La Red Bull RB11 è entrata in pista senza alcuna presentazione in pit lane. La squadra di Milton Keynes ha deciso di camuffare la nuova monoposto con una livrea bianco-nera che rende molto ardua la comprensione delle forme dell'ultima creatura di Adrian Newey. (continua...)

L'aspetto che subito colpisce l'attenzione è stato il muso che è piuttosto corto, simile a quello della Mercedes dello scorso anno, ma dotato di un piccolo bulbo nella parte inferiore: si possono capire le difficoltà che la squadra ha avuto per superare il crash (nella penultima sessione di Cranfield avevano fallito ben cinque tentativi!), ma ora dispone di una delle soluzioni che permette il maggiore passaggio di aria sotto al telaio che è molto alto.

Non bisogna farsi condizionare dalle forme perché la scocca dispone di una coperchio che forma addirittura una piccola gobba rispetto alla linea di cintura del telaio. Dopo i primi scatti in pista è emersa l'esistenza di un S-duct che riprende quanto si era già visto l'anno scorso sulla RB10.

La sospensione anteriore mantiene lo schema push rod e anche la RB11 dispone del braccio di sterzo allineato con il triangolo superiore, mentre in basso Rob Marshall, chief designer della macchina, ha stretto il triangolo senza arrivare all'esasperazione del diapason della Mercedes adottato quest'anno anche dalla Ferrari. Fin dai primi giri a Jerez ha destato curiosità il fatto che ci fosse il mozzo forato: riproponendo un tema che era stato scartato nello scorso campionato per la difficile messa a punto, ritrovando dei vantaggio esigui in pista rispetto ai dati di galleria del vento.

La pancia è interessante: i tecnici di Milton Keynes non si sono preoccupati di tenere i pesi in basso, preferendo privilegiare i contenuti aerodinamici. E allora la bocca dei radiatori è piuttosto grande nella parte superiore, ma la fiancata è terribilmente svasata sotto per far scorrere i flussi verso il diffusore posteriore.

La RB11 mantiene la caratteristica della sua progenitrice che porta ad avere pance che si stringono molto ma degradano meno rapidamente verso il retrotreno rispetto alla RB10  e portano a scaricare l'aria calda dei radiatori in coda, esasperando un concetto già visto nel 2014.

Il roll hoop mostra una presa d'aria del motore ovale, sotto alla quale c'è una seconda apertura, molto più grande rispetto allo scorso anno, necessaria a raffreddare dei componenti, riprendendo un concetto che è stato lanciato dalla "cugina" Toro Rosso. Il cofano è molto aderente e finisce dove c'è il mono-pilone dell'ala posteriore, mentre il Monkey seat è ancorato alla struttura deformabile posteriore.

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