È arrivato nel paddock molto presto, e passeggiando nell’enorme paddock di Shanghai Sergio Marchionne ha subito incontrato Niki Lauda, anche lui tradizionalmente un mattiniero. (continua...)

“Niki mi ha raccontato che al banco prova Mercedes le loro power uniti hanno percorso anche ottomila chilometri – ha raccontato Marchionne - ma poi sono arrivati qui e ieri hanno avuto problemi. Questo sport mi piace, è fantastico, ma non sono contento quando arriviamo secondi o rompiamo dei motori. Detto questo sappiamo quanto sia difficile ed impegnativa questa sfida”.

In squadra probabilmente speravano di poterla accogliere almeno con una monoposto in prima fila, ma le qualifiche di ieri non sono andate come previsto...
“I piloti hanno sbagliato in un paio di curve, e lo sanno. Ho parlato con loro, sono sereni e pronti ad una gara interessante”.

In generale come giudica questo inizio di stagione?
“Le cose stanno andando nel verso giusto. Ci siamo posti degli obiettivi importanti, ma dobbiamo imparare a conoscere una monoposto completamente nuova, quindi degli sbagli sono comprensibili. Nonostante tutto in Australia si poteva vincere, e in generale sono contento dei progressi fatti. Abbiamo molto lavoro davanti a noi, porteremo avanti uno sviluppo importante. Bisogna anche considerare che la Mercedes non si ferma, quindi non bisogna illudersi di poterli battere facilmente”.

Ieri abbiamo visto una Red Bull davanti alla Ferrari. Se gli aveste fornito la vostra power unit…
“Avremmo fatto uno sbaglio enorme. Detto questo, non dovrebbero essere davanti a noi, e questo conferma gli sbagli fatti ieri”.

La Formula 1 ha vissuto un inizio di stagione un po’ travagliato. Vale ancora la pena essere presenti?
“Si, si, ne vale la pena. È la massima espressione della sport automobilistico sul fronte tecnologico,”.

Da una parte c’è la tecnologia, ma anche una certa complessità nello spiegare alla gente quanto accade in pista...
“Quando una persona acquista un computer non si chiede quanti processori ci siano al suo interno, ma ne apprezza la performance. Se dovessi spiegare come è fatta una power unit al suo interno, starei qui delle ore e annoierei tutti. Ma verso il pubblico possiamo semplificare, ed è una cambiamento che va fatto. I regolamenti sono troppo complessi, c’è bisogno di un'apertura per riavvicinarsi alla gente, ed in particolare ai giovani. Ma questo è un discorso che riguarda la Fom. Per avvicinare il pubblico più giovane è necessario parlare il loro linguaggio, e dare la giusta attenzione al mondo digitale”.

 Si continua a sentire delle indiscrezioni in merito ad un possibile ritorno dell’Alfa Romeo in Formula 1. Sono solo speculazioni?
“Se è vero che questo contesto rappresenta la massima espressione tecnologica del mondo automobilistico, considerando gli obiettivi dell’Alfa Romeo credo che non possa rifiutarsi di far pace con questo sport. E’ nata qui, e in qualche maniera deve tornare. Quando accadrà? Non lo so”.

Ci sono stati rumors relativi ad un possibile acquisto della Sauber. C’è un reale interesse?
“Se si accolla lei i debiti allora si…”

 Recentemente i piloti hanno fatto sentire la loro voce. Come la vede?
“Entro certi limiti è importante ascoltare il loro punto di vista, visto che alla fine in macchina ci sono loro”.

 Sembra che qualcosa si stia muovendo sul fronte costi.
Diciamo che al momento lo abbiamo stabilizzati, ora il passo successivo sarà quello di iniziare a scendere. Se riusciamo a non reinventarci un motore nuovo ogni stagione riusciremo ad abbassare i budget”.

Come vede la governance della Formula 1? Troppo complessa?
“Ci sono delle realtà che sono necessarie. Lo Strategy Group, ad esempio, è stato creato per dare la possibilità di incontrarci e discutere. Abbiamo bisogno di un tavolo intorno al quale sederci e confrontarci. Non possiamo parlare qui nel paddock a gruppetti”.

C’è chi si lamenta dello scarso dialogo con i piloti. Sembra quasi che sia più semplice parlare con lei che con Raikkonen...
“Kimi non è un grande comunicatore, ma vi assicuro che oggi mi ha accolto provando quasi a raccontarmi una barzelletta! È anche questione di carattere, e da questo punto di vista Sebastian è più predisposto. In generale non so chi ha creato questo sistema di relazioni, ma sono favorevole ad incoraggiare il dialogo con i piloti”.

Tra i temi del momento c’è anche quello legato al futuro del Gran Premio d’Italia.
“Non ne so molto, ad eccezione del fatto che molta gente me ne vuole parlare. Annualmente ci ritroviamo qui a porre e rispondere a questa domanda”.

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