turini" innevato come sull'ovale di Indy, alla Targa come a Le Mans.
A tout à l'heure Lucien !