Signori e signori, queste sono le corse. Puoi avere la macchina più forte, imprendibile, ma in una gara, specie se è di sei ore, può succedere di tutto. E’ capitato ancora una volta ai francesi della Peugeot, costruttori di una 908 tanto imprendibile quanto sfortunata. (continua) Signori e signori, queste sono le corse. Puoi avere la macchina più forte, imprendibile, ma in una gara, specie se è di sei ore, può succedere di tutto. E’ capitato ancora una volta ai francesi della Peugeot, costruttori di una 908 tanto imprendibile quanto sfortunata. Capace di vincere tutte le gare: da Monza a Valencia, per passare dal Nurburgring, da Spa ed infine pure da Silverstone. Ma incredibilmente, come se questo campionato fosse stato scritto da un genio maligno, la sfortuna ha accompagnato in alternanza l’equipaggio di Genè/ Minassian e Lamy/ Sarrazin, anche se è da dire, che nonostante il primo posto in classifica per l’equipaggio franco-portoghese, l’equipaggio franco-spagnolo si è rivelato molto più veloce nell’arco della stagione. Questa volta la sorte ha preferito la coppia Minassian/ Genè, seppur quel testacoda nel giro di ricognizione accorso al tester Ferrari, aveva lasciato intuire che anche questa volta non era la giornata buona per la “numero 7”, sempre dannatamente veloce il sabato ed incredibilmente inaffidabile la domenica. Ma la gara avrà un altro epilogo, perché da subito le Peugeot iniziano a prendere il largo, mentre Collard/ Boullion perdono terreno e punti, che avrebbero di fatto consegnato il titolo nelle mani di Lamy e Sarrazin, in virtù dei 10 punti di distacco a due gare dal termine. Poi però iniziano i guai, con ben due safety car a rimescolare le carte, mentre in Gt1 la Saleen di Ortelli/ Ayari accusa problemi in grado di rovinargli quella leadership in campionato che meritatamente si sono presi fino ad oggi. Danni poi rimediati in solo 18’, e poi via, all’inseguimento della DBR9 del Team Modena, che intanto iniziava a sognare una vittoria quasi insperata, contando il livello tecnico dei piloti e della vettura americana. In Gt2 Bruni e Bell iniziavano a dettare il loro ritmo, con un pilota italiano scatenato, in grado di prendere la testa e lì rimanerci, fino alla fine. Gara in letargo, anche se prima della “fase rem” c’è tempo e spazio per il guasto a Lamy e Sarrazin, che li sbatte via dal 2° posto, occupato ora dal Team Charouz. Ed eccoci nelle ultime due ore, che mai come oggi hanno entusiasmato il pubblico. Noi le affronteremo per categoria, iniziando quindi dal Gt2, la più tranquilla, perché vede un infinita parata del Virgo Motorsport, con un Bruni straripante, unito al sempre ottimo Bell, che di fatto, conquista il titolo; da solo, visto che il suo vecchio compagno di squadra: Simonsen, è stato appiedato, mentre la coppia Pompidou/ Lieb, diretta rivale fino a ieri, non ha brillato nel pomeriggio inglese. Gt1, invece, che nell’ultima ora vedono il sorpasso di Ortelli, che dopo il cambio con Ayari riprende definitivamente la DBR9 del Team Modena, infilandola ed andando a prendersi la vittoria. Ora sono sempre loro i leader del campionato, anche se per la parola “fine” dovranno aspettare Interlagos, nonostante il vantaggio sul trio di inseguitori: Policand, Goueslard e Alphand sia salito da uno a cinque punti. Nella Lmp2 è vittoria indisturbata della Zytek, grazie ad un Barazi in formissima, seguita dalla sorella del Team LNT e dall’equipaggio: Amaral/ De Castro/ Burgueno, terzo. Situazione di campionato che vede la lotta per il titolo ristretta a due equipaggi: Erdos/ Newton, quarti a Silvertone e primi in campionato con 36 punti, e Amaral/ Burgueno/ De Castro, secondi a 30 punti. Ed eccoci arrivati a “lei”, la classe regina, che negli ultimi 60 minuti si infiamma, grazie all’abile mano di un bravo mazziere, che riprende le carte dal tavolo e le riconsegna ai giocatori. I protagonisti di questo finale sono tre: Mucke, del Team Charouz, Collard, della Pescarolo e Lamy, della Peugeot. Dopo gli inconvenienti nella prima ora di gara la 908 di Lamy inizia la sua rimonta, fino a sorpassare l’altra Pescarolo Judd affidata a Barbosa. Ora è quarta, mentre Mucke perde terreno e Collard gli è ormai nei tubi di scarico. Il tedesco inizia a provare ad arginare il francese, riuscendo grazie alla sua esperienza a dribblare i doppiati meglio del rivale. La sfida si protrae per diversi giri, tanto basta per far inserire in questa battaglia Pedro Lamy, scatenato, che passa i due senza esitazione. A questo punto il mondiale sembra andare verso la Francia, ma ecco quello che non ti aspetti. Collard infila di prepotenza Mucke, che solo dopo pochi giri dovrà abbandonare per un guasto alle sospensioni, gettando al vento così una gara che fino a quel momento era stata fantastica. A solo un quarto d’ora dal termine; ecco il colpo di scena, probabilmente sotto richiesta della Pescarolo, l’ufficiale di gara obbliga la 908 del portoghese a rientrare ai box per sistemare la luce posizionata sull’estrattore posteriore sinistro, danneggiata in precedenza. A una manciata di giri dal termine la Peugeot è in pit lane, sistemano in fretta e furia la luce, ma un ufficiale di gara, intervenuto per controllare la riparazione, non permette alla vettura di riprendere il via perché vuole che il pezzo sia sostituito. Tempo e giri persi, a vantaggio di Collard e di Barbosa, che in sordina riesce a portarsi a casa un ottimo terzo posto. Vincitore, a dovere di cronaca, anche se abbastanza intuibile: Minassian, che torna a sorridere dopo le “brutte esperienze” estive. Campionato che ora vede la Pescarolo Judd di Boullion a soli 2 punti dal vertice, occupato da Lamy e Sarrazin a quota 36. Collard, compagno di squadra di Boullion, a 30 ed infine Minassian e Genè, che grazie ai 28 punti conquistati domenica si sono reinseriti nella lotta al titolo, che andrà in scena l’11 novembre in Brasile, sul circuito di Interlagos, che in questi anni ha sempre regalato grandi emozioni agli appassionati, soprattutto di gare automobilistiche. Giacomo Sgarbossa