
In effetti, è così. Giusto per rendere l’idea, la squadra ha provato una configurazione scarichi tradizionale sul retro della vettura il mattino, passando a un’altra estrema in stile Lotus-Renault, anzi oltre, al pomeriggio. Solo detta operazione ha chiaramente comportato un vero e proprio sconvolgimento della vettura.
S’è così spiegata la conformazione delle pance laterali molto protese sull’anteriore, a ricordare la “papera” di John Barnard e decisamente in controtendenza. Il loro segreto non sta dunque nella forma a “L” a mo’ dell’altra e meno fortunata Rossa del 92 o della ben più riuscita della Benetton del 95: ben più importante del flusso che incanalano al retrotreno da “sopra”, sarà quello rovente che gli scarichi spingeranno “sotto”.
Sulla macchina di Woking praticamente nulla è convenzionale. Sicuramente è, in virtù delle scelte radicali applicate su di essa, la monoposto che ha suscitato maggiore scalpore. Il punto è capire se questa fosse effettivamente la strada giusta da seguire. Alla luce dei primi km percorsi, il rischio che si siano spinti troppo in là appare concreto.
Il primo test ha generato più domande che riposte. Per vedere il reale valore della nuova McLaren, forse, non saranno sufficienti nemmeno le prime gare. Di questa idea è anche il neo campione del mondo Sebastian Vettel: “Certo è che la Ferrari è molto veloce, più difficile capire come sia messa la McLaren”.
A conforto di Whitmarsh e soci c’è però il fresco precedente della stagione 2009, anno durante il quale le frecce d’argento partirono dal fondo della griglia e la risalirono per intero. Gli uomini per portare a compimento uno sviluppo, a oggi quanto mai complesso, alla scuderia inglese certo non mancano.