
Nella conferenza stampa della mattina il direttore del trauma center, Barabino, chiarisce i prossimi passi del decorso post-operatorio, a seguito del “massimo shock emorragico” con cui è arrivato nel reparto, avendo perso molto sangue: “Il paziente rimarrà in terapia intensiva per 24-48 ore per evitare ulteriori aggravamenti. Siamo comunque ottimisti, dal momento che sta rispondendo molto bene alle cure. Sta uscendo dalla sedazione, con buona risposta. Dimostra una buona autonomia respiratoria, ma possono sorgere complicanze polmonari. Vedremo nelle prossime ore. In ogni caso, l’emorragia è fuori pericolo. Ovviamente sente molto dolore, ma non poteva essere altrimenti.”
Ma Kubica è destinato a finire di nuovo sotto i ferri, non solo per quanto riguarda la mano, letteralmente ricostruita nell’intervento di ieri durato sette ore, ma anche il braccio (fratture a gomito e omero e lesioni complesse a muscoli e tendini) e la gamba. La polifrattura al femore è infatti intervenuta su un infortunio riportato già in un precedente rally. “Il paziente dovrà subire altre operazioni: non solo nelle parti già trattate ma anche per altri problemi e traumi riportati cui non abbiamo potuto far fronte nell’emergenza,” spiega il primario di ortopedia dell’ospedale Santa Corona, il dottor Francesco Lanza. “L’importante era stabilizzare il paziente e tamponare le ferite più grosse. Per le fratture riportate alla gamba saranno necessari almeno tre-quattro mesi di tempo perchè l’osso si rinsaldi.”
Dal bollettino medico delle 11 era già arrivata una prima buona notizia: Robert Kubica si è risvegliato, davanti agli occhi del padre e della fidanzata, accorsi in mattinata dalla Polonia. Lo ha annunciato il manager Davide Morelli, che lo ha visitato proprio pochi minuti prima di parlare con i giornalisti al reparto di rianimazione. “Gli ho finalmente parlato e Robert ha mostrato di capire tutto alla perfezione,” ha dichiarato Morelli. “Le sue capacità cerebrali sono intatte e siamo estremamente sollevati. Questo lascia davvero ben sperare. Ovviamente sente molto dolore alla gamba e alla mano. Ci vorrà tempo.”
Dopo le sette ore di operazione, Robert Kubica è stato finalmente trasferito dalla sala operatoria al reparto di rianimazione soltanto a mezzanotte e messo sotto stretta osservazione da parte dei medici. La nottata, spiega il professor Igor Rossello, che ha condotto l’intervento, è stata tranquilla: “La mano sembra rispondere bene alle sollecitazioni. In tarda mattinata abbiamo risvegliato il paziente.”
“E’ stata un’operazione molto importante e difficile,” prosegue il chirurgo. “L’avanbraccio destro di Kubica era tagliato in due punti, con lesioni significative alle ossa e ai tendini. Abbiamo fatto del nostro meglio per ricostruirne le funzioni. Ci sono voluti sette medici, divisi in due equipe: una per l’emergenza e l’altra del reparto ortopedia. Alla fine dell’operazione, la mano era vascolarizzata e calda, il che è incoraggiante, ma le sue condizioni rimangono gravi.” Ora i medici che si stanno occupando di Kubica sono diventati dodici, più il personale di supporto.
Solo nei prossimi giorni sapremo se il recupero funzionale dell’arto potrà essere completo, soprattutto alla luce delle lesioni nervose che più di tutte preoccupano i medici. Di certo, comunque, prima di un anno non si potrà completare la lunga riabilitazione.