
Ma, anche ora che il paulista è perfettamente ristabilito ed è già tornato in macchina, l’esigenza resta: quella di dotarsi di un vivaio di giovani talenti da far crescere, sul modello dei progetti varati dagli altri costruttori, e sui quali puntare per il futuro, senza dover costantemente ingaggiare (strapagandoli) i campioni svezzati dalla concorrenza.
Ora, dopo qualche mese di gestazione, la Ferrari Drivers’ Academy è una realtà, resa nota alla stampa tramite un comunicato ufficiale. Per ora i dettagli sono pochi: ad occuparsene sarà il riciclato ingegner Luca Baldisserri, messo fuori a stagione in corso dalla Gestione Sportiva, in collaborazione con la ACI CSAI attraverso la Scuola Federale di Vallelunga.
Ma chi si aspettava un aiuto da parte della casa di Maranello ai giovani italiani, per ora, è rimasto deluso: il primo nome sul quale si è puntato è infatti quello, già ampiamente anticipato, di Jules Bianchi. Francese, campione uscente di F3 Euroseries, il prossimo anno correrà in GP2 Series e ha già provato la rossa nel corso degli ultimi test di Jerez riservati ai giovani. Nota a margine: il suo manager e prossimo team principal (alla ART Grand Prix) sarà Nicolas Todt, figlio di Jean neo-presidente FIA.
A chiosare l’annuncio, le parole di Stefano Domenicali: “L’obiettivo dell’Academy è quello di far crescere i giovani che nel futuro correranno per la Ferrari. Ma lo faremo in modo diverso da analoghi programmi della concorrenza. Ci proponiamo di preparare i piloti a 360°".