Durante l'anno, Smedley non torna a casa molto spesso, ma questo week end rappresenta il suo secondo viaggio nel Regno Unito nel giro di tre settimane: "Abbiamo provato a Silverstone prima del Gran Premio di Francia dove abbiamo provato un nuovo pacchetto aerodinamico, che abbiamo portato in gara a Magny-Cours e ora utilizzeremo qui con qualche ulteriore modifica per adattarci alla maggiore velocità di questo tracciato" - continua l'ingegnere di Massa.
"La sessione di prove è stata molto incoraggiante e positiva, specialmente dopo i risultati della trasferta nord americana. Da Indianapolis in avanti abbiamo modificato la nostra preparazione, puntando ad ottenere di più dal primo giro lanciato con gomme nuove, cosa che ha dato i suoi frutti. Le caratteristiche di Silverstone vanno ancora di più nella direzione di aiutarci in questo genere di circostanze".
Il meteo è spesso un punto fondamentale in Inghilterra e le previsioni a lungo termine sembrano indicare un fine settimana bagnato: "E' una pista gestibile anche con la piogga ma il fattore acqua di solito porta con sé anche la variabile vento" - spiega Smedley. "Può rendere la vita difficile, non solo per l'ovvia riduzione di aderenza, ma anche perché le raffiche di vento possono pregiudicare il comportamento della vettura nei curvoni veloci. Queste condizioni spesso impongono di variare l'assetto e persino le strategie. Felipe sul bagnato è molto veloce e penso che il suo stile di guida si adatti molto bene alla tipologia di gomme da pioggia Bridgestone. Per di più, noi sappiamo come regolare la macchina in modo che lui si senta a proprio agio anche quando l'aderenza diventa precaria. Nei test invernali con la pioggia siamo sempre andati bene ma in gara dobbiamo ancora verificare le nostre prestazioni".
Smedley lavora con Felipe Massa da due anni: "Ormai riusciamo a comunicare anche solo con gli occhi" - scherza il tecnico inglese del Cavallino Rampante. "No, parlando seriamente, abbiamo avuto un'ottima intesa fin da subito: penso che siamo abbastanza simili, ambiziosi e sappiamo cosa vogliamo. La chiave del nostro rapporto è la capacità di Felipe di trasmettere le informazioni circa il comportamento della vettura, e la mia di trasformare queste informazioni in scelte tecniche concrete. Non che concordiamo sempre su tutto, ma troviamo sempre un compromesso, così per lo più gli mettiamo a disposizione una macchina performante, e lui fa sempre un ottimo lavoro. E' in ottima forma quindi sono rimasto molto deluso che in Nord America non siamo stati in grado di dargli una monoposto cui lui potesse dare piena fiducia. Quando tutto è in ordine sa spingere al massimo, credo stia facendo un ottimo lavoro".
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