
Va bene ridurre le spese e contenere gli sprechi, replica la Red Bull, ma il Resource Restriction Agreement (il patto di restrizione dei costi, appunto), secondo i vertici della scuderia austro-inglese sarebbe pieno di falle e facilmente eludibile, dal momento che, ad oggi, non è ancora stato introdotto alcuno strumento di controllo attendibile. Ecco perché occorre trovare una nuova soluzione, ribadiscono da Milton Keynes, soluzione che la FOTA, in seguito all’ultimo vertice tenutosi questo weekend in Brasile e terminato con l’ennesima fumata nera, ha promesso che continuerà a inseguire.
Qualsiasi decisione definitiva sul tetto di spesa, come riporta il quotidiano tedesco “Auto Motor und Sport”, è stata quindi momentaneamente sospesa, in attesa di un nuovo incontro tra Ferrari, Mercedes, McLaren e Red Bull, la cui data tuttavia non è ancora stata comunicata.
La polemica sulla riduzione dei costi era iniziata già prima dell’avvio di campionato, in seguito alle accuse di rivolte alla Red Bull, di aver sforato, nel 2010, il budget di 100 milioni previsto dall’accordo sulle restrizioni delle risorse. In caso ciò avvenga, non è attualmente prevista alcuna sanzione legale, ma le cose potrebbero ben presto cambiare. Le stesse accuse non hanno risparmiato neanche la Mercedes, che secondo voci non confermate, potrebbe decidere di abbandonare la FOTA insieme alla stessa Red Bull.
Sospetti aleggerebbero anche sulla McLaren, il cui reparto corse, secondo i ben informati, conterebbe ben il doppio del numero dei dipendenti legittimati dal regolamento. Invidie strascicanti, giochi di potere e probabili scissioni: qualcosa negli ingranaggi della FOTA sembra essersi davvero rotto.