C’è solo Vettel. Il Gran Premio d’Australia ha un unico, indiscusso protagonista: il campione del mondo in carica. Se l’anno scorso il tedesco aveva preso il comando della classifica solo all’ultima gara (peraltro, quando più contava), in questo 2011 comincia bene fin dalla partenza, polverizzando letteralmente tutta la concorrenza con le armi di una vettura infallibile e di una convinzione granitica in se stesso, rafforzata dal titolo vinto. E così, al suo primo arrivo al traguardo in carriera in Australia, la bandiera a scacchi la vede per primo. (continua...)
Resta qualche ombra sulla prova della Red Bull: il fatto che entrambi i piloti non abbiano mai usato il KERS (nel paddock si comincia a sussurrare che possa essere più un semplice boost che un vero e proprio recupero di energia: in tal caso potrebbero esserci dei dubbi sulla regolarità) e l’errore strategico nella scelta delle gomme di Webber, montando le dure alla seconda sosta, che ha compromesso la prova dell’australiano (quinto al traguardo). Ma il tedesco, lui non ha sbagliato davvero nulla.
Scattato davanti a tutti, nei primi cinque giri aveva già conquistato il vantaggio di una decina di secondi che avrebbe poi mantenuto stabile fino al traguardo, amministrando la vettura e il suo passo senza necessità di spingere a fondo. L’unico in grado di mantenersi a distanza di sicurezza da lui è stato Lewis Hamilton, che ha chiuso con un limpido secondo posto, nonostante un danneggiamento al fondo in occasione di un taglio di pista. La sorpresa è invece il terzo posto di Vitaly Petrov, assurto sul campo al ruolo di punta della Lotus Renault GP, con una gara convincente (anche se gioco forza lontanissima dai primi due).
La Ferrari è fuori dal podio, ma ha comunque messo in luce un passo gara molto migliore rispetto a quello delle prove di ieri: quarta con Fernando Alonso, davanti alla seconda Red Bull di Webber (che ha peraltro parcheggiato subito dopo l’arrivo, forse a causa di problemi tecnici, dopo una gara di casa quantomeno travagliata). A complicare la risalita di Alonso dopo la qualifica non perfetta di ieri ci si è messa anche una partenza stentata, in cui l’asturiano è stato spinto fuori pista perdendo tante posizioni e ritrovatosi pure dietro al compagno di squadra Massa (nono all’arrivo).
Per le due rosse, ma anche per Webber, la lotta per il podio è sfumata però per via di un giallo relativo alle gomme dure (che gialle non sono, ma argentate): mentre sulla Sauber di Perez sono durate per quasi metà gara, su queste vetture hanno costretto i piloti ad uno stint cortissimo, addirittura più breve che le stesse morbide (forse per l’abbassamento delle temperature), e ad un pit stop in più del diretto rivale Petrov.
Per il resto, le novità tecniche di questa prima gara si meritano la promozione: l’ala posteriore mobile ha consentito qualche sorpasso in più, ma senza renderli troppo semplici, e le stesse Pirelli hanno retto bene consentendo solo due soste per la maggior parte dei piloti (una addirittura per il suddetto Perez). Certo è che l’atteso aumento di spettacolo, per molti versi, non si è visto affatto.
Gara ancor più negativa è stata quella di Jenson Button, che ha chiuso sesto, dopo aver pagato anche un drive through per via di un sorpasso a Felipe Massa con annesso taglio di pista. Settimo posto, come detto, per la Sauber di Perez, nettamente il migliore dei debuttanti, davanti al suo compagno di squadra Kobayashi in una prestazione maiuscola per la Sauber. Dietro a Massa chiude invece la zona punti Sebastien Buemi.
Appannate le Force India, l’altra Renault di Heidfeld e la Williams (due ritiri, nonostante una buona rimonta di Barrichello dopo il fuoripista al via). Addirittura disastrosa la gara delle due Mercedes, che dopo 22 giri erano già entrambe ferme.
1 – Sebastian Vettel – Red Bull – 1:29:30.259
2 – Lewis Hamilton – McLaren – + 22.297
3 – Vitaly Petrov – Lotus Renault GP – + 30.560
4 – Fernando Alonso – Ferrari – + 31.772
5 – Mark Webber – Red Bull – + 38.171
6 – Jenson Button – McLaren – + 54.304
7 – Sergio Perez – Sauber – + 1:05.845
8 – Kamui Kobayashi – Sauber – + 1:16.872
9 – Felipe Massa – Ferrari – + 1:25.186
10 – Sebastien Buemi – Scuderia Toro Rosso – + 1 giro
11 – Adrian Sutil – Force India F1 – + 1 giro
12 – Paul di Resta – Force India F1 – + 1 giro
13 – Jaime Alguersuari – Scuderia Toro Rosso – + 1 giro
14 – Nick Heidfeld – Lotus Renault GP – + 1 giro
15 – Jarno Trulli – Lotus F1 – + 2 giri
16 – Jerome d` Ambrosio – Virgin Racing – + 4 giri
17 – Timo Glock – Virgin Racing – + 9 giri
18 – Rubens Barrichello – Williams – + 10 giri
19 – Nico Rosberg – Mercedes GP – + 36 giri
20 – Heikki Kovalainen – Lotus F1 – + 39 giri
21 – Michael Schumacher – Mercedes GP – + 39 giri
22 – Pastor Maldonado – Williams – + 49 giri