E come Rubens sottolinea, "si aggiungono anche le variabili del clima, del vento e dei conseguenti livelli di grip, quindi occorre sempre lavorare molto sulla macchina durante le libere per ottenere il massimo livello prestazionale."
I team effettuano numerosi test a Barcellona perché è un tracciato completo dal punto di vista tecnico. Il lungo rettilineo dei box richiede una buona efficienza aerodinamica, poi vi sono alcune curve lente molto impegnative, con camber negativo e altre con camber positivo, nonché un paio di curvoni veloci. Se una macchina è veloce su questa pista, dovrebbe essere competitiva sulla maggiore parte di tracciati del calendario di F1. Ma qual è il segreto di un giro davvero veloce sul Circuit de Catalunya?
"Disporre di una macchina dal buon carico aerodinamico," afferma Jenson. "Occorre avere fiducia nel proprio mezzo quando si affrontano i curvoni veloci. I sorpassi possono rivelarsi davvero difficili e il punto migliore è alla staccata della prima curva dopo la partenza. Lì si può provare a infilare un avversario quando l’andamento della gara si è stabilizzato, ma è molto difficile. Inoltre, la chicane può essere molto insidiosa in quanto è estremamente scivolosa e quindi molto lenta. Un piccolo errore in quel punto può costarti molto tempo."
Il circuito ha subito numerose modifiche negli ultimi anni. Nel tratto finale della pista, è stata costruita una chicane per rallentare le macchine nell’ultima curva e nel 2006 è stato rifatto il manto d’asfalto. Dopo la notevole perdita iniziale di grip, il nuovo asfalto si è gommato tanto da essere più veloce del vecchio manto. Tuttavia, lungo i rettilinei crea un effetto ondulazione medio-alto, che può sembrare un po’ strano per i piloti e che fornisce dati interessanti.
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