Il 2004 verrà ricordato per l’ennesimo titolo di Schumacher e per la netta superiorità del pacchetto Ferrari-Bridgestone che ha lasciato... Il 2004 verrà ricordato per l’ennesimo titolo di Schumacher e per la netta superiorità del pacchetto Ferrari-Bridgestone che ha lasciato con un palmo di naso tutta la concorrenza.
Speriamo solo che non venga anche ricordata per un qualche evento luttuoso o per gravi infortuni, anche se Ralf Schumacher in realtà ne ha già pagato abbondantemente le spese a seguito del terribile impatto contro il muretto di Indianapolis. In effetti quest’anno si sono moltiplicati gli incidenti di un certo peso, che hanno avuto dinamiche drammatiche e pericolose e che solo gli innegabili miglioramenti in fatto di sicurezza passiva, o solo per fortuna, non hanno avuto conseguenze ben più pesanti ed irreparabili. Non si contano i cedimenti di ali, semiassi e sospensioni; ultimamente sono state le gomme nell’occhio del ciclone per via di preoccupanti e ripetuti cedimenti. La realtà è che la sfida tra piloti, squadre e fornitori è totale e l’escalation delle prestazioni perseguita con indomita persistenza ha portato ad estremizzare l’estremizzabile. Ogni elemento è al limite, grazie anche a regolamenti tecnici lacunosi sotto questo punto di vista, in un intensificato “tourbillon” di sottopesi e zavorre che ha del psicotico. Per dirla in parole povere “stanno raschiando il barile” per recuperare tutti i decimi possibili poiché si è visto che è più premiante vincere con l’unica vettura rimasta che arrivare, compatti, dietro. La Michelin ha avuto i suoi bei fuochi d’artificio in Belgio; la Bridgestone a Monza, magari collaudando l’ultima specifica evolutiva, ma a ben vedere il livello d’allarme è valido per ogni altro componente delle monoposto e non solo in teams di secondo piano. Anche se poi, ci si affretterà a ricondurre il tutto ad un motivo estemporaneo; un detrito, un errore di montaggio, un difetto di fabbricazione… Come se questo potesse impedire chissà cosa. In realtà questo è solo un modo per tranquillizzare e manlevarsi da certe responsabilità benché sia chiaro a tutti che l’errore è pur sempre un errore e come tale può ripetersi. E poi, sia che si tratti dell’aver cercato il limite, o che derivi da un evento imponderabile… è sempre questione di come ormai tutto è stato portato all’estremo e senza margini. Quando poi l’auto si tramuta in un missile senza controllo da parte del pilota, il risultato sarà il medesimo indipendentemente dalla causa scatenante. Nel mucchio perciò ci si deve mettere tutti quanti… che lavoreranno imperterriti finché qualcuno sarà costretto dagli eventi a porre un termine a tutto ciò. E questo mentre lo spettacolo continua a mancare e la tanto decantata tecnologia è fine a se stessa e non ha ricadute sull’industria automobilistica per le auto di tutti i giorni.