ferrari_280Iniziamo con la Coppa del Mondo di calcio, anche se per il mio Brasile si può parlare soltanto di fine, visto che è stato eliminato venerdì scorso dall’Olanda. E’ stato un torneo pieno di sorprese, con tante squadre favorite che sono uscite presto. Nel nostro caso, avevamo iniziato molto bene ma, una volta di fronte agli olandesi, la pressione si è fatta sentire e, dopo aver segnato per prima, la squadra si è un po’ persa al momento del pareggio subito. Del resto, questo è il Mondiale: o si va al massimo in ogni partita o si perde, un po’ come succede in Formula 1. Ora seguirò le ultime partite ma, certo, non con lo stesso interesse di prima. (continua...)

La mia attenzione è tutta su Silverstone. Ho seguito la gara della Moto GP in televisione alcune settimane fa e la mia impressione è che il nuovo tracciato sia molto diverso dal vecchio, con alcune delle “nuove” curve lente forse ancora più lente di prima: dovremo imparare il venerdì come affrontarle al meglio per capire se saranno necessari dei cambiamenti importanti sull’assetto della vettura rispetto a quello cui eravamo abituati in passato, anche se tanti dei dati attualmente disponibili saranno ancora validi, visto che buona parte del tracciato è rimasta inalterata. Vorrà dire che la consueta passeggiata del giovedì lungo il circuito con i miei ingegneri sarà un po’ più importante del solito. Quando si cammina su una parte nuova si guardano diverse cose: la superficie dell’asfalto, se ci sono dei saltellamenti sulla traiettoria ideale, i punti di frenata e il miglior modo di approcciare una curva. Bisogna cercare di stabilire se il punto di frenata e l’entrata in curva sia la priorità o, piuttosto, sia più importante privilegiare la trazione in uscita, come ad esempio deve essere se subito dopo c’è un lungo rettilineo. Come potete capire, ci sono tanti punti che possono essere importanti una volta che si è in macchina: può accadere che le considerazioni fatte quando si cammina in pista debbano essere modificate quando si guida tanto da dover cambiare la traiettoria. Ci vuole qualche tornata per trovare quella ideale, anche se si migliora giro dopo giro, soprattutto sulla parte nuova. In genere, dopo cinque/dieci giri si viene a capo della situazione.

Spero che a Silverstone saremo in grado di fare un nuovo passo avanti grazie alle novità che porteremo in pista. A Valencia e anche a Montreal avevamo visto che la F10 stava progredendo bene, anche se i risultati non sono arrivate. Questo fine settimana dovrebbe darci un’idea più chiara su dove ci troviamo rispetto ai nostri avversari e quanto abbiamo migliorato in termini di prestazione assoluta. Fra le piste dove abbiamo corso quest’anno, Silverstone è la più simile a Istanbul, dove non siamo stati competitivi: se la F10 si comporterà bene in Inghilterra vorrà dire che abbiamo preso la strada giusta. Peraltro, anche se avremo un buon weekend a Silverstone non potremo certo rilassarci. Siamo un po’ indietro in classifica e siamo arrivati alla metà della stagione. Poi ci sono altre due gare da disputare in questo mese di luglio, prima a Hockenheim e poi a Budapest, e altri sviluppi che arriveranno sulla macchina. Questi tre Gran Premi sono molto importati e spingeremo al massimo per cercare di stare davanti ai nostri avversari. Le prossime settimane saranno molto serrate per tutti quelli che lavorano in Formula 1 e mi sono preparato molto bene anche dal punto di vista fisico, lavorando con grande intensità: farò lo stesso prima dell’appuntamento in Germania mentre non ci sarà tempo nella settimana successiva visto che la gara di Budapest arriva nel weekend successivo. Le corse consecutive sono ormai frequenti: fisicamente sono facili da affrontare, anche perché non c’è miglior allenamento che guidare una macchina di Formula 1!

Silverstone è una pista che mi è sempre piaciuta, anche se sono curioso di scoprire se questo feeling rimarrà intatto dopo le modifiche al tracciato. C’è sempre una bella atmosfera e gli spettatori son molto appassionati di corse e di Formula 1 in particolare. E’ fantastico per noi piloti andare in Paesi come questo, dove la gente ama il nostro sport, lo conosce e capisce tutto.

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