Se la ridono un po’ tutti nel dopo gara in conferenza stampa; sia quelli della GT1 che quelli della GT2. Alla fine è andata bene a tutti:(continua) Se la ridono un po’ tutti nel dopo gara in conferenza stampa; sia quelli della GT1 che quelli della GT2. Alla fine è andata bene a tutti: l’Aston Martin è tornata al successo, il primo nel 2007, la Maserati ha rischiato di vincere, si era anche illusa nella mattinata con il miglior tempo di Biagi/Bartels nel warm-up, ma, risultati alla mano, è in testa a tutte le classifiche. Piloti compresa, perché Biagi, nonostante un errore da dilettante alla parabolica quando mancavano solo tre minuti, è lì davanti a tutti; con un semplice punto, è vero, ma per come si presenta la situazione un punto vale tanto. È andata bene anche alla Corvette perché, come hanno detto Deletraz e Hezemans, questa prestazione è importante per un futuro che sembra proiettare la Corvette a livelli ancora più alti e, in fondo, era il meglio che potevano fare, perché i freni della Corvette non andavano al meglio e se non era per Biagi, loro il podio nemmeno lo vedevano. Montanari e Ramos se la ridono, e non possono fare altro perché le loro prestazioni sono in continua crescita, ogni gara si migliorano e adesso manca solo la vittoria. Gimmi Bruni, invece, sembra l’idolo della giornata, salta come un grillo qua e là, perchè lui e Ortelli hanno recuperato alla grande la figuraccia nel diluvio di Bucarest, e poi, questa AF Corse ha dominato la gara, perché anche Villander e Muller sono sul podio, alla destra dei vincitori. Ride forse un po’ meno la Edil Cris di Pasini/Ruberti, ma non ne fanno una tragedia, perché Ruberti è nato a soli 15 km da Monza, a Bergamo, e si sente legato a questo asfalto, mentre Pasini forse si aspettava di più dalla sua auto, dopo le prestazioni del week-end. Ma non sono tutti allegri e felici, o meglio, quelli che piangono come dei bambini senza caramelle sono nascosti nei box, gente che lavora per un nome: Pirelli, uscito devastato dalla sfida alla Michelin nella propria casa, nel proprio paese. Ma le francesi avevano un passo totalmente diverso e non per caso Wendlinger il primo ringraziamento lo dedica a loro, le sue scarpe, che lo hanno portato molto lontano oggi. Una gara iniziata con la sorpresa delle Lamborghini Murcielago relegate in fondo allo schieramento e l’Aston Martin di Piccini e Bertolini cacciata dieci posizioni più indietro per aver sostituito il motore. Si parte e Hezemans fa capire fin da subito che oggi non ha voglia di scherzare e ci riesce (almeno per pochi metri) a stare davanti a tutti, prima di precipitare in quinta posizione. Intanto nelle retrovie inizia la furibonda e disperata rimonta delle Lambo e dopo appena due giri Kox è sedicesimo, con Bouchut subito dietro di lui. Wendlinger, intanto, dopo aver controllato nei primi giri le due Maserati, inizia ad imporre il suo ritmo e così, dopo sette giri “spacca” la barriera dell’ 1’46”, con un tempo sul giro di 1’45”873, battuto però da Montanari al giro 14 con un miglior tempo di 1’45”610 destinato a rimanere il limite per tutta la gara. Iniziano così i pit stop, che per la coppia Kutemann/Waaijemberg significano la fine, perchè la macchina accusa forti difficoltà nel riavviarsi. Dopo 25 giri Wendlinger è ancora fuori, facendo segnare tempi non più esaltanti come prima e così, al cambio di pilota con Sharp, si ritrovano ad uscire dalla pit lane con davanti la sagoma della Maserati Vitaphone di Ramos, che da quando è entrato ha iniziato a tenere un ritmo devastante, tanto da rifilare 10” alla DBR9 di Sharp. Deletraz e Bartels, in lotta per la terza posizione, trovano il tempo per darsi battaglia per la gioia del pubblico brianzolo, che di sicuro non può che ringraziare per il bel sorpasso che esegue Bartels al 36esimo giro: esce più forte alla prima variante, si mette all’esterno di Deletraz e alla Roggia sfrutta la corsia interna per infilare il francese con una mossa degna del miglior driver. Sharp intanto decide di recuperare il gap da Ramos e ci riesce, portandosi a 4”8, prima, e 2”6 poi, quando decide di attaccare, anche lui alla Roggia, ma il suo tentativo finirà in un testacoda che fa cadere la sua DBR9 al quarto posto. Le Maserati della Vitaphone, senza nemmeno rendersene conto, si trovano in questo momento prima e seconda, ma è ancora presto per cantar vittoria, perché Montanari accusa dei problemi nel ripartire per il suo secondo stint, mentre Sharp sta rinvenendo come un leone ferito dalle retrovie, dimostrando che nel GT, se sbagli, puoi recuperare, non come nell’altra serie, quella più importante, dove devi sempre essere perfetto. Qua nel GT i piloti sono ancora “umani” e “imperfetti”, come probabilmente direbbero il 90% dei filosofi, e così può capitare che nonostante un errore orribile di Sharp, quando Wendlinger si trova a rientrare in pista, si ritrovi primo con 4”8 di vantaggio su Biagi da amministrare. Montanari intanto inizia a recuperare terreno, che aveva perso a causa del pit stop; come al solito, facendo tempi mostruosi e ritrovandosi quarto alle spalle di Hezemans: lo infila e guadagna la terza posizione. Finita? No, perché a tre minuti dalla fine Biagi trova il tempo di andare a sentire di persona se la sabbia della parabolica viene disposta “liscia” o a “onde”, rovinando la sua gara e finendo il quarta posizione, lasciando via libera alla Maserati di Montanari, seconda, e la Corvette di Hezemans, terza. Da segnalare anche l’ottima prova di Kox e Menten, risaliti fino all’ottavo posto, nonostante una partenza dall’ultima piazza. Arrivederci all’8 luglio ad Oschersleben, per vedere se le sorprese di oggi saranno riconfermate o saranno smentite, su un circuito che vede una prima curva modificata, con un raggio più stretto, che nel DTM, pochi mesi fa, ha creato molti problemi.