
Il successivo verdetto del Consiglio Mondiale della Federazione, nell’udienza del 21 settembre successivo, svelò la veridicità della denuncia fatta dal giovane brasiliano e dal suo padre tre volte campione del mondo, incassando anche l’ammissione di colpa da parte della stessa Renault. La squadra di Enstone non ha potuto perciò fare altro che riconoscere, in una scusa ufficiale, che “le accuse di Nelson Piquet Jr non erano false, nè intese a ricattare il team. Le serie dichiarazioni contenute nel comunicato stampa erano perciò totalmente false e infondate e le ritiriamo incondizionatamente.”
Oltre alla scusa, la Renault si è impegnata a pagare i costi sostenuti dalla famiglia Piquet nella causa per diffamazione e un risarcimento per i danni morali e materiali. “Questo segna l’inizio, piuttosto che la fine, del lungo viaggio che Nelson e Nelsinho stanno intraprendendo per correggere i molti errori avvenuti l’anno scorso durante lo scandalo ‘crash-gate’,” afferma l’avvocato Crossley. “Entrambi furono trattati in maniera terribile dalla Renault quando osarono rivelare lo scandalo alla Federazione e Nelsinho fu vittima di abusi nel corso della sua carriera assurdamente corta in F1.”