Eddie Jordan l'ha sparata grossa: secondo l'ex team principal il Gruppo VW avrebbe siglato un accordo per rilevare la Red Bull Racing e fare poi il suo ingresso nel Gp a partire dal 2018. Per ora sono solo speculazioni, perché nessuno ha dato il via libera a Stefano Domenicali per avviare la costruzione di un motore 6 cilindri turbo. Perché senza una power unit, possibilmente competitiva, non si va da nessuna parte e i tedeschi restano alla finestra perché i regolamenti della Formula 1 sono ancora troppo nebulosi, sebbene l'interesse manifestato da Martin Winterkorn sia concreto. (continua...)

Stando alle speculazioni, quindi, l'interesse di Red Bull Racing sarebbe di trovare un accordo ponte con la Ferrari in attesa di disporre di un proprio motore in esclusiva, ma i vertici di Milton Keynes spingono per avere l'unità 2016 evoluta della Scuderia e non l'ultimo motore che sarà omologato ad Austin sebbene sarà già dotato del basamento stretto.

A Sergio Marchionne farebbero gola i 40 milioni di euro che potrebbero essere in ballo con le due forniture di motori (Red Bull Racing e Scuderia Toro Rosso), perché ci sarebbero più risorse da reinvestire nel programma di Formula 1 del prossimo anno, ma ci sono anche molti ripensamenti: quale sarà l'effetto se le RB12 dovessero essere più veloci delle Rosse a parità di motore?

Helmut Marko ha minacciato che i "bibitari" potrebbero lasciare il Circus se non potranno disporre di un motore competitivo: la patata bollente finisce nelle mani di Bernie Ecclestone che dovrà trovare una quadra che accontenti tutti. E non sarà facile con la radicalizzazione delle trattative. A Milton Keynes sostengono che possono aspettare ancora un mese per sbloccare la scelta della power unit, poi non sarebbero più in grado di costruire una macchina in tempo per i primi test del 2016...

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