"Indy è l’unica pista con una curva sopraelevata. Come Montréal richiede una downforce media, ma presenta anche un’altra caratteristica: da un lato abbiamo il lungo tratto ad alta velocità, nel quale è preferibile avere alettoni di dimensioni ed incidenze ridotte con una resistenza aero-dinamica minima; dall’altro lato, l’infield è caratterizzato da tornantini a raggio stretto che richiedono una deportanza massima. Bisogna trovare un compromesso. È impor-tante avere un buon assetto per assicurare una buona trazione nelle curve lente," ha aggiunto Willy Rampf, direttore tecnico.
"Nel 2001 a Indy ho fatto una delle mie gare migliori. Nonostante non potessi usare la seconda e la settima sono arrivato sesto. Nel 2006 mi sono ritirato dopo pochi metri: sono stato coinvolto in una collisione e ho capottato diverse volte. Ai piloti la curva sopraelevata dà una sensazione particolare. Benché in fondo sia un compito facile… si tiene l’acceleratore a fondo," ha affermato Nick Heidfeld.
"Non provo nulla di particolare a proposito del circuito. C’è un lungo rettilineo preceduto da una curva sopraelevata. Dopo il rettilineo c’è una sezione molto più lenta. Bisogna trovare le giuste regolazioni affinché la macchina si comporti bene nel tratto veloce, ma anche in quello più lento. Credo che sia un tracciato che converrà alla nostra monoposto," ha concluso Robert Kubica.
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