
Secondo “Auto Motor und Sport” infatti, il 62enne imprenditore piemontese starebbe lavorando all’ipotesi di un campionato alternativo alla classe regina (la GP1), che punterebbe a spodestare grazie ad una filosofia regolamentare più lineare e trasparente ma soprattutto più vicina alle esigenze del pubblico.
Campionato di cui Briatore avrebbe già fissato i punti cardine tra cui una concreta riduzione dei costi di gestione con l’introduzione di strumenti anti-raggiro, ripartizioni più eque dei ricavati televisivi oltre ad un’ulteriore limitazione dell’aerodinamica. Un’idea, quella di istituire un campionato parallelo a quello della F1, suggestiva ma non inedita, rilanciata già nel 2009 dalla FOTA (la lega che raccoglie i costruttori partecipanti al Mondiale) ma svanita in una bolla di sapone dopo il raggiunto accordo tra i team e la Federazione Internazionale sul rinnovo del Patto della Concordia, in scadenza a fine anno.
Chissà se il copione si ripeterà ora che il rinnovo del Concorde Agreement sta di nuovo opponendo la fazione fedele ad Ecclestone (Red Bull e Ferrari in testa) a quella dei malpancisti che stanno cercando di far pressione sul patron della F1 per ottenere una fetta maggiore degli introiti dei diritti commerciali (su tutte Mercedes e McLaren). La partita intanto, tra conflitti di interessi, ombre e colpi di scena, è solo all’inizio.