
Stefano Domenicali ha indivuato il problema in una mancanza di carico nell’anteriore (fenomeno per altro ben visibile il sabato in qualifica dove le 150° Italia scivolavano come saponette sull’asfalto freddo di Melbourne, costringendo Alonso a manovre da drifter) che ha influenzato il bilanciamento della macchina e la sua capacità di preservare le nuove coperture Pirelli. “Dobbiamo capire perché non abbiamo visto in pista quello che risultava sulla carta“, ha dichiarato Domenicali al quotidiano “La Stampa”, “ma dobbiamo anche essere realisti e renderci conto che con il passo mostrato dalla Red Bull in Australia il divario sarà difficile da recuperare tra due settimane in Malesia“, ha poi aggiunto.
Per Fernando Alonso comunque (e c’è da fidarsi visto la sua tenacia e quello che è successo nel 2010) la situazione è tutt’altro che compromessa: “Per vincere abbiamo bisogno di 13,4 punti a gara”, ha detto lo spagnolo,”in Australia ne ho presi 12, quasi nella media quindi. Certo ho perso punti rispetto a Vettel e Hamilton ma ne ho guadagnati rispetto ad altri due rivali per il campionato come Webber e Button“. Alonso ha anche dichiarato che Melbourne sarà un episodio isolato nella stagione Ferrari: “E’ evidente che qualcosa è andato storto visto che per tutto l’inverno avevamo un secondo di vantaggio nei confronti di Toro Rosso, Sauber e Renault e in Australia ci siamo ritrovati a lottare in mezzo a loro“, ha infine aggiunto il pilota asturiano a “La Sexta”.
L’opinione generale di parecchi addetti ai lavori è comunque più severa nei confronti della prestazione delle rosse a Melbourne. Joan Villadelprat, tecnico spagnolo in passato in forza a Maranello, ha dichiarato: “La Ferrari non è per nulla vicino a dove pensava di essere, hanno molto meno carico rispetto alla Red Bull perché la loro macchina è stata progettata in modo troppo conservativo senza lasciare spazio soluzione magari rischiose ma più preformanti. Comunque credo che a Maranello sappiano come muoversi e che la macchina di base sia buona e affidabile“.