formula_854Il più, Sebastian Vettel l’aveva fatto ieri, riuscendo a superare i dubbi della vigilia sul suo residuo vantaggio in qualifica dopo la proibizione delle mappature specifiche del motore da parte della FIA. Oggi, per lui, la gara è sembrata invece poco più che una formalità. Salvo una breve cessione del testimone in occasione di alcune soste ai box, il campione del mondo in carica ha sempre tenuto in mano le redini della gara, al termine del suo Gran Premio forse più perfetto di un anno comunque privo di sbavature evidenti (Canada a parte…).(continua...)

Non solo il tedesco è riuscito a tenere un margine di sicurezza sempre costante sui diretti inseguitori, infatti, ma ha anche conquistato il giro più veloce della gara sul finale e con le meno performanti gomme medie: quasi uno schiaffo morale alla concorrenza, per far capire ancora meglio che lui, in questa gara, ha corso praticamente con una mano sola. Ancora una volta, questo non è valso per il suo compagno di squadra Mark Webber, che ce l’ha messa proprio tutta (spremendo al massimo anche le sue gomme medie fresche dopo l’ultima sosta, in piena battaglia a distanza per il secondo posto), ma alla fine ha dovuto cedere la piazza d’onore a Fernando Alonso.

E’ con pieno merito, infatti, che l’asturiano porta a casa il podio di fronte al suo pubblico di casa, facendosi perdonare gli errori in qualifica di ieri con una prestazione maiuscola. Questo era forse l’ultimo circuito che poteva permettere alla Ferrari di togliersi una soddisfazione. Contro questo Vettel non c’era nulla da fare, è vero, ma la 150° Italia è comunque riuscita a tenere il passo delle Red Bull per buona parte della gara e a superare due volte, prima in pista e poi ai box, la seconda delle “lattine”. Poteva andare meglio anche al suo compagno di squadra Felipe Massa, comunque più lento di Hamilton ma frenato anche da un problema al pit stop.

A parte il già citato Hamilton, che ancora una volta ci ha messo del suo (forse troppo, esagerando con le gomme, ma come ha detto via radio al suo box “non potevo andare più piano di così!”), invisibile la McLaren, solo due settimane dopo la vittoria in Canada, con Button che chiude sesto afflitto anche da problemi al KERS. Gara altrettanto da dimenticare anche per i cugini della Mercedes, ingoiati dal gruppo (colpa anche di un incidente in cui è stato coinvolto, suo malgrado, Schumacher), e per la Lotus Renault GP, che portano a casa punti rispettivamente solo con Rosberg, settimo, e Heidfeld, decimo.

Oltre alla rediviva Force India, nona con Sutil, in zona punti trova posto anche l’altro idolo di casa Jaime Alguersuari, ripresosi dopo l’eliminazione di ieri in Q1 e in grado di far funzionare una strategia di rischio e sofferenza come quella predisposta per lui oggi dalla Toro Rosso, con una sosta in meno degli avversari. A fare ancora di peggio ci ha provato il solito Perez, con la Sauber: solo un pit stop durante la gara ma, pur con la buona notizia del pieno recupero dall’incidente di Monaco, il messicano ha chiuso solo 11°.

Quando non siamo nemmeno a metà stagione, insomma, i campionati del mondo sembrano già chiusi: Sebastian Vettel ha 186 punti all’attivo, 77 in più del primo degli inseguitori e la Red Bull 295, con ben 89 lunghezze di vantaggio. Resta invece apertissima la lotta al secondo posto: Button e Webber, entrambi a quota 109, sono ancora davanti ad Alonso, fermo a 87. Ma se la Ferrari continuasse a dare segni di vita, forse la storia di questa stagione è ancora aperta…

La cronaca

Gli unici due piloti a partire con le gomme medie sono Petrov e Perez, tutti gli altri optano per le morbide. Al via, Vettel e Webber mantengono tranquillamente la testa, ma è fulminante lo scatto delle Ferrari, con Alonso che prende la terza posizione davanti a Massa. Precipitano indietro le McLaren: quinto Hamilton e addirittura settimo Button.

Vettel va subito in fuga, mentre Webber è pressato da Alonso che tiene senza problemi il suo ritmo. Intanto Button sfrutta la sua ala posteriore mobile per scavalcare Rosberg e riappropriarsi della sesta posizione. Le gomme soft durano poco e, appena superato il 10° giro, iniziano le soste. Tra i big ad anticipare tutti è Lewis Hamilton, che si ferma già al 13° passaggio.

