formula_997Si complica ogni giorno di più il rientro nel Mondiale di F1 del Gran Premio del Bahrein, in programma, salvo colpi di scena, il prossimo 22 aprile sul circuito di Sakhir. Il perpetuarsi dello stato di agitazione che vede contrapposte forze di sicurezza e manifestanti, nell’ambito delle proteste anti-governative che stanno dilaniando l’intero paese ormai da quasi un anno, potrebbero costringere nuovamente la FIA a cancellare la gara. (continua...)

 

Nelle ultime ore, un ragazzo di soli diciassette anni ha perso la vita a seguito delle gravi ferite riportate durante le contestazioni di due giorni fa a Sitra in cui sono rimasti coinvolti, seppur in modo lieve, anche una quarantina di agenti di polizia. E le violenze sembrano non arrestarsi nemmeno nelle altre città, in cui le giornate vengono scandite da scontri sempre più violenti.

Un situazione giudicata inammissibile dal Dipartimento di Stato americano che ha invitato le autorità locali ad accogliere le richieste di democratizzazione del paese da parti dei rivoltosi, mettendo in guardia tutti i cittadini americani ad astenersi dalla partecipazione a qualsiasi forma di protesta, anche se pacifica.

Intanto sul web infuria il malcontento degli attivisti che dopo la campagna di boicottaggio, nei giorni scorsi hanno lanciato una petizione on line chiedendo l’annullamento, come già avvenuto lo scorso anno, del Gran Premio di F1. “Mentre il Governo continua a mietere vittime, uccidendo, ferendo o imprigionando manifestanti pacifici, noi vi chiediamo di proteggere la vostra reputazione e l’immagine della F1, accettando di non disputare la gara quest’anno” si legge nella petizione, presente sul sito www.avaaz.org, che verrà consegnata direttamente ai rappresentanti delle singole squadre, al raggiungimento della quota di 200.000 sottoscrizioni.

Ignora le polemiche invece il patron della F1 Bernie Ecclestone, che difende la decisione di inserire in calendario il Gran Premio del Bahrein (quarta tappa del Mondiale), nonostante le note vicende politiche locali degli ultimi mesi: “In tutto il mondo non si fa altro che domandarsi se sia o no opportuno andare a correre in Bahrein. Beh, la verità è che il Bahrein, all’interno dei confini di quella zona, è il paese con meno problemi”.

Dichiarazioni destinate sicuramente a far discutere a lungo, mentre la domanda che riecheggia, continua e misteriosa, è sempre la stessa: in Bahrein si correrà o no?

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