Nel 14° appuntamento con Alex Wurz, il collaudatore della Honda ci presenta lo storico Autodromo Nazionale di Monza. (continua...)
“Monza ha qualcosa di molto speciale. L’ubicazione del circuito, il frastuono dei tifosi, la vecchia parte sopraelevata ormai sgretolata nello sfondo, il nome, tutto mi piace! È l’unico circuito super-veloce del mondiale e per un pilota, tutto succede molto velocemente. Occorrono un paio di giri per prendere confidenza con la pista, anche se corri regolarmente tutto l’anno.”

“In termini di stile di guida, Monza si rivela una miscela incredibilmente interessante. Si deve essere particolarmente aggressivi nel salire sui cordoli, ma anche molto graduali nell’utilizzo dell’acceleratore a causa del bassissimo carico aerodinamico.”

“Alla Curva 1, la difficoltà sta tutta nella frenata. Non si deve arrivare lunghi in staccata, anche se può capitare in quanto nel rettifilo si toccano i 340 km orari, poi si deve tagliare con decisione sui cordoli. Bisogna cercare di uscire puliti, perché poi si entra nel lungo rettilineo che comprende la curva Biassono (già curva Grande) e si agisce poderosamente sui freni solo alla seconda chicane. L’asfalto nell’area di staccata è irregolare e poi si deve salire sui cordoli con grande determinazione ed è molto divertente.”

“Si affrontano quindi le due Lesmo in quarta e in questa parte del tracciato l’asfalto è molto scivoloso. La prima curva è leggermente sopraelevata con pendenza favorevole al senso di marcia, quindi la macchina è sottosterzante a metà percorrenza e poi sovraterzante in uscita. E'' quindi molto importante affrontare la seconda Lesmo con un buon ritmo perché basta un nulla per arrivarci con una velocità eccessiva o troppo bassa e poi occorre uscire bene dalla curva.”

“Si arriva così alla chicane Ascari, una delle curve più belle del mondiale di Formula Uno. La staccata è resa difficile dall’asfalto irregolare e, una volta impostata, si sale con decisione sul cordolo interno. Quindi, si apre nuovamente l’acceleratore e si cerca di percorrere le due curve successive a destra e a sinistra a tavoletta. Se si riesce a percorrerle agevolmente al massimo, significa che la macchina ha troppo sottosterzo o un carico aerodinamico eccessivo, ma se non si riesce ad affrontarle in pieno e si deve alzare il piede dall’acceleratore, si perde troppo tempo.”

“In ingresso all’ultima curva, la Parabolica, si cerca di ritardare al massimo la frenata. Si frena ai 60 metri e si passa dalla settima alla quarta. La macchina è sempre molto nervosa in inserimento di curva e occorre poi aprire nuovamente l’acceleratore prima del punto di corda, senza sapere dove si toccherà la riga bianca in uscita. È un punto dove occorre avere molta grinta e determinazione.”