Montato un treno di pneumatici morbidi freschi, l’inglese ne approfitta per girare su tempi record e conquista così la quarta posizione a danno di Felipe Massa. Sul podio provvisorio, invece, nessuna variazione dopo la sosta, che per Alonso e Vettel giunge contemporanea al 14° giro. Si ferma ai box anche Schumacher, che però all’uscita dalla pit lane viene toccato da Petrov e rompe l’ala anteriore, dovendo così fermarsi di nuovo.

Ritardano tantissimo la loro sosta Alguersuari, che porta avanti il suo treno di gomme morbide addirittura per 20 giri, e Perez, che con le medie farà una sola sosta durante la gara, alla tornata 26. Intanto, nelle prime posizioni, il passo di Alonso è tale da recuperare diversi decimi al giro su Webber. Quando il distacco scende sotto al secondo, finalmente l’idolo di casa può utilizzare l’ala posteriore mobile e, al 21° giro, scavalcare Mark Webber in seconda posizione.

Hamilton anticipa di nuovo tutti fermandosi per primo per il secondo pit stop al giro 24. L’inglese stacca subito giri record con le sue gomme nuove, ma che non bastano per riagganciare i primi: anzi, forse chiede troppo ai suoi pneumatici e nel finale dello stint perderà definitivamente contatto dal podio. Anche Webber anticipa i suoi diretti rivali effettuando il secondo pit stop al 29° giro.

Una tornata più tardi si ferma Alonso, ma grazie al giro in più che ha potuto compiere con le gomme più fresche e performanti, Webber riesce a passargli di nuovo davanti. Massa ha invece un problema al pit stop nel montaggio della posteriore sinistra: non perde posizioni, ma si ritrova attaccato da Jenson Button. Potrebbe rischiare l’attacco, se non fosse che il KERS di Button si è guastato e non può più utilizzarlo.

Al 43° giro Hamilton e soprattutto Webber si fermano ai box per l’ultimo pit stop, per montare le gomme medie, che sono ben più lente rispetto alle soft. La Ferrari decide di aspettare tre giri in più, permettendo così ad Alonso di spingere con quel che resta dei suoi pneumatici morbidi e di neutralizzare il vantaggio che aveva Webber prima della sosta. Una strategia che si rivela azzeccata: Alonso effettua il suo ultimo pit stop al giro 46 e torna in pista secondo.

Vettel attende ancora e monta le medie solo al 47° giro: non solo può contare su ben dieci secondi di vantaggio su Alonso, ma addirittura riesce a staccare il giro più veloce della gara con le gomme meno performanti: una chiara testimonianza del fatto che se l’è presa comoda nel corso di tutta la gara. Il finale è privo di colpi di scena e così Vettel vince davanti ad Alonso e a Webber.

1 – Sebastian Vettel – Red Bull – 1:39:36.169
2 – Fernando Alonso – Ferrari – + 10.891
3 – Mark Webber – Red Bull – + 27.255
4 – Lewis Hamilton – McLaren – + 46.190
5 – Felipe Massa – Ferrari – + 51.705
6 – Jenson Button – McLaren – + 1:00.065
7 – Nico Rosberg – Mercedes GP – + 1:38.090
8 – Jaime Alguersuari – Scuderia Toro Rosso – + 1 giro
9 – Adrian Sutil – Force India F1 – + 1 giro
10 – Nick Heidfeld – Lotus Renault GP – + 1 giro
11 – Sergio Perez – Sauber – + 1 giro
12 – Rubens Barrichello – Williams – + 1 giro
13 – Sebastien Buemi – Scuderia Toro Rosso – + 1 giro
14 – Paul di Resta – Force India F1 – + 1 giro
15 – Vitaly Petrov – Lotus Renault GP – + 1 giro
16 – Kamui Kobayashi – Sauber – + 1 giro
17 – Michael Schumacher – Mercedes GP – + 1 giro
18 – Pastor Maldonado – Williams – + 1 giro
19 – Heikki Kovalainen – Team Lotus – + 2 giri
20 – Jarno Trulli – Team Lotus – + 2 giri
21 – Timo Glock – Virgin Racing – + 2 giri
22 – Jerome d’Ambrosio – Virgin Racing – + 2 giri
23 – Vitantonio Liuzzi – HRT F1 Team – + 3 giri
24 – Narain Karthikeyan – HRT F1 Team – + 3 giri

